Il vescovo Giuseppe Wei Jingyi. |
La Chiesa Cattolica è nata da Gesù duemila
anni fa. Non 1000 o 500 anni fa. Ed è nata subito Una, Santa, e Petrina-Collegiale.
Senza Pietro non c'è Chiesa Cattolica. Fu questo l’errore più grosso di Lutero:
rigettare Pietro e accettare della Tradizione autentica solo che ciò che
comprendeva. In Pietro-Roccia era incluso fin dall’inizio in seme l’essere “Romana”della
Chiesa. Ma la Chiesa Cattolica è Romana solo perché Pietro è morto come Sorvegliante
e Guida (Vescovo) delle comunità cristiane di Roma e che i suoi successori – i Successori
di Pietro – erano a loro volta Episcopi (Vescovi) di Roma. Non esiste per i cristiani
un “Dove è Roma c'è la Chiesa”, ma il “Dove c'è Pietro lì c'è la Chiesa”. I Vescovi
sono tutti fratelli ma escludendo Pietro non sono più Chiesa Cattolica. Infatti
i Vescovi Ortodossi sono Vescovi cristiani ma non Cattolici perché benché
riconoscendo un primato d’onore a Pietro (al Papa) non accettano totalmente il suo
mandato. Ora i fratelli-vescovi formano un Collegio “Cum Petro et sub Petro”, Con
Pietro e sotto Pietro.
La Santa Sede ha appena siglato un
accordo pastorale con il Governo di Pechino. Il vescovo “clandestino” cinese Giuseppe Wei Jingyi,
pastore di Qiqihar interrogato da “Vatican Insider” ha spiegato perché questo accordo
è buono e necessario. In particolare ha detto:
Come hanno reagito il
popolo di Dio, gli altri battezzati, i preti e altri vescovi che Lei conosce?
«I fedeli e sacerdoti
che io conosco speravano tutti nel miglioramento del rapporto tra Cina e
Vaticano. Non solo, pregavano con perseveranza per questo. La firma
dell’accordo rappresenta un miglioramento consistente. Per questo tutti lo
accolgono e gli danno il benvenuto con grande gioia».
Alcuni criticano il Papa
per l’accordo tra Cina e Santa Sede, dicendo che si è trattato di una resa al
“nemico”. Cosa ne pensa Lei, vescovo cinese?
«Se uno che non ha la
fede in Cristo, e critica il Papa di essersi arreso al governo cinese sulla
nomina dei vescovi cinesi, può fare questo solo perché non ha la fede e quindi
non può sapere cosa è davvero la Chiesa. E io, a uno così, lascerei dire quello
che vuole, può dire quello che gli pare, tanto non sa di cosa parla. Ma se io
appartengo alla Chiesa cattolica, non mi posso azzardare di star lì a dar
giudizi sul Papa e attaccare ogni decisione particolare del Santo Padre. Io non
sono il Papa e non ho la grazia di stato che Dio gli ha concesso e gli concede
per fare il Papa. Io sono chiamato ad aderire a quello che il Papa indica col
suo magistero. Io prego per il Papa in ogni messa, insieme con i sacerdoti di
tutto il mondo».
N.B.: Il vescovo
Giuseppe Wei Jingyi tra le tante difficoltà della sua vita di pastore, è stato
incarcerato per più di tre anni per la sua fedeltà al Papa. Credo che valga veramente leggere tutta l'intervista. Non l'ho ricopiata tutta perché c'è evidentemente il copyright del sito "Vatican Insider" e inoltre fa bene anche a tutti andare direttamente su questo sito di grande valore e conoscerlo meglio. Per leggere tutta l'intervista:
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