La Sacra Rota ha organizzato anche quest’anno un breve corso per gli operatori della
pastorale famigliare. Il Papa ha rivolto loro ieri un importante discorso,
aggiungendo a braccio molti esempi, aneddoti e anche riflessioni, riportate dai
giornalisti ma non presenti nel discorso scritto che presento, ripreso dalla Sala Stampa Vaticana. Secondo il "Sismografo" queste aggiunte dovrebbero essere pubblicate per
rendere tutta la ricchezza dell'intervento papale. Il discorso che trovate sotto è comunque di una tale sostanza che basta a suscitare una riflessione profonda per le nostre
parrocchie.
Credo che il fondo del pensiero
del Papa sia questo (oppure è il mio perché è quello che penso da tanti anni?): non celebriamo più matrimoni nulli o fallimentari! Essendo il matrimonio un Sacramento chi non ha fede sufficiente non contrae
Matrimonio Sacramento, anche con tutte le celebrazioni meglio preparate in chiesa.
E quindi queste celebrazioni sono nulle e non producono la grazia. Chi non è
sufficientemente preparato e non è accompagnato rischia di non riuscire a
portare avanti il Matrimonio nella vita secondo la promessa fatta quel giorno di
unicità, fedeltà, apertura alla vita e secondo le esigenze delle vite coinvolte
in questa unione: quelle del coniuge e dei figli.
Da qui delle indicazioni
pratiche: non celebrare matrimoni affrettati, solo riparatori, senza
sufficiente maturità umana e/o di fede. Dico da sempre che come esistono le
colpe professionali nel mondo del lavoro, esistono delle colpe professionali nel
clero quando le cose sono fatte con superficialità. So bene che nel concreto non
è facile evitare ogni errore, ma si può e si deve fare qualcosa.
Per ovviare a questi pericoli
infatti il Papa indica la Preparazione al
Matrimonio più seria (per indicazioni più particolari su questo punto vedi Amoris
Laetitia), anzi vuole (espressione sua) un Catecumenato
permanente per il Sacramento del Matrimonio (per le famiglie) che riprenda le
Catechesi dell’Iniziazione Cristiana alla
Fede.
Udienza ai partecipanti al Corso di formazione su Matrimonio e
famiglia promosso dal Tribunale della Rota Romana, 27.09.2018
Questo pomeriggio, alle ore 17,
presso la Basilica di San Giovanni in Laterano, il Santo Padre Francesco ha
ricevuto in Udienza i partecipanti al Corso di formazione promosso dalla
Diocesi di Roma e dal Tribunale della Rota Romana, su “Matrimonio e famiglia”,
svoltosi a Roma nella Basilica Lateranense, dal 24 al 26 settembre 2018. Al
corso hanno partecipato parroci, diaconi permanenti, sposi e operatori della
pastorale familiare.
Pubblichiamo di seguito il
discorso che il Papa ha pronunciato ai presenti nel corso dell’incontro:
Discorso del Santo Padre
Cari fratelli e sorelle,
con gioia vi incontro a
conclusione del corso di formazione su matrimonio e famiglia, promosso dalla
Diocesi di Roma e dal Tribunale della Rota Romana. Rivolgo a ciascuno di voi il
mio saluto cordiale, e ringrazio il Cardinale Vicario, il Decano della Rota e
quanti hanno collaborato per queste giornate di studio e di riflessione. Esse
vi hanno dato modo di esaminare le sfide e i progetti pastorali concernenti la
famiglia, considerata come chiesa domestica e santuario della vita. Si tratta
di un campo apostolico vasto, complesso e delicato, al quale è necessario
dedicare energia ed entusiasmo, nell’intento di promuovere il Vangelo della
famiglia e della vita. Come non ricordare, a questo proposito, la visione ampia
e lungimirante dei miei Predecessori, in particolare di San Giovanni Paolo II,
che hanno promosso, con coraggio, la causa della famiglia, decisiva e
insostituibile per il bene comune dei popoli?
Nella loro scia ho sviluppato questo
tema, specialmente nell’Esortazione apostolica Amoris laetitia,
ponendo al centro l’urgenza di un serio cammino di preparazione al matrimonio
cristiano, che non si riduca a pochi incontri. Il matrimonio non è soltanto un
evento “sociale”, ma un vero Sacramento che comporta un’adeguata preparazione e
una consapevole celebrazione. Il vincolo matrimoniale, infatti, richiede da
parte dei fidanzati una scelta consapevole, che metta a fuoco la volontà di
costruire insieme qualcosa che mai dovrà essere tradito o abbandonato. In
diverse Diocesi del mondo si stanno sviluppando iniziative per rendere più
adeguata alla situazione reale la pastorale familiare, intendendo con questa
espressione in primo luogo l’accompagnamento dei fidanzati al matrimonio. È
importante offrire ai fidanzati la possibilità di partecipare a seminari e
ritiri di preghiera, che coinvolgano come animatori, oltre ai sacerdoti, anche
coppie sposate di consolidata esperienza familiare ed esperti nelle discipline
psicologiche.
Tante volte la radice ultima delle
problematiche, che vengono alla luce dopo la celebrazione del sacramento
nuziale, è da ricercare non solo in una immaturità nascosta e remota esplosa
improvvisamente, ma soprattutto nella debolezza della fede cristiana e
nel mancato accompagnamento ecclesiale, nella solitudine in
cui vengono lasciati di solito i neo-coniugi dopo la celebrazione delle nozze.
Soltanto messi di fronte alla quotidianità della vita insieme, che chiama gli
sposi a crescere in un cammino di donazione e di sacrificio, alcuni si rendono
conto di non aver compreso pienamente quello che andavano ad iniziare. E si
scoprono inadeguati, specialmente se si confrontano con la portata e il valore
del matrimonio cristiano, per quanto riguarda i risvolti concreti connessi all’indissolubilità
del vincolo, all’apertura a trasmettere il dono della vita e alla fedeltà.
Per questo ribadisco la necessità
di un catecumenato permanente per il Sacramento del matrimonio
che riguarda la sua preparazione, la celebrazione e i primi tempi successivi.
E’ un cammino condiviso tra sacerdoti, operatori pastorali e sposi cristiani. I
sacerdoti, soprattutto i parroci, sono i primi interlocutori dei giovani che
desiderano formare una nuova famiglia e sposarsi nel Sacramento del matrimonio.
L’accompagnamento del ministro ordinato aiuterà i futuri sposi a comprendere
che il matrimonio tra un uomo e una donna è segno dell’unione sponsale tra
Cristo e la Chiesa, rendendoli consapevoli del significato profondo del passo
che stanno per compiere. Più il cammino di preparazione sarà approfondito e
disteso nel tempo, più le giovani coppie impareranno a corrispondere alla
grazia e alla forza di Dio e svilupperanno anche gli “anticorpi” per affrontare
gli inevitabili momenti di difficoltà e di fatica della vita coniugale e
familiare.
Nei corsi di preparazione al
matrimonio è indispensabile riprendere la catechesi dell’iniziazione
cristiana alla fede, i cui contenuti non vanno dati per scontati o come se
fossero già acquisiti dai fidanzati. Il più delle volte, invece, il messaggio
cristiano è tutto da riscoprire per chi è rimasto fermo a qualche nozione
elementare del catechismo della prima Comunione e, se va bene, della Cresima.
L’esperienza insegna che il tempo della preparazione al matrimonio è un tempo
di grazia, in cui la coppia è particolarmente disponibile ad ascoltare il
Vangelo, ad accogliere Gesù come maestro di vita. Mediante un sincero
atteggiamento di accoglienza delle coppie, un linguaggio adeguato e una
presentazione chiara dei contenuti è possibile attivare dinamiche che superino
le lacune oggi molto diffuse: sia la mancanza di formazione catechetica, sia la
carenza di un senso filiale della Chiesa, che pure fa parte dei fondamenti del
matrimonio cristiano.
La maggiore efficacia della cura
pastorale si realizza dove l’accompagnamento non termina con
la celebrazione delle nozze, ma “scorta” almeno i primi anni di vita coniugale.
Mediante colloqui con la coppia singola e momenti comunitari, si tratta di
aiutare i giovani sposi ad acquisire gli strumenti e i supporti per vivere la
loro vocazione. E questo non può avvenire che attraverso un percorso di
crescita nella fede delle coppie stesse. La fragilità che, sotto questo
profilo, si riscontra spesso nei giovani che si avvicinano al matrimonio rende
necessario accompagnare il loro cammino oltre la celebrazione delle nozze. E
questo – ci dice ancora l’esperienza – è una gioia per loro e per quanti li
accompagnano. E’ un’esperienza di gioiosa maternità, quando gli sposi novelli
sono oggetto delle cure sollecite della Chiesa che, sulle orme del suo Maestro,
è madre premurosa che non abbandona, non scarta, ma si accosta con tenerezza,
abbraccia e incoraggia.
Riguardo a quei coniugi che
sperimentano seri problemi nella loro relazione e si trovano
in crisi, occorre aiutarli a ravvivare la fede e riscoprire la grazia del
Sacramento; e, in certi casi – da valutare con rettitudine e libertà interiore
– offrire indicazioni appropriate per intraprendere un processo di nullità.
Quanti si sono resi conto del fatto che la loro unione non è un vero matrimonio
sacramentale e vogliono uscire da questa situazione, possano trovare nei
vescovi, nei sacerdoti e negli operatori pastorali il necessario sostegno, che
si esprime non solo nella comunicazione di norme giuridiche ma prima di tutto
in un atteggiamento di ascolto e di comprensione. A tale proposito, la
normativa sul nuovo processo matrimoniale costituisce un valido strumento, che
richiede di essere applicato concretamente e indistintamente da tutti, ad ogni
livello ecclesiale, poiché la sua ragione ultima è la salus animarum!
Mi ha rallegrato apprendere che molti Vescovi e Vicari giudiziali hanno
prontamente accolto e attuato il nuovo processo matrimoniale, a conforto della
pace delle coscienze, soprattutto dei più poveri e lontani dalle nostre
comunità ecclesiali.
Cari fratelli e sorelle, vi
ringrazio per il vostro impegno in favore dell’annuncio del Vangelo della
famiglia. Auspico che l’orizzonte della pastorale familiare diocesana sia
sempre più vasto, assumendo lo stile proprio del Vangelo, incontrando e
accogliendo anche quei giovani che scelgono di convivere senza sposarsi.
Occorre testimoniare loro la bellezza del matrimonio! Lo Spirito Santo vi aiuti
ad essere operatori di pace e di consolazione, specialmente per le persone più
fragili e bisognose di sostegno e di sollecitudine pastorale. Vi imparto di
cuore la mia benedizione e vi chiedo per favore di pregare per me.
[01496-IT.01] [Testo originale:
Italiano]
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