"Niente di nuovo sotto il sole" (prima lettura). Questa mentalità impregna tutti i popoli
antichi con la loro idea di cicli storici che si ripetono all’infinito. Questa mentalità
è presente nei cortigiani di Erode che di fronte a Gesù pensano che sia un
personaggio del passato che è ritornato (Vangelo). Questa mentalità è presente ancora
oggi in noi. Lo vediamo per esempio quando alla domanda: “ci sono novità?” oppure:
“come va?”, si risponde: “tutto vecchio …”. Nasce da un’esperienza quotidiana
consolidata, che spesso pesa come un limite soffocante: stesse facce, stessi
difetti (i miei e quelli degli altri), stessa politica che promette tanto e poi
realizza poco, la vita che continua inghiottendo perfino il ricordo di chi c'era
prima....
Ma
la novità c'è. È Dio!, è Gesù Cristo! Per uscire dalla concezione di una Storia
senza progresso e senza speranza dei popoli antichi, che costatavano che non si
riusciva a sconfiggere il male, c'è voluto l’intervento di Dio, delle sue
promesse ad un popolo particolare: la discendenza di Abramo. È la fede nel Dio unico
che ha introdotto l’idea di una Storia lineare e non ciclica che va verso un
Compimento, verso lo Shalom, la Pace in pienezza di vita. L’Islam l’ha
ereditata pur impoverendola e così anche altre culture, filosofie e ideologie come
il pensiero di Hegel e il marxismo che l’ha ridotta a una fede senza motivo nel
progresso dell’uomo fondato sulla scienza, che si nutre di odio, di dittatura
sugli oppositori.
Il
fallimento evidente del marxismo e di queste ideologie hanno permesso il
cosiddetto “Ritorno di Dio” negli anni ‘90, ma la maggioranza delle persone nei
popoli occidentali non è ritornata alla fede. Ecco apparire invece il “Pensiero
Debole” (nessuna certezza assoluta, nessun tentativo di individuare fondamenta
solide al pensiero) caratterizzato molto spesso da profondo soggettivismo (è
vero solo ciò che penso, ciò che sento, ciò che mi piace) e quindi da
ripiegamento dell’individuo su se stesso (non più persona – anche questo una
conquista del Giudeocristianesimo – ma individuo). Niente più Vita intesa come Cammino
ma che diventa Labirinto, come ha detto papa Francesco ai giovani in Lituania. Infine
ecco riapparire e diffondersi come surrogato di vita eterna la Reincarnazione:
la Storia come ciclo senza fine… Potremmo dire con una battuta: “il cerchio si
chiude”. Ma non è esattamente così, perché se nell’Induismo tradizionale il
ciclo delle reincarnazioni è una maledizione dalla quale si cerca il modo di
uscire per giungere finalmente alla Pace definitiva, nel “Supermercato delle Religioni”
occidentale la reincarnazione è una soluzione facile e borghese all’angoscia
della morte e della vita senza senso: nulla è definitivo, nessun errore può essere
assoluto, nessuna responsabilità esige che io impegni tutta la mia vita…
L’Unica
vera Novità è Gesù Cristo e la Buona Notizia che egli ci ha portato. È l’Amore
capace di lasciarsi crocifiggere (a 30 anni!) per amici e nemici. È l’Amore che
risorge dalla morte, sconfiggendo il male. Non gli dèi pagani che non vogliono che
l’uomo conquisti l’eternità, come nel mito di Sisife, non l’uomo che si
proclama Dio da solo come nelle ideologie moderne e diventa carnefice di chi si
oppone, ma il Dio Amore che vuole che l’uomo diventi veramente Dio in comunione
con Lui.
(N.B.: vale la pena segnalare la traduzione letterale dall'ebraico (parola per parola) del piccolo libro del Kohèlet di Erri De Luca, Feltrinelli 2011, forse fuori catalogo. Affascinante.)
Prima Lettura
Qo 1, 2-11
Non c’è niente di nuovo sotto il sole.
Non c’è niente di nuovo sotto il sole.
Dal libro del Qoèlet
Vanità delle vanità, dice Qoèlet,
vanità delle vanità: tutto è vanità.
Quale guadagno viene all’uomo
per tutta la fatica con cui si affanna sotto il sole?
Una generazione se ne va e un’altra arriva,
ma la terra resta sempre la stessa.
Il sole sorge, il sole tramonta
e si affretta a tornare là dove rinasce.
Il vento va verso sud e piega verso nord.
Gira e va e sui suoi giri ritorna il vento.
Tutti i fiumi scorrono verso il mare,
eppure il mare non è mai pieno:
al luogo dove i fiumi scorrono,
continuano a scorrere.
Tutte le parole si esauriscono
e nessuno è in grado di esprimersi a fondo.
Non si sazia l’occhio di guardare
né l’orecchio è mai sazio di udire.
Quel che è stato sarà
e quel che si è fatto si rifarà;
non c’è niente di nuovo sotto il sole.
C’è forse qualcosa di cui si possa dire:
«Ecco, questa è una novità»?
Proprio questa è già avvenuta
nei secoli che ci hanno preceduto.
Nessun ricordo resta degli antichi,
ma neppure di coloro che saranno
si conserverà memoria
presso quelli che verranno in seguito.
Salmo Responsoriale Dal Salmo 89
Signore, tu sei stato per noi un rifugio di generazione in generazione.
Vanità delle vanità, dice Qoèlet,
vanità delle vanità: tutto è vanità.
Quale guadagno viene all’uomo
per tutta la fatica con cui si affanna sotto il sole?
Una generazione se ne va e un’altra arriva,
ma la terra resta sempre la stessa.
Il sole sorge, il sole tramonta
e si affretta a tornare là dove rinasce.
Il vento va verso sud e piega verso nord.
Gira e va e sui suoi giri ritorna il vento.
Tutti i fiumi scorrono verso il mare,
eppure il mare non è mai pieno:
al luogo dove i fiumi scorrono,
continuano a scorrere.
Tutte le parole si esauriscono
e nessuno è in grado di esprimersi a fondo.
Non si sazia l’occhio di guardare
né l’orecchio è mai sazio di udire.
Quel che è stato sarà
e quel che si è fatto si rifarà;
non c’è niente di nuovo sotto il sole.
C’è forse qualcosa di cui si possa dire:
«Ecco, questa è una novità»?
Proprio questa è già avvenuta
nei secoli che ci hanno preceduto.
Nessun ricordo resta degli antichi,
ma neppure di coloro che saranno
si conserverà memoria
presso quelli che verranno in seguito.
Salmo Responsoriale Dal Salmo 89
Signore, tu sei stato per noi un rifugio di generazione in generazione.
Tu fai ritornare l’uomo in
polvere,
quando dici: «Ritornate, figli dell’uomo».
Mille anni, ai tuoi occhi,
sono come il giorno di ieri che è passato,
come un turno di veglia nella notte.
quando dici: «Ritornate, figli dell’uomo».
Mille anni, ai tuoi occhi,
sono come il giorno di ieri che è passato,
come un turno di veglia nella notte.
Tu li sommergi:
sono come un sogno al mattino,
come l’erba che germoglia;
al mattino fiorisce e germoglia,
alla sera è falciata e secca.
sono come un sogno al mattino,
come l’erba che germoglia;
al mattino fiorisce e germoglia,
alla sera è falciata e secca.
Insegnaci a contare i
nostri giorni
e acquisteremo un cuore saggio.
Ritorna, Signore: fino a quando?
Abbi pietà dei tuoi servi!
e acquisteremo un cuore saggio.
Ritorna, Signore: fino a quando?
Abbi pietà dei tuoi servi!
Saziaci al mattino con il
tuo amore:
esulteremo e gioiremo per tutti i nostri giorni.
Sia su di noi la dolcezza del Signore, nostro Dio:
rendi salda per noi l’opera delle nostre mani,
l’opera delle nostre mani rendi salda.
Canto al Vangelo Gv 14,6
Alleluia, alleluia.
Io sono la via, la verità e la vita, dice il Signore,
nessuno viene al Padre se non per mezzo di me.
Alleluia.
Vangelo Lc 9, 7-9
Giovanni, l’ho fatto decapitare io; chi è dunque costui, del quale sento dire queste cose?
esulteremo e gioiremo per tutti i nostri giorni.
Sia su di noi la dolcezza del Signore, nostro Dio:
rendi salda per noi l’opera delle nostre mani,
l’opera delle nostre mani rendi salda.
Canto al Vangelo Gv 14,6
Alleluia, alleluia.
Io sono la via, la verità e la vita, dice il Signore,
nessuno viene al Padre se non per mezzo di me.
Alleluia.
Vangelo Lc 9, 7-9
Giovanni, l’ho fatto decapitare io; chi è dunque costui, del quale sento dire queste cose?
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, il tetràrca Erode sentì parlare di tutti questi avvenimenti e non sapeva che cosa pensare, perché alcuni dicevano: «Giovanni è risorto dai morti», altri: «È apparso Elìa», e altri ancora: «È risorto uno degli antichi profeti».
Ma Erode diceva: «Giovanni, l’ho fatto decapitare io; chi è dunque costui, del quale sento dire queste cose?». E cercava di vederlo.
In quel tempo, il tetràrca Erode sentì parlare di tutti questi avvenimenti e non sapeva che cosa pensare, perché alcuni dicevano: «Giovanni è risorto dai morti», altri: «È apparso Elìa», e altri ancora: «È risorto uno degli antichi profeti».
Ma Erode diceva: «Giovanni, l’ho fatto decapitare io; chi è dunque costui, del quale sento dire queste cose?». E cercava di vederlo.
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