Il corpo decapitato di Antonio rimane in piedi fino al consumarsi del martirio dell'ultimo suo compagno. |
Questa
mattina abbiamo celebrato i martiri idruntini. Solo da qualche anno sono attento
al calendario liturgico proprio della Chiesa di Napoli perché in convento
seguivamo il calendario francescano e il calendario romano generale. E per di
più questo è il periodo in cui sono abitualmente in Francia. Da dove saranno
mai, chi saranno questi martiri? Mai sentito la parola idruntino. E scopro
che è il nome degli abitanti di Otranto, Hydrous in greco, Hydruntum in latino,
città stabilita sul sito favorevole di un torrente ricco di acque. Ecco quindi che
celebriamo gli 800 martiri di Otranto decapitati nel 1480 dagli ottomani per aver rifiutato di rinnegare la loro fede in Cristo e il loro amore per lui. In
questa professione di fede sono stati capeggiati e incoraggiati da Antonio Pezzulla
“Primaldo”, vecchio cimatore di panni. Un umile operaio, certamente coscienzioso
e attento nel suo mestiere ma che non contava per il mondo. Ed ecco che oggi è
il Patrono della sua città.
La
Chiesa insegna che il martirio è una grazia che nessuno può meritare, ma non tutti
l’accettano. Qualcuno fugge. Anche in quella occasione. La grazia non si sostituisce alla natura né alla libertà
dell’uomo. Possiamo con certezza immaginare che nella sua vita precedente Antonio
Primaldo era nascosto come san Giuseppe, ordinario lavoratore però con una vita
interiore profonda, forte e coraggioso come Giosuè, piccolo come
un bambino dato in esempio da Gesù, cioè non tenuto in conto, ma consapevole del mistero della dignità cristiana,
con un cuore che si nutre dell’amore di Dio.
Santi martiri di Otranto, dateci il vostro eroismo quotidiano nutrito di fede pura, cioè di vita nascosta come Giuseppe Maria e Gesù a Nazareth.
Santi martiri di Otranto, dateci il vostro eroismo quotidiano nutrito di fede pura, cioè di vita nascosta come Giuseppe Maria e Gesù a Nazareth.
Prima Lettura Dt
31, 1-8
Sii forte e fatti animo, Giosuè, perché tu condurrai questo popolo nella terra.
Sii forte e fatti animo, Giosuè, perché tu condurrai questo popolo nella terra.
Mosè andò e rivolse queste parole a tutto Israele. Disse loro:
«Io oggi ho centovent’anni. Non posso più andare e venire. Il Signore inoltre mi ha detto: “Tu non attraverserai questo Giordano”. Il Signore, tuo Dio, lo attraverserà davanti a te, distruggerà davanti a te quelle nazioni, in modo che tu possa prenderne possesso. Quanto a Giosuè, egli lo attraverserà davanti a te, come il Signore ha detto.
Il Signore tratterà quelle nazioni come ha trattato Sicon e Og, re degli Amorrei, e come ha trattato la loro terra, che egli ha distrutto. Il Signore le metterà in vostro potere e voi le tratterete secondo tutti gli ordini che vi ho dato.
Siate forti, fatevi animo, non temete e non vi spaventate di loro, perché il Signore, tuo Dio, cammina con te; non ti lascerà e non ti abbandonerà».
Poi Mosè chiamò Giosuè e gli disse alla presenza di tutto Israele: «Sii forte e fatti animo, perché tu condurrai questo popolo nella terra che il Signore giurò ai loro padri di darvi: tu gliene darai il possesso. Il Signore stesso cammina davanti a te. Egli sarà con te, non ti lascerà e non ti abbandonerà. Non temere e non perderti d’animo!».
Salmo Responsoriale Dt 32,3-4b.7-9.12
Porzione del Signore è il suo popolo.
Voglio proclamare il nome del Signore:
magnificate il nostro Dio!
Egli è la Roccia: perfette le sue opere,
giustizia tutte le sue vie.
Ricorda i giorni del tempo antico,
medita gli anni lontani.
Interroga tuo padre e te lo racconterà,
i tuoi vecchi e te lo diranno.
Quando l’Altissimo divideva le nazioni,
quando separava i figli dell’uomo,
egli stabilì i confini dei popoli
secondo il numero dei figli d’Israele.
Perché porzione del Signore è il suo popolo,
Giacobbe sua parte di eredità.
Il Signore, lui solo lo ha guidato,
non c’era con lui alcun dio straniero.
Canto al Vangelo Mt 11,29
Alleluia, alleluia.
Prendete il mio giogo sopra di voi, dice il Signore,
e imparate da me, che sono mite e umile di cuore.
Alleluia.
Vangelo Mt 18,1-5.10.12-14
Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli.
Dal vangelo secondo Matteo
In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: «Chi dunque è più grande nel regno dei cieli?».
Allora chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse:
«In verità io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglierà un solo bambino come questo nel mio nome, accoglie me.
Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli, perché io vi dico che i loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli.
Che cosa vi pare? Se un uomo ha cento pecore e una di loro si smarrisce, non lascerà le novantanove sui monti e andrà a cercare quella che si è smarrita? In verità io vi dico: se riesce a trovarla, si rallegrerà per quella più che per le novantanove che non si erano smarrite. Così è volontà del Padre vostro che è nei cieli, che neanche uno di questi piccoli si perda».
In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: «Chi dunque è più grande nel regno dei cieli?».
Allora chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse:
«In verità io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglierà un solo bambino come questo nel mio nome, accoglie me.
Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli, perché io vi dico che i loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli.
Che cosa vi pare? Se un uomo ha cento pecore e una di loro si smarrisce, non lascerà le novantanove sui monti e andrà a cercare quella che si è smarrita? In verità io vi dico: se riesce a trovarla, si rallegrerà per quella più che per le novantanove che non si erano smarrite. Così è volontà del Padre vostro che è nei cieli, che neanche uno di questi piccoli si perda».
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