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martedì 11 settembre 2018

SE SIETE VOI A GIUDICARE IL MONDO / martedì XXIII° sett. T.O.

James Tissot - Gesù e i dodici.

Dalla prima lettura possiamo trarre significati forti, anche se non tutti evidenti nella nostra cultura.
Quello che salta agli occhi, evidentemente, è la netta messa in guardia di san Paolo contro alcuni peccati che chiudono il Regno di Dio a chi li commette. Dopo essere stati spesso moralisti, i cristiani oggi sembrerebbero, nella loro maggioranza, confusi su ciò che è male e ciò che non lo è, sia perché “così fan tutti”, sia perché “i tempi cambiati” e la scienza” ..., mentre la Scrittura non è neppure conosciuta.
Invece la Chiesa insegna sempre ciò che Le è stato consegnato. Per citare un esempio solo, la frase di papa Francesco di ritorno dalla GMG di Buenos Aires sugli omosessuali viene divulgata in modo tronco, mentre la sua bellezza è proprio nella sua completezza: “Se un omosessuale è sincero nella sua ricerca del Signore, chi sono io per giudicarlo”. Faccio notare che se il Papa avesse voluto sdoganare l’omosessualità in quanto tale, non avrebbe detto “chi sono io per giudicarlo”, perché se una cosa è buona non c'è bisogno di giudicarla, va accettata semplicemente, semmai va lodata se è una cosa molto buona. La “rivoluzione” di papa Francesco sta in quel: “Se un omosessuale è sincero nella sua ricerca del Signore” come accoglienza di tutti quelli che sperano nel Signore nelle loro difficoltà. Tutti siamo peccatori e fragili, e mai arrivati. Papa Francesco l’avrà ripetuto milioni di volte da quando è vescovo di Roma. Ma è anche sempre molto chiaro sulla dottrina oggettiva. Quando è tornato dall’Irlanda pochi giorni fa, sempre ad una questione sull’omosessualità, egli ha risposto che molto dipende dall’età del figlio: oltre pregare, accogliere, dialogare, rassicurare il figlio/a sul loro amore fedele nei suoi confronti, i genitori devono sapere che un figlio già adulto con forti inclinazioni omosessuali difficilmente può cambiare, se è ancora piccolo o adolescente il papa ha detto con chiarezza che lo psichiatra può aiutare. Se non riconoscesse che l’omosessualità è un problema non avrebbe detto questo.
C'è un altro aspetto che mi colpisce in questa lettura: san Paolo parla ad una comunità alla quale rimprovera di essere ancora incapaci di “prendere cibo solido” cioè di accettare tutte le esigenze del Vangelo. Anzi, ci sono tra loro peccati molto gravi e addirittura liti che finiscono in tribunale. Ebbene, se san Paolo ha coscienza della povertà umana e spirituale dei membri della comunità, tuttavia crede nella potenza dello Spirito Santo che li ha chiamati, e nella grandezza e dignità della loro vocazione. Per cui, se c'è una lite devono risolverla tra loro, come fratelli e come seguaci del Servo Sofferente e non andare dall’uomo di legge. La proposta cristiana, il sogno di Dio, la missione della Comunità che Egli vuole formare, vanno svelati fin dall’inizio ai fratelli. Non per gonfiarsi ma,anzi, per prendere le proprie responsabilità, in tutta umiltà, per seguire Gesù radicalmente nella conversione e non scambiare il Cristianesimo per qualche altra cosa.
Questo implica un’altra dimensione fondamentale ad ogni rapporto con Dio nel Cristianesimo e quindi anche nella Comunità cristiana: la libertà intera che significa responsabilità. Nel Vangelo di oggi Gesù, dopo tanta preghiera sceglie i dodici, li chiama per nome. Uno lo tradirà. Fallimento di Gesù? Errore di discernimento? (peggio: Giuda è stato destinato a tradire per compiere il progetto di Dio? Qualcuno ha perfino detto questo!). Nulla di tutto questo: ognuno degli apostoli è stato scelto e ha ricevuto le grazie necessarie per essere un discepolo fedele, araldo del Vangelo e alla fine, essere glorificato in cielo. Il prossimo Sinodo parlerà di discernimento vocazionale. Si deve aiutare ognuno a farlo con rinnovata fiducia, ma anche con vivo senso di libertà e responsabilità. Chiediamo al Signore di sostenerci nel totale abbandono alla sua grazia e preghiamo per i nostri pastori.

Prima Lettura  1 Cor 6, 1-11
Un fratello viene chiamato in giudizio dal fratello, e per di più davanti a non credenti!
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi
Fratelli, quando uno di voi è in lite con un altro, osa forse appellarsi al giudizio degli ingiusti anziché dei santi? Non sapete che i santi giudicheranno il mondo? E se siete voi a giudicare il mondo, siete forse indegni di giudizi di minore importanza? Non sapete che giudicheremo gli angeli? Quanto più le cose di questa vita!
Se dunque siete in lite per cose di questo mondo, voi prendete a giudici gente che non ha autorità nella Chiesa? Lo dico per vostra vergogna! Sicché non vi sarebbe nessuna persona saggia tra voi, che possa fare da arbitro tra fratello e fratello? Anzi, un fratello viene chiamato in giudizio dal fratello, e per di più davanti a non credenti!
È già per voi una sconfitta avere liti tra voi! Perché non subire piuttosto ingiustizie? Perché non lasciarvi piuttosto privare di ciò che vi appartiene? Siete voi invece che commettete ingiustizie e rubate, e questo con i fratelli! Non sapete che gli ingiusti non erediteranno il regno di Dio?
Non illudetevi: né immorali, né idolatri, né adùlteri, né depravati, né sodomìti, né ladri, né avari, né ubriaconi, né calunniatori, né rapinatori erediteranno il regno di Dio. E tali eravate alcuni di voi! Ma siete stati lavati, siete stati santificati, siete stati giustificati nel nome del Signore Gesù Cristo e nello Spirito del nostro Dio.

Salmo Responsoriale
   Dal Salmo 149
Il Signore ama il suo popolo. 
Cantate al Signore un canto nuovo;
la sua lode nell’assemblea dei fedeli.
Gioisca Israele nel suo creatore,
esultino nel loro re i figli di Sion. 
Lodino il suo nome con danze,
con tamburelli e cetre gli cantino inni.
Il Signore ama il suo popolo,
incorona i poveri di vittoria.
Esultino i fedeli nella gloria,
facciano festa sui loro giacigli.
Le lodi di Dio sulla loro bocca:
questo è un onore per tutti i suoi fedeli.  

Canto al Vangelo 
 Gv 15,16  
Alleluia, alleluia.

Io ho scelto voi, dice il Signore,
perché andiate e portiate frutto
e il vostro frutto rimanga.
Alleluia.

Vangelo 
  Lc 6, 12-19
Passò tutta la notte pregando e scelse dodici ai quali diede anche il nome di apostoli.
Dal vangelo secondo Luca
In quei giorni, Gesù se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio. Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede anche il nome di apostoli: Simone, al quale diede anche il nome di Pietro; Andrea, suo fratello; Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso; Giacomo, figlio di Alfeo; Simone, detto Zelota; Giuda, figlio di Giacomo; e Giuda Iscariota, che divenne il traditore.
Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidòne, che erano venuti per ascoltarlo ed essere guariti dalle loro malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti impuri venivano guariti. Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che guariva tutti. 

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