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venerdì 5 aprile 2019

PREGIUDIZIO E OSTILITA' RENDONO STUPIDI / venerdì IV Quaresima



Nella prima lettura gli empi vogliono tendere insidie al giusto perché è un costante rimprovero alla loro condotta. Non capiscono egli che porta la speranza di una vita migliore. Nel Vangelo gente semplice di Gerusalemme rimane perplessa di fronte a Gesù perché, secondo l’insegnamento comune ricevuto, non sembra riempire alcune condizioni del Messia atteso. Non sono pronti alle sorprese di Dio. Non comprendono che il loro modo di intendere l’insegnamento tradizionale li chiude alla realtà che è più grande, va aldilà. Certamente l’ostilità nella prima lettura è molto più grave dell’ignoranza del popolo di Gerusalemme. Eppure tutt’e due impediscono di aprirsi alla Salvezza e facilmente le due cose sono legate. Il pregiudizio e il seguire i sentimenti di antipatia, portano a non comprendere, a non cogliere la verità delle situazioni. La pigrizia (mentale) genera facilmente sentimenti di chiusura.
Questo si verifica ogni giorno nelle relazioni tra singoli, tra membri della stessa famiglia, tra famiglie e tra gruppi: il pregiudizio, il non andare aldilà mortifica la ricchezza delle relazioni quando non le distrugge. Ci vuole un’ascesi costante per non permettere che diventi un cancro che rovina sia il bene personale che, ancora prima, il bene comune.
Questo si vede anche nella Storia tra i popoli e in particolare tra membri di religioni o confessioni diverse. S. Giovanni XXIII invitò a cercare innanzitutto ciò che unisce e non ciò che divide. Per molti fu l’inizio di una rivoluzione copernicana nel rapportarsi agli altri, agli altri cristiani e agli ebrei, ai credenti di altre fedi, e al mondo intero.

Prima Lettura   Sap 2, 1. 12-22
Condanniamolo a una morte infame.

Dal libro della Sapienza
Dicono [gli empi] fra loro sragionando:
«Tendiamo insidie al giusto, che per noi è d’incomodo
e si oppone alle nostre azioni;
ci rimprovera le colpe contro la legge
e ci rinfaccia le trasgressioni contro l’educazione ricevuta.
Proclama di possedere la conoscenza di Dio
e chiama se stesso figlio del Signore.
È diventato per noi una condanna dei nostri pensieri;
ci è insopportabile solo al vederlo,
perché la sua vita non è come quella degli altri,
e del tutto diverse sono le sue strade.
Siamo stati considerati da lui moneta falsa,
e si tiene lontano dalle nostre vie come da cose impure.
Proclama beata la sorte finale dei giusti
e si vanta di avere Dio per padre.
Vediamo se le sue parole sono vere,
consideriamo ciò che gli accadrà alla fine.
Se infatti il giusto è figlio di Dio, egli verrà in suo aiuto
e lo libererà dalle mani dei suoi avversari.
Mettiamolo alla prova con violenze e tormenti,
per conoscere la sua mitezza
e saggiare il suo spirito di sopportazione.
Condanniamolo a una morte infamante,
perché, secondo le sue parole, il soccorso gli verrà».
Hanno pensato così, ma si sono sbagliati;
la loro malizia li ha accecati.
Non conoscono i misteriosi segreti di Dio,
non sperano ricompensa per la rettitudine
né credono a un premio per una vita irreprensibile.

Salmo Responsoriale   Dal Salmo 33
Il Signore è vicino a chi ha il cuore spezzato.

Il volto del Signore contro i malfattori,
per eliminarne dalla terra il ricordo.
Gridano i giusti e il Signore li ascolta,
li libera da tutte le loro angosce.

Il Signore è vicino a chi ha il cuore spezzato,
egli salva gli spiriti affranti.
Molti sono i mali del giusto,
ma da tutti lo libera il Signore.

Custodisce tutte le sue ossa:
neppure uno sarà spezzato.
Il Signore riscatta la vita dei suoi servi;
non sarà condannato chi in lui si rifugia.

Canto al Vangelo   Mt 4,4b
Gloria a te, o Cristo, Verbo di Dio!
Non di solo pane vivrà l’uomo,
ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio.
Gloria a te, o Cristo, Verbo di Dio!


Vangelo
   Gv 7, 1-2. 10. 25-30
Cercavano di arrestare Gesù, ma non era ancora giunta la sua ora.

Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù se ne andava per la Galilea; infatti non voleva più percorrere la Giudea, perché i Giudei cercavano di ucciderlo.
Si avvicinava intanto la festa dei Giudei, quella delle Capanne. Quando i suoi fratelli salirono per la festa, vi salì anche lui: non apertamente, ma quasi di nascosto.
Alcuni abitanti di Gerusalemme dicevano: «Non è costui quello che cercano di uccidere? Ecco, egli parla liberamente, eppure non gli dicono nulla. I capi hanno forse riconosciuto davvero che egli è il Cristo? Ma costui sappiamo di dov’è; il Cristo invece, quando verrà, nessuno saprà di dove sia».
Gesù allora, mentre insegnava nel tempio, esclamò: «Certo, voi mi conoscete e sapete di dove sono. Eppure non sono venuto da me stesso, ma chi mi ha mandato è veritiero, e voi non lo conoscete. Io lo conosco, perché vengo da lui ed egli mi ha mandato».
Cercavano allora di arrestarlo, ma nessuno riuscì a mettere le mani su di lui, perché non era ancora giunta la sua ora. 

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