Rovi secchi. |
Non
ci vuole molto per riconoscere in questa scena la politica di sempre: ambizioni
personali, tradimento, menzogna, violenza… ma anche la protesta della gente
onesta e delle vittime.
Il
Vangelo racconta la parabola del padrone che dona la stessa paga anche all’operaio
dell’ultima ora. È generosità e misericordia. Lì non vediamo più la politica. Questa
parabola diventata legge obbligatoria non funziona. I tentativi di imporre
sistemi di giustizia simili sono tutti falliti. Il Vangelo non è una legge ma
uno Spirito, una chiamata di alleanza da parte di Dio, un cammino con lui. In regime
di cristianità – quando tutto un popolo si riconosceva nella Chiesa – si sono fatte
leggi buone appoggiate sul Diritto Naturale che è la base del vivere umano,
accessibile alla ragione retta e agli sforzi dell’uomo. Molto spesso l’esperienza
mostra che dove non c'è il Vangelo, nemmeno il Diritto Naturale viene
rispettato. Un esempio è l’aborto. Dal momento del concepimento esiste un altro
essere, distinto dai suoi genitori anche se ancora invisibile, quindi con la
stessa dignità di tutti gli esseri umani. Ucciderlo è un crimine. L’aborto è un
crimine. Ma spesso solo chi ha fede in Dio ricorda questa verità di base e
difende la vita ancora non nata.
La
Cristianità con i suoi meriti può però creare distorsioni e confusione confondendo Stato e Chiesa. Si tende a chiamare Vangelo
e comportamento cristiano quello che è solo Diritto Naturale che deve essere condiviso
da tutti, credenti o meno. Allora chi rifiuta la Chiesa ha tendenza
a rifiutare a priori tutti i valori che la Chiesa difende e a vedere come progresso
anche ciò che va contro il Diritto Naturale.
D’altra parte a chi accetta la Chiesa sembra che le leggi civili dello
Stato “cristiano” siano tutte conformi al Vangelo. Quando cambia la legge
(divorzio, aborto) sembra a molti che queste nuove leggi
siano morali: quello che è legale è morale.
Non
si deve mai confondere Stato e Vangelo, Stato e Chiesa. Lo Stato si appoggia
sulla legge, il Vangelo e la Chiesa sono Profezia. Il Vangelo non come Legge ma come Luce, Lievito, Sale, fa bene alla
Società e i cristiani possono avere un’influenza benefica nella vita della Società
alla quale appartengono come cittadini e anche all’interno dello Stato. Anzi, per essere pienamente umana la vita (sociale) ha bisogno
della profezia del Vangelo.
Per
esempio in Colombia ci sono stati decenni di lotta sanguinosa tra le Forze
Armate Rivoluzionarie di Colombia (F.A.R.C.) e lo Stato e altri gruppi di varie
tendenze che ha lacerato profondamente la Società. Con l’accordo raggiunto di
recente si è voluto aprire un processo di pacificazione. Papa Francesco faceva
notare come il compromesso politico, la non belligeranza tra fazioni
diverse, è un passo necessario, ma non è ancora riconciliazione. Ora
un popolo, una famiglia, una comunità non possono vivere solo di compromessi,
di diritti da rispettare. Sono fatti per la comunione tra i loro membri. La Legge
senza lo Spirito, senza la vita e il cammino che suscita, non basta per creare comunione.
Il cristiano non può accontentarsi di andare incontro all’altro fermandosi a
metà cammino (ho fatto la mia parte).
Prima Lettura
Gdc 9, 6-15
Avete detto: Un re regni sopra di noi. Invece il Signore, vostro Dio, è vostro re.
Avete detto: Un re regni sopra di noi. Invece il Signore, vostro Dio, è vostro re.
In quei giorni, tutti i signori di Sichem e tutta Bet Millo si radunarono e andarono a proclamare re Abimèlec, presso la Quercia della Stele, che si trova a Sichem.
Ma Iotam, informato della cosa, andò a porsi sulla sommità del monte Garizìm e, alzando la voce, gridò: «Ascoltatemi, signori di Sichem, e Dio ascolterà voi!
Si misero in cammino gli alberi
per ungere un re su di essi.
Dissero all’ulivo:
“Regna su di noi”.
Rispose loro l’ulivo:
“Rinuncerò al mio olio,
grazie al quale
si onorano dèi e uomini,
e andrò a librarmi sugli alberi?”.
Dissero gli alberi al fico:
“Vieni tu, regna su di noi”.
Rispose loro il fico:
“Rinuncerò alla mia dolcezza
e al mio frutto squisito,
e andrò a librarmi sugli alberi?”.
Dissero gli alberi alla vite:
“Vieni tu, regna su di noi”.
Rispose loro la vite:
“Rinuncerò al mio mosto,
che allieta dèi e uomini,
e andrò a librarmi sugli alberi?”.
Dissero tutti gli alberi al rovo:
“Vieni tu, regna su di noi”.
Rispose il rovo agli alberi:
“Se davvero mi ungete re su di voi,
venite, rifugiatevi alla mia ombra;
se no, esca un fuoco dal rovo
e divori i cedri del Libano”».
Salmo Responsoriale Dal Salmo 20
Signore, il re gioisce della tua potenza!
Signore, il re gioisce della tua potenza!
Quanto esulta per la tua vittoria!
Hai esaudito il desiderio del suo cuore,
non hai respinto la richiesta delle sue labbra.
Gli vieni incontro con larghe benedizioni,
gli poni sul capo una corona di oro puro.
Vita ti ha chiesto, a lui l’hai concessa,
lunghi giorni in eterno, per sempre.
Grande è la sua gloria per la tua vittoria,
lo ricopri di maestà e di onore,
poiché gli accordi benedizioni per sempre,
lo inondi di gioia dinanzi al tuo volto.
Canto al Vangelo Eb 4,12
Alleluia, alleluia.
La parola di Dio è viva, efficace;
discerne i sentimenti e i pensieri del cuore.
Alleluia.
Vangelo Mt 20, 1-16
Sei invidioso perché io sono buono?
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: “Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò”. Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno, e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: “Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?”. Gli risposero: “Perché nessuno ci ha presi a giornata”. Ed egli disse loro: “Andate anche voi nella vigna”.
Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: “Chiama i lavoratori e da’ loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi”. Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch’essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone dicendo: “Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo”.
Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: “Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?”.
Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi».
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