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giovedì 19 gennaio 2017

19 gennaio, VIVERE NON PIU' PER SE STESSI. II° GIORNO UNITA' DEI CRISTIANI


(In questo ottavario seguiamo le letture del libretto preparato dalla “Pro Unione” a questo scopo. Vedi le citazioni date sotto).

Ieri le letture mettevano l‘accento sulla gratuità e l’universalità della salvezza in Gesù mediante la fede. Ed ecco che, oggi, nella prima lettura il profeta Michea ricorda i doni e le offerte che la Bibbia indicava come necessarie per il culto e per l’espiazione dei peccati. È vero, Michea dice che questo, in fondo, è superato: Dio non si può comprare, Egli vuole il cuore, la conversione della persona. In questo modo la tradizione antica è superata non contraddetta. Il sacrificio di espiazione aveva il senso di quantificare la gravità del peccato. Un offerta di farina per un peccato lieve, un animale piccolo per un peccato più grave, ecc. Come le multe, come le sanzioni penali (solo che nella Bibbia al povero si chiedeva meno che al ricco). Gli altri doni da portare al Tempio servono a evitare che l’uomo si chiuda nell’atteggiamento passivo e egoistico di chi deve solo ricevere, diremmo un atteggiamento “assistenzialista”. Invece riaprendo la mano e il cuore l’uomo comincia ad assomigliare sempre di più a quel Dio e Padre che tutto dona largamente senza contare. Questi modi di fare biblici hanno una loro legittimità pedagogica. Così si devono educare i figli: se sbagli ti devo mettere misericordiosamente di fronte alle tue responsabilità, ti devo far prendere coscienza del danno e del dolore che hai provocato. Se ricevi devi condividere, devi restituire a Dio e al povero, devi imitare Dio che ti dona tanto. Non devi vivere solo per te.

Ma Michea indica che questo metodo deve compiersi in un modo più alto. L’offerta quantificata quindi limitata del passato viene sostituita dall’offerta di tutto se stesso, dalla disponibilità di tutta la vita al regno di Dio.

Ma viviamo così? È una questione fondamentale. In ballo c'è l’immagine di Dio, un Dio diverso totalmente. Qual è il tuo Dio? Qual è la sua natura? Forse il tuo Dio è quello di uno che, volendo la vita e la vita in abbondanza, cerca di realizzarsi, di svilupparsi. Per questo vuoi avere, arricchire in soldi, in sapere, in relazioni, potere, sicurezza, titoli e onorificenze, godimento. Condividi questo più o meno con la tua famiglia, con gli amici o i complici, con il clan al quale appartieni. Non potendo raggiungere tutto con le proprie forze ecco che ti rivolgi a Dio che ha tutto e chiedi la grazia, le grazie. Credi al potere della preghiera e pensi di essere esaudito moltiplicando le parole o trovando la formula privilegiata, magica, aggiungendo in offerta un dono, un sacrificio, un fioretto. Se sei costante forse vuoi il “trattamento di favore”. E Dio esaudirà, aggiungerà doni, mosso e commosso dalla preghiera fedele, dal sacrificio, dai gesti di umiltà che esaltano la sua grandezza divina, lusingato nella sua vanità divina, terrà conto della formula più efficace che qualcuno ti avrà indicato, sarà costretto dalla formula che ripeterà la maga. Questo Dio non è il Dio cristiano.

Il Dio cristiano ha creato per amore gratuitamente, vuole donare la vita e la vita in abbondanza ai suoi figli, fino a colmarli, abbracciarli, farli avvicinare al sul Volto. Non vuole nulla in cambio. Non sa cosa farsi del moltiplicare delle parole, dei doni e dei sacrifici, dei noviluni e delle novene, dei fioretti e delle preghiere “indulgenziate”, particolarmente efficaci, ecc..  Ama gratuitamente i suoi figli.

Il Dio cristiano non si manifesta come Colui che ha tutto. Certo ha tutto ed è onnipotente, ma si manifesta come Colui che si spoglia, fino alla povertà assoluta della croce, della morte in croce. Egli si fa povero per arricchirci con la sua povertà. Ed è ricco veramente colui con he si fa povero come Lui. Chi perde la sua vita per causa sua la troverà.

“Dio non vuole sacrificio ma solo gratitudine e abbandono”. (santa Teresina)

Ma allora dici che sono sbagliate le novene e altre preghiere della Chiesa? No, non sono sbagliate ma sono spesso usate male. Se Dio vuole solo gratitudine e abbandono come dice santa Teresina, Dottore della Chiesa, ciò che mi aiuta ad aprire il cuore a Dio e ad abbandonarmi a Lui è buono. In particolare vuole che lo ascoltiamo (è lo Shemà che gli ebrei ripetono più volte al giorno: Deuteronomio 6,4ss), che facciamo silenzio, che leggiamo e meditiamo la sua Parola, che impariamo a comprendere l’opera che compie nella nostra vita, che rispondiamo al suo amore. Se le nostre preghiere sono un modo per “salvarci” e non perdere la nostra vita per causa di Cristo, seguendolo con fiducia nel suo cammino di spogliazione, sono inutili e perfino dannose.


II GIORNO
Vivere non più per se stessi (2 Cor 5, 15)
Michea 6, 6-8
Il Signore ha insegnato agli uomini quel che è bene
Salmo 25 [24], 1-5
Fammi conoscere le tue vie, Signore mio salvatore
1 Giovanni 4, 19-21
Noi amiamo Dio, perché Egli per primo ci ha mostrato il suo amore
Matteo 16, 24-26
Chi è pronto a sacrificare la propria vita per me la ritroverà


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