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martedì 16 aprile 2019

IL VALORE DI NOTRE DAME DE PARIS



Siamo ancora increduli, ancora scioccati dallo spettacolo delle fiamme di ieri a Parigi. Sono stato parigino solo per un brevissimo periodo e non ho frequentato spesso la Cattedrale eppure sta nel mio cuore in modo profondo. Cosa è successo ieri con l’incendio di Notre Dame? L’inchiesta ce lo dirà ma credo che sia solo un incidente, magari frutto di trascuratezza. Siamo grati a tutti quelli che hanno rischiato e lottato e al fatto che non ci sono state vittime.
Il problema è anche di comprendere come reagiremo. Concentrandoci solo sul Patrimonio storico oppure evangelizzando e dando testimonianza a Colui che è risorto per costruire chiese di pietre vive? Infatti questo dramma ci ripropone il valore degli edifici religiosi. A torto, poco tempo fa, i giornali hanno diffuso la notizia che papa Francesco fosse favorevole alla vendita delle chiese non più usate per il culto per darne il ricavato a favore dei poveri. Quei giornalisti hanno letto male un suo messaggio molto chiaro e anche breve mandato ad un convegno che si confrontava con questo problema. Il papa non escludeva la vendita di tali edifici, ma presentava questa scelta come l’ultima soluzione, solo dopo aver sentito anche il parere della gente del luogo, e solo se appariva con molta chiarezza che lo scopo era aiutare i poveri e non colmare un vuoto di cassa. Non si può trattare un edificio di culto, anche in disuso, come un bene immobile qualsiasi. Se si vende la casa privata del vescovo va bene, anzi, forse va benissimo … Anche i vasi sacri a condizione che siano ridotti a materia preziosa (lingotto d’oro) va bene. Abbiamo abbondanti esempi durante il Medio Evo di vendita di preziosi da parte di vescovi per venire incontro alle necessità dei poveri. Un luogo di preghiera invece racconta sempre la storia di una comunità e della sua fede. Nella misura in cui si è radicato simbolicamente nel cuore del popolo deve essere preservato.


Il messaggio che papa Francesco ha mandato al vescovo di Parigi lo ribadisce con chiarezza:
… “questa catastrofe ha gravemente danneggiato un edificio storico. Ma ho coscienza che ha anche toccato un simbolo nazionale caro al cuore dei Parigini e dei Francesi nella diversità delle loro convinzioni. Perché Notre Dame è il gioiello architetturale di una memoria collettiva, il luogo di raduno per tanti grandi avvenimenti, il testimone della fede e della preghiera dei cattolici nel cuore della cité.
Salutando il coraggio e il lavoro dei pompieri che sono intervenuti per circoscrivere l’incendio, formo il voto che la cattedrale Notre Dame possa ridiventare, grazie ai lavori di ricostruzione e alla mobilitazione di tutti, questo bello scrigno nel cuore della cité, segno della fede di coloro che l’hanno edificato, chiesa-madre della vostra diocesi, patrimonio architetturale e spirituale di Parigi, della Francia e dell’umanità.” …
Che equilibrio e bellezza semplice in questo testo: nel primo paragrafo si parte dall’edificio storico per arrivare alla fede e alla preghiera dei cattolici, nel secondo si parte dalla fede per arrivare all’edificio storico patrimonio comune… La ricostruzione di Notre Dame non deve finire di farla diventare un museo dove la fede è solo un ricordo ma restituire alla comunità cattolica di Parigi la sua Cattedrale.
Questa attenzione alla Storia e alla dimensione simbolica e sacra dei luoghi è totalmente coerente con le parole di Gesù che dice del Tempio di Gerusalemme che non ne resterà pietra su pietra mentre parla del Tempio del suo Corpo che sarà distrutto ma che egli ricostruirà per l’eternità. È stata anche questa la reazione del vescovo di Reims, presidente dei vescovi francesi: “nulla su questa terra è destinato a durare per sempre”.
La memoria è indispensabile e le chiese ne sono il luogo per eccellenza, ma Cristo risorto è presente ovunque due o più sono riuniti nel suo nome. Anche gli ebrei che, credo, attribuivano un valore più grande al Tempio di Gerusalemme sono sopravvissuti alla sua distruzione e hanno prosperato perché la benedizione di Abramo non è legata essenzialmente ad un luogo o a degli elementi materiali ma alla sua fede e a quella dei suoi discendenti. Ma ci sono alcuni ebrei che spendono la loro vita – e i loro soldi – per ricostituire gli arredi d’oro del Tempio, come ci sono cattolici che vivono nel passato e anche qualcuno che disegna la lettera “M” sull’Europa unendo idealmente dei santuari mariani. Il problema è che, non avendo nessun fondamento biblico, per ogni autore questa “M” include percorsi e santuari diversi. Ma ci sono stati gruppetti di nostalgici che hanno fatto una dura lotta per preservare una Chiesa totalmente inutilizzata perché stava su questa linea di “energia mistica” e abbatterla avrebbe privato la Francia di una protezione divina essenziale …
Il Padre cerca adoratori in Spirito e Verità!

MESSAGE DU PAPE FRANÇOIS
À MGR MICHEL AUPETIT, ARCHEVÊQUE DE PARIS

S.E. Mgr Michel AUPETIT
Archevêque de Paris
Suite à l’incendie qui a ravagé une grande partie de la cathédrale Notre Dame, je m’associe à votre tristesse, ainsi qu’à celle des fidèles de votre diocèse, des habitants de Paris et de tous les Français. En ces Jours Saints où nous faisons mémoire de la passion de Jésus, de sa mort et de sa résurrection, je vous assure de ma proximité spirituelle et de ma prière.
Cette catastrophe a gravement endommagé un édifice historique. Mais j’ai conscience qu’elle a aussi affecté un symbole national cher au cœur des Parisiens et des Français dans la diversité de leurs convictions. Car Notre Dame est le joyau architectural d’une mémoire collective, le lieu de rassemblement pour nombre de grands évènements, le témoin de la foi et de la prière des catholiques au sein de la cité.
 En saluant le courage et le travail des pompiers qui sont intervenus pour circonscrire l’incendie, je forme le vœu que la cathédrale Notre Dame puisse redevenir, grâce aux travaux de reconstruction et à la mobilisation de tous, ce bel écrin au cœur de la cité, signe de la foi de ceux qui l’ont édifié, église-mère de votre diocèse, patrimoine architectural et spirituel de Paris, de la France et de l’humanité.
Avec cette espérance, je vous accorde de grand cœur la bénédiction apostolique, ainsi qu’aux Évêques de France et aux fidèles de votre diocèse, et j’appelle la bénédiction de Dieu sur les habitants de Paris et sur tous les Français.
16 avril 2019
Franciscus Pp.



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