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giovedì 15 agosto 2019

DIO COMPIE INFINITAMENTE LE SUE PROMESSE / Assunzione di Maria




La Chiesa celebra questa Solennità con due schemi diversi: le letture della Vigilia non sono le stesse dell’Eucaristia del giorno.
Il Vangelo della Vigilia – di due versetti – ci dice che Maria, più che per aver portato in grembo il Figlio di Dio, è beata per aver ascoltato la sua Parola e averla messa in pratica. Scusate, la nuova traduzione dice: “la osservano”. Ma non è lo stesso? Andiamo al testo greco: “makarioi oi …. fylassontes” “beati i … custodienti” e la traduzione latina della Vulgata diceva: “beati qui … custodiunt (verbum Dei). Per me che sono impegnato in una lotta insonne, tante volte silente ma non di meno opprimente, con il moralista, tiranno ed infelice insieme, che abita nel più profondo di me stesso è una vera liberazione, una vera buona notizia. “E chi è mai all’altezza di questi compiti (essere cristiano, testimoniare il Vangelo)” riconosce san Paolo (2 Cor 2,16). Cosa significa allora custodire la Parola di Dio? Elisabetta esclama davanti alla cuginetta: “E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto”. Cosa ha fatto Maria per concepire Gesù? Quali sforzi? Nulla poteva fare la natura umana. È solo grazia (diciamolo ai protestanti, senza dimenticare i protestanti). Ma questo Figlio è stato concepito prima nella fede, poi nel grembo. Maria ha detto sì, ha impegnato, consegnato tutta la sua vita al Signore. Una vita da misera, da persona bassa, una fragilità totale. Ha custodito la Parola di Colui che la custodiva. E questa Parola è germogliata in Lei.
Quindi non beata per i suoi privilegi ma piuttosto perché fa parte di coloro che custodiscono con fede la Parola, sapendo e credendo nel cuore che è Verità, che è la soluzione, che è via di Vita. E il Vangelo di oggi ci conferma in pieno questa verità di fede. La Chiesa sceglie per indicare la condizione di Maria Assunta nella Gloria il suo canto di esultanza al momento dell’incontro con Elisabetta. Come si sentiva allora? Felice, avvolta da questo avvenimento di amore così particolare e forte. E dopo? Dopo vennero tante gioie ma anche problemi numerosi e a volte terribili. Maria poteva perdersi, poteva entrare nel dubbio, anche solo per la lunga attesa della vita nascosta a Nazareth, sempre uguale, sempre in basso … Poi le ansie del ministero di Gesù, il suo essere cacciato dai concittadini di Nazareth. Egli ha dovuto andare via e lei Maria è rimasta nel villaggio con i commenti, gli sguardi della gente. Poi sappiamo delle tensioni crescenti contro Gesù, degli attacchi gratuiti, fino alla croce, fino al grido terribile del suo Figlio: “Padre, perché mi hai abbandonato?”. Come ha fatto a rimanere lì senza rinnegare quel Dio che li aveva portati fino a quel punto. Ma “stabat Mater”, la Madre stava in piedi, ferma, ai piedi della croce. Questa fermezza che serve poi di appoggio alla comunità degli Apostoli ancora dubitanti dopo la Risurrezione, il suo assillo quotidiano per tutti i nuovi figli della Chiesa. Ecco che ci dice oggi: “ho passato ore scure, cupe, sono stata tentata da questa tristezza terribile e dolciastra che è il dubbio che si installa e ti toglie entusiasmo, iniziativa, forza nella testimonianza e continuamente ti ripete; forse non è vero niente, hai sbagliato tutto, preoccupiamoci delle cose che si vedono, tiriamo a campare… ma no! Valeva la pena! Infinitamente valeva la pena!. Questa donna vestita di Sole è la Chiesa del mio Figlio, il suo Sogno d’amore che porta la salvezza al mondo. Questa Donna vestita di Sole sei tu, con i tuoi fratelli e sorelle che ascoltano la Parola di Dio e la custodiscono in un cuore buono e fedele, e io con voi, vostra sorella, con il mio cuore di povera e di madre docile per dare l’Amore di Dio”.
-          Ma tu, Sorella, sei la più bella tra i fratelli e sorelle che costituiscono la Chiesa, sei il frutto più bello dell’evangelizzazione, dell’amore di Dio riversato nei nostri cuori. Cammina con  noi, Immagine splendente della Chiesa, suo segno per eccellenza, segno di consolazione e di sicura speranza. Grazie Maria, Sorella e Madre nostra!
Ricordati dei tuoi incontri con il Signore, del tuo amore e del tuo entusiasmo di allora, e vivi nella loro Luce tu che conosci oggi la tua debolezza e il tuo peccato, la prova di fede. Dio non ti ha ingannato, non ti ha abbandonato, la sua Parola di compie sempre.

Seconda  Lettura   1 Cor 15, 54-57
Dio ci dà la vittoria per mezzo di Gesù Cristo.
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi
Fratelli, quando questo corpo mortale si sarà vestito d’immortalità, si compirà la parola della Scrittura:
«La morte è stata inghiottita nella vittoria.
Dov’è, o morte, la tua vittoria?
Dov’è, o morte, il tuo pungiglione?».
Il pungiglione della morte è il peccato e la forza del peccato è la Legge. Siano rese grazie a Dio, che ci dà la vittoria per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo!

Canto al Vangelo 
  Lc 11,28
Alleluia, alleluia.

Beati coloro che ascoltano la parola di Dio
e la osservano.
Alleluia.
Vangelo   Lc 11,27-28
Beato il grembo che ti ha portato!
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, mentre Gesù parlava alle folle, una donna dalla folla alzò la voce e gli disse: «Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!».
Ma egli disse: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!».

Prima Lettura  Ap 11, 19a; 12, 1-6a.10ab
Una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi.
Dal libro dell'Apocalisse di san Giovanni apostolo
Si aprì il tempio di Dio che è nel cielo e apparve nel tempio l’arca della sua alleanza.
Un segno grandioso apparve nel cielo: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e, sul capo, una corona di dodici stelle. Era incinta, e gridava per le doglie e il travaglio del parto.
Allora apparve un altro segno nel cielo: un enorme drago rosso, con sette teste e dieci corna e sulle teste sette diademi; la sua coda trascinava un terzo delle stelle del cielo e le precipitava sulla terra.
Il drago si pose davanti alla donna, che stava per partorire, in modo da divorare il bambino appena lo avesse partorito.
Essa partorì un figlio maschio, destinato a governare tutte le nazioni con scettro di ferro, e suo figlio fu rapito verso Dio e verso il suo trono. La donna invece fuggì nel deserto, dove Dio le aveva preparato un rifugio.
Allora udii una voce potente nel cielo che diceva:
«Ora si è compiuta
la salvezza, la forza e il regno del nostro Dio
e la potenza del suo Cristo».

Salmo Responsoriale  Salmo 44
Risplende la Regina, Signore, alla tua destra.
Figlie di re fra le tue predilette;
alla tua destra sta la regina, in ori di Ofir.
Ascolta, figlia, guarda, porgi l’orecchio:
dimentica il tuo popolo e la casa di tuo padre.
Il re è invaghito della tua bellezza.
È lui il tuo signore: rendigli omaggio.
Dietro a lei le vergini, sue compagne,
condotte in gioia ed esultanza,
sono presentate nel palazzo del re.

Seconda Lettura  1 Cor 15, 20-27a

Cristo risorto è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo.
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi
Fratelli, Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti. Perché, se per mezzo di un uomo venne la morte, per mezzo di un uomo verrà anche la risurrezione dei morti. Come infatti in Adamo tutti muoiono, così in Cristo tutti riceveranno la vita.
Ognuno però al suo posto: prima Cristo, che è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo. Poi sarà la fine, quando egli consegnerà il regno a Dio Padre, dopo avere ridotto al nulla ogni Principato e ogni Potenza e Forza.
È necessario infatti che egli regni finché non abbia posto tutti i nemici sotto i suoi piedi. L’ultimo nemico a essere annientato sarà la morte, perché ogni cosa ha posto sotto i suoi piedi.

Canto al Vangelo
Alleluia, alleluia.

Maria è assunta in cielo;
esultano le schiere degli angeli.
Alleluia.

  
Vangelo Lc 1, 39-56
Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente: ha innalzato gli umili.
Dal vangelo secondo Luca
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo.
Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
Allora Maria disse:
«L’anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome;
di generazione in generazione la sua misericordia
per quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva detto ai nostri padri,
per Abramo e la sua discendenza, per sempre».
Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.


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