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domenica 11 febbraio 2018

11 FEBBRAIO, LA RINUNCIA DI PAPA BENEDETTO

Papa Benedetto XVI legge in latino la dichiarazione della sua rinuncia, nello stupore dei Cardinali.
L’11 febbraio ci rammenta a tutti ormai la rinuncia di papa Benedetto XVI. Ricordo lo smarrimento e i commenti delle persone, anche lontane dalla Chiesa: “è venuta la fine del mondo!” sono state le parole di qualcuno e la sostanza di molti discorsi. C'era un sentimento di perdita di punto di riferimento. Io invece gioivo perché ho creduto subito che papa Benedetto diceva la semplice verità sui motivi della sua rinuncia e vedevo la sua libertà che era di tutta la Chiesa. Conoscendo la Storia della Chiesa sapevo che essa aveva attraversato momenti molto più difficili senza scomparire, ma piuttosto rinnovandosi, ed ero curioso di vedere cosa sarebbe successo nel prossimo futuro. È vero però che l’indomani mi sono sentito anch’io raggiunto dal sentimento di chi si sentiva come orfano e l’ho compreso meglio. Era comunque un avvenimento di portata enorme che arrivava al cuore profondo.


Penso che sia molto interessante rileggere e meditare ciò che disse il Papa la mattina del giovedì 28 febbraio 2013, nella Sala Clementina, congedandosi dai cardinali (le sue dimissioni presero effetto da quel giorno come egli aveva deciso). Nella sua breve ultima allocuzione da Vescovo di Roma e Successore di Pietro, Joseph Ratzinger sviluppò questi pensieri:

Abbiamo donato la speranza che viene da Cristo 
"In questi otto anni, abbiamo vissuto con fede momenti bellissimi di luce radiosa nel cammino della Chiesa, assieme a momenti in cui qualche nube si è addensata nel cielo. Abbiamo cercato di servire Cristo e la sua Chiesa con amore profondo e totale, che è l’anima del nostro ministero. Abbiamo donato speranza, quella che ci viene da Cristo, che solo può illuminare il cammino."
La Chiesa non è stata inventata a tavolino ...
"Vorrei lasciarvi un pensiero semplice, che mi sta molto a cuore: un pensiero sulla Chiesa, sul suo mistero, che costituisce per tutti noi - possiamo dire - la ragione e la passione della vita. Mi lascio aiutare da un’espressione di Romano Guardini, scritta proprio nell’anno in cui i Padri del Concilio Vaticano II approvavano la Costituzione Lumen Gentium, nel suo ultimo libro, con una dedica personale anche per me; perciò le parole di questo libro mi sono particolarmente care. Dice Guardini: La Chiesa “non è un’istituzione escogitata e costruita a tavolino…, ma una realtà vivente… Essa vive lungo il corso del tempo, in divenire, come ogni essere vivente, trasformandosi… Eppure nella sua natura rimane sempre la stessa, e il suo cuore è Cristo”."
La Chiesa vive, cresce e si risveglia nelle anime
"E’ stata la nostra esperienza, ieri, mi sembra, in Piazza: vedere che la Chiesa è un corpo vivo, animato dallo Spirito Santo e vive realmente dalla forza di Dio. Essa è nel mondo, ma non è del mondo: è di Dio, di Cristo, dello Spirito. Lo abbiamo visto ieri. Per questa è vera ed eloquente anche l’altra famosa espressione di Guardini: “La Chiesa si risveglia nelle anime”. La Chiesa vive, cresce e si risveglia nelle anime, che - come la Vergine Maria - accolgono la Parola di Dio e la concepiscono per opera dello Spirito Santo; offrono a Dio la propria carne e, proprio nella loro povertà e umiltà, diventano capaci di generare Cristo oggi nel mondo. Attraverso la Chiesa, il Mistero dell’Incarnazione rimane presente per sempre. Cristo continua a camminare attraverso i tempi e tutti i luoghi."
La mia incondizionata reverenza ed obbedienza al futuro Papa
"Prima di salutarvi personalmente, desidero dirvi che continuerò ad esservi vicino con la preghiera, specialmente nei prossimi giorni, affinché siate pienamente docili all’azione dello Spirito Santo nell’elezione del nuovo Papa. Che il Signore vi mostri quello che è voluto da Lui. E tra voi, tra il Collegio Cardinalizio, c’è anche il futuro Papa al quale già oggi prometto la mia incondizionata reverenza ed obbedienza. Per questo, con affetto e riconoscenza, vi imparto di cuore la Benedizione Apostolica."


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