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venerdì 13 gennaio 2017

I DUE MALI PIU' GRANDI: DISPERAZIONE E PRESUNZIONE, venerdì I settimana T.O.

Il male più grave dell’uomo è il peccato. Per essere sinceri, quasi nessuno ci crede fino in fondo. Probabilmente non ci credevano gli amici del paralitico del Vangelo. Probabilmente volevano da Gesù innanzitutto la sua guarigione fisica. Invece Gesù trova più importante rimettergli i suoi peccati!

Un anziano confratello, nato in una famiglia povera di sette figli mi raccontava della fede della sua mamma che, durante la guerra, portava la sera il cibo rimasto a famiglie vicine più bisognose: - Ma  non pensi a domani? – Loro hanno fame adesso. A domani ci pensa Dio! 
Tutti i figli sono sopravvissuti e hanno pure fatto studi. Divenuta molto anziana la mamma viveva con una figlia e diceva con lei il rosario. Concluso il rosario voleva dirne un altro e la figlia aveva fretta di fare altre cose necessarie. E la mamma rispondeva: - L’unica cosa veramente necessaria è che il peccato cessi nel mondo. Diciamo un altro rosario.

La Scrittura ci richiama continuamente alla vita di comunione con Dio, sapendo che da essa scaturiscono tanti beni umani. 

Sembra che il mondo di oggi, più che nei secoli precedenti, anche tra chi dice di credere in Dio, sia soggetto ai due grandi peccati della disperazione e della presunzione. Disperazione della salvezza, del senso della vita e della croce. Presunzione che se Dio mi ama non ho bisogno di conversione. Diceva un pastore evangelico svedese Ulf Ekman: a forza di dire unilateralmente che Dio ti ama così come sei, si arriva a dire: sei bene come sei, non hai bisogno di conversione.

Ascoltiamo il richiamo salutare della lettera agli ebrei.

La vita è come un cammino in terre sconosciute e scoscesi. Non sono capace da solo di attraversarle ma con la guida tutti sono capaci, a condizione di lasciarsi guidare, di mettere i propri passi nei passi della guida.



Prima Lettura   Eb 4, 1-5.11
Affrettiamoci ad entrare in quel riposo.

Dalla lettera agli Ebrei
Fratelli, dovremmo avere il timore che, mentre rimane ancora in vigore la promessa di entrare nel suo riposo, qualcuno di voi ne sia giudicato escluso. Poiché anche noi, come quelli, abbiamo ricevuto il Vangelo: ma a loro la parola udita non giovò affatto, perché non sono rimasti uniti a quelli che avevano ascoltato con fede. Infatti noi, che abbiamo creduto, entriamo in quel riposo, come egli ha detto:
«Così ho giurato nella mia ira:
non entreranno nel mio riposo!».
Questo, benché le sue opere fossero compiute fin dalla fondazione del mondo. Si dice infatti in un passo della Scrittura a proposito del settimo giorno: «E nel settimo giorno Dio si riposò da tutte le sue opere». E ancora in questo passo: «Non entreranno nel mio riposo!». 
Affrettiamoci dunque a entrare in quel riposo, perché nessuno cada nello stesso tipo di disobbedienza.

Salmo Responsoriale  
 Dal Salmo 77
Proclameremo le tue opere, Signore.

Ciò che abbiamo udito e conosciuto
e i nostri padri ci hanno raccontato
non lo terremo nascosto ai nostri figli,
raccontando alla generazione futura
le azioni gloriose e potenti del Signore.

Essi poi si alzeranno a raccontarlo ai loro figli, 
perché ripongano in Dio la loro fiducia
e non dimentichino le opere di Dio,
ma custodiscano i suoi comandi. 

Non siano come i loro padri,
generazione ribelle e ostinata,
generazione dal cuore incostante
e dallo spirito infedele a Dio.

Canto al Vangelo   Lc 7,16
Alleluia, alleluia.

Un grande profeta è sorto tra noi, 
e Dio ha visitato il suo popolo.
Alleluia.

Vangelo   Mc 2, 1-12
Il Figlio dell'uomo ha il potere di perdonare i peccati sulla terra.

Dal vangelo secondo Marco
Gesù entrò di nuovo a Cafàrnao, dopo alcuni giorni. Si seppe che era in casa e si radunarono tante persone che non vi era più posto neanche davanti alla porta; ed egli annunciava loro la Parola.
Si recarono da lui portando un paralitico, sorretto da quattro persone. Non potendo però portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dove egli si trovava e, fatta un’apertura, calarono la barella su cui era adagiato il paralitico. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Figlio, ti sono perdonati i peccati». 
Erano seduti là alcuni scribi e pensavano in cuor loro: «Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può perdonare i peccati, se non Dio solo?». E subito Gesù, conoscendo nel suo spirito che così pensavano tra sé, disse loro: «Perché pensate queste cose nel vostro cuore? Che cosa è più facile: dire al paralitico “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire “Àlzati, prendi la tua barella e cammina”? Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere di perdonare i peccati sulla terra, dico a te – disse al paralitico –: àlzati, prendi la tua barella e va’ a casa tua». 
Quello si alzò e subito prese la sua barella, sotto gli occhi di tutti se ne andò, e tutti si meravigliarono e lodavano Dio, dicendo: «Non abbiamo mai visto nulla di simile!».

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