Anche se possiamo essere infastiditi di trovare continuamente
articoli sugli abusi nella Chiesa e sulle accuse a papa Francesco comprendiamo che
questi fatti sono troppi seri perché non li affrontiamo. In particolare
seguiamo il discernimento di papa Francesco che ci ha richiesto nella sua
lettera impegni molto profondi per lottare contro questi crimini e la mentalità
che li favorisce. È necessario quindi parlarne, con equilibrio, con pazienza e
con vero amore apostolico verso le persone che hanno sofferto e quelle tra i
fedeli semplici e le persone di buona volontà che possono rimanere disorientate
e scandalizzate.
Il messaggio del vescovo di Vienna che cito sotto ha queste caratteristiche. Padre Lombardi in una
dichiarazione dice che bisogna evitare da parte della Chiesa fedele di mettere troppo
in risalto il fatto vero che l’80 % dei casi di pedofilia nella Chiesa sono il
fatto di preti omosessuali per non stigmatizzare una categoria. Inoltre sia a
livello di del memorandum di mons. Viganò che a livello giornalistico, in quanto
responsabile della comunicazione per tanti anni, profondo conoscitore della
Curia Vaticana e gesuita con grandi responsabilità nella Compagnia dove è
entrato 58 anni fa, afferma in tutta coscienza che l’insieme sia della Curia
vaticana che della Compagnia di Gesù è molto più sana di come viene descritta
dai suoi accusatori. Ancora, nota che il dovere di un vescovo, di un collaboratore del papa,
il dovere di chiunque dice di volersi impegnare per il Regno di Dio, è di
costruire, anche con la critica, ma col dialogo e la cooperazione, non montando
un dossier usato per distruggere.
Infine la lettera pastorale del vescovo di Strasburgo, per la
sua tempestività e la sua profondità di riflessione e di proposte concrete
merita una traduzione. Si può trovare, evidentemente in francese,
sul sito
della diocesi di Strasburgo col titolo “Mieux vaut tard”.
«Papa Francesco sta attualmente
attraversando giorni difficili. Il suo modo aperto di chiamare le cose per
nome, non incontra dappertutto simpatia. Nemmeno in Vaticano. Il toccante film
di Wim Wenders lo mostra come un uomo che realmente pensa tutto ciò che dice e
che anche vive quello che dice. Quando, cinque anni fa, il card. Jorge
Bergoglio fu eletto papa, portò un vento fresco nella Chiesa. Niente più pompa,
niente più abiti sontuosi. Desidera “una chiesa povera con i poveri”.
Si presenta come uno che combatte contro
l’ingiustizia, lo sfruttamento e per la difesa dell’ambiente. Il suo cuore
appartiene ai poveri e a coloro che vivono ai margini della società, ai
profughi e migranti. E con grande decisione procede contro gli abusi sessuali
nella Chiesa.
Proprio su questo punto lo attaccano ora
i suoi avversari. Ha chiarito troppo poco? Ha persino coperto molte cose? Le
critiche vengono dai circoli della Chiesa che vogliono sbarazzarsi al più
presto di lui. Papa Francesco ha ammesso i suoi errori. Decisivo è imparare da
essi. È quanto papa Francesco ha mostrato di fare. Io ringrazio Dio per questo
pastore così convincente. Grazie, papa Francesco».
Card. Christoph
Schönborn
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