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sabato 1 settembre 2018

QUALI SONO I VERI TALENTI SECONDO IL VANGELO? / sabato XXI° sett. T.O.



Giotto - predica agli uccelli.
Oggi il Signore ci propone la problematica parabola dei talenti. Invita, anche chi crede di non essere molto capace, di aver ricevuto poco dalla vita, a “trafficare” le proprie capacità per il bene e per la gloria di Dio. Chiedendo aiuto a tutti i battezzati, nella sua lettera al Popolo di Dio del 20 agosto, papa Francesco dice che se non sarà mai abbastanza quello che si farà per chiedere perdono e riparare il danno causato, ma “non sarà mai poco quello che si fa per dar vita a una cultura capace di evitare che tali situazioni non solo non si ripetano, ma non trovino spazio per essere coperte e perpetuarsi.” “Se uno da soltanto un bicchiere d’acqua ad uno di questi piccoli non perderà la sua ricompensa”, dice Gesù. Fare con fiducia anche la più piccola azione sapendo che non sarà mai abbastanza ma non andrà certamente perduto.
Però come unire questo Vangelo con la comunità di Corinto alla quale scrive san Paolo? Proprio nel brano di oggi san Paolo sottolinea che Dio ha chiamato gente senza talenti – umani – di sapienza, di potere e soldi, di elevatezza sociale. Perché fa questo? Non servono persone ben formate e capaci per portare avanti il bene e l'evangelizzazione nel mondo? La risposta è decisamente "no!" Tra persone più mature nella fede comprendiamo infatti che passa la scena di questo mondo e se il Signore accetta qualunque dono messo al servizio del bene, i veri talenti sono i doni offerti da Dio tramite il suo Spirito. Solo questi permettono di fare “Opere di vita eterna”. Un esempio di uno che aveva già molti talenti e al quale viene dato di più, tanto di "stare nell'abbondanza", lo vedo in san Francesco nella predica agli uccelli. Mentre sale alla Verna, Francesco vede arrivare a lui uccelli di ogni tipo e sempre docile allo Spirito sente di esortarli ad amare e lodare Dio. Dopo di che, ancora sorpreso, egli riflette coi suoi compagni e giudicando come sempre la sua vita soltanto alla misura della Parola di Dio si rende conto che il Signore chiede ai suoi di “predicare evangelium omni creaturae” proclamare il vangelo ad ogni creatura (Marco 16,15)! Egli costata che non aveva ancora obbedito pienamente a questa Parola restringendo il suo annuncio ai soli esseri umani! Che meraviglia!! Oltre che di generosità, il Signore non manca di poesia!
Quando tornerà il padrone, avrai messo in pratica tutte le pagine del Vangelo che hai ascoltato?

Prima Lettura   1 Cor 1, 26-31
Dio ha scelto quello che è debole per il mondo. 
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi
Considerate la vostra chiamata, fratelli: non ci sono fra voi molti sapienti dal punto di vista umano, né molti potenti, né molti nobili.
Ma quello che è stolto per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i sapienti; quello che è debole per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i forti; quello che è ignobile e disprezzato per il mondo, quello che è nulla, Dio lo ha scelto per ridurre al nulla le cose che sono, perché nessuno possa vantarsi di fronte a Dio.
Grazie a lui voi siete in Cristo Gesù, il quale per noi è diventato sapienza per opera di Dio, giustizia, santificazione e redenzione, perché, come sta scritto, “chi si vanta, si vanti nel Signore”.

Salmo Responsoriale  
  Dal Salmo 32 
Beato il popolo scelto dal Signore.
Beata la nazione che ha il Signore come Dio,
il popolo che egli ha scelto come sua eredità.
Il Signore guarda dal cielo:
egli vede tutti gli uomini. 
Ecco, l’occhio del Signore è su chi lo teme,
su chi spera nel suo amore,
per liberarlo dalla morte
e nutrirlo in tempo di fame.
L’anima nostra attende il Signore:
egli è nostro aiuto e nostro scudo.
È in lui che gioisce il nostro cuore,
nel suo santo nome noi confidiamo.  

Canto al Vangelo   
Gv 13,34
Alleluia, alleluia.

Vi do un comandamento nuovo, dice il Signore:
come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri.
Alleluia.


Vangelo
   Mt 25, 14-30
Sei stato fedele nel poco: prendi parte alla gioia del tuo padrone. 
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Avverrà come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di ciascuno; poi partì.
Subito colui che aveva ricevuto cinque talenti andò a impiegarli, e ne guadagnò altri cinque. Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone.
Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò e volle regolare i conti con loro.
Si presentò colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne portò altri cinque, dicendo: “Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”.
Si presentò poi colui che aveva ricevuto due talenti e disse: “Signore, mi hai consegnato due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”.
Si presentò infine anche colui che aveva ricevuto un solo talento e disse: “Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso. Ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra: ecco ciò che è tuo”.
Il padrone gli rispose: “Servo malvagio e pigro, tu sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse. Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perché a chiunque ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha, verrà tolto anche quello che ha. E il servo inutile gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”».

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