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martedì 30 aprile 2019

COME IL VENTO CHE SOFFIA / martedì II° di Pasqua


«Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito»: ci sono frasi particolarmente pericolose nella Scrittura. Questa, tratta dal vangelo di oggi, è una di esse. Il Signore annuncia libertà, come quella del vento. E non necessariamente si tratta di una brezza leggera, ma può essere il vento gagliardo della Pentecoste che apre le porte finora chiuse (Con grandi segni di potenza gli apostoli rendevano testimonianza... ). Eppure la Chiesa è piena di regole piccole e grandi, Costituzioni, uniformi, distintivi, rubriche. Avrebbe paura della legge della libertà (Giacomo 1,25) che ci ha dato il Signore? (vedi anche “Il Signore è lo Spirito e dove c'è lo Spirito del Signore c'è libertà” (2 Cor 3:17). “E questo proprio a causa dei falsi fratelli che si erano intromessi a spiare la libertà che abbiamo in Cristo Gesù, allo scopo di renderci schiavi” (Gal 2:4), “Voi infatti, fratelli, siete stati chiamati a libertà” (Gal 5:13), o ancora Ebrei 3,6: "E la sua casa siamo noi, se conserviamo la libertà e la speranza di cui ci vantiamo".

Dopo il Concilio è nata una fraternità col carisma di aiutare i suoi membri a crescere nella propria vocazione, e la regola di vita comune era una sola, lo Spirito di Famiglia: come in una famiglia ci si vuole bene e ci si aiuta a vicenda, così, chi vuole seguire il Signore e prega, si nutre dei sacramenti, studia teologia, non mancherà di farsi carico dei fratelli e della comunità. Questo tentativo ha avuto una certa espansione, in Albania, in Africa, per la qualità dei suoi iniziatori, ma è stato necessario dare dei punti di riferimento, delle leggi, perché facilmente prevaleva l’egoismo, l’individualismo. Vedi l’esortazione di Pietro: “Comportatevi come uomini liberi, non servendovi della libertà come di un velo per coprire la malizia, ma come servitori di Dio. (1 P 2:16), i richiami di Paolo: "Voi infatti, fratelli, siete stati chiamati a libertà. Purché questa libertà non divenga un pretesto per vivere secondo la carne, ma mediante la carità siate a servizio gli uni degli altri". (Gal 5:13). La risposta della Chiesa non è però mai stata solo delle regole, ma della formazione, del catecumenato. Le tre fasi della vita spirituale indicate nel Medioevo come "purgativa", "illuminativa" e "unitiva" sono state riproposte ultimamente in un linguaggio aggiornato  come "fase della umiltà", "fase della semplicità" e "fase della lode".
Ma soprattutto conta lo spirito che mi guida. Avrò libertà nel Signore e non nella carne se guarderò costantemente alla Croce del Signore, all’Amore che l’ha spinto a salire su quel legno per la mia salvezza, se sarò “testimone delle sofferenze di Cristo” (1 Pietro 5,1) e correrò affinché “io possa conoscere lui, la potenza della sua risurrezione, la partecipazione alle sue sofferenze e alle sue umiliazioni, diventandogli conforme nella morte” (vedi Filipesi 3:10).
La rinascita e la libertà nello Spirito non è mai slegata dalla croce e dalla rinuncia a se stesso: «bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna».

Prima Lettura   At 4, 32-37
Un cuore solo e un'anima sola.

Dagli Atti degli Apostoli
La moltitudine di coloro che erano diventati credenti aveva un cuore solo e un’anima sola e nessuno considerava sua proprietà quello che gli apparteneva, ma fra loro tutto era comune.
Con grande forza gli apostoli davano testimonianza della risurrezione del Signore Gesù e tutti godevano di grande favore.
Nessuno infatti tra loro era bisognoso, perché quanti possedevano campi o case li vendevano, portavano il ricavato di ciò che era stato venduto e lo deponevano ai piedi degli apostoli; poi veniva distribuito a ciascuno secondo il suo bisogno. Così Giuseppe, soprannominato dagli apostoli Bàrnaba, che significa “figlio dell’esortazione”, un levìta originario di Cipro, padrone di un campo, lo vendette e ne consegnò il ricavato deponendolo ai piedi degli apostoli.

Salmo Responsoriale   Dal Salmo 92
Il Signore regna, si riveste di maestà.
Oppure:
Regna il Signore, glorioso in mezzo a noi.

Regna il Signore, glorioso in mezzo a noi.

Il Signore regna, si riveste di maestà:
si riveste il Signore, si cinge di forza.

È stabile il mondo, non potrà vacillare.
Stabile è il tuo trono da sempre,
dall’eternità tu sei.

Davvero degni di fede i tuoi insegnamenti!
La santità si addice alla tua casa
per la durata dei giorni, Signore. 

Canto al Vangelo
    Gv 3,15
Alleluia, alleluia.
Bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo,
perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna.
Alleluia.

Vangelo
   Gv 3,7b-15
Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo.

Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Non meravigliarti se ti ho detto: dovete nascere dall’alto. Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito».
Gli replicò Nicodèmo: «Come può accadere questo?». Gli rispose Gesù: «Tu sei maestro di Israele e non conosci queste cose? In verità, in verità io ti dico: noi parliamo di ciò che sappiamo e testimoniamo ciò che abbiamo veduto; ma voi non accogliete la nostra testimonianza. Se vi ho parlato di cose della terra e non credete, come crederete se vi parlerò di cose del cielo? Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna».

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