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mercoledì 14 febbraio 2018

CATTIVE INTERPRETAZIONI DELLA SACRA SCRITTURA / martedì VI sett. T.O.


La Sacra Scrittura è fondamentale per la nostra vita. È la nostra consolazione, lampada che brilla in un luogo oscuro per illuminare i nostri passi (E così abbiamo conferma migliore della parola dei profeti, alla quale fate bene a volgere l'attenzione, come a lampada che brilla in un luogo oscuro, finché non spunti il giorno e la stella del mattino si levi nei vostri cuori” (2P. 1:19);  “Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino” (Sal 118:105.) Tutto ciò che è scritto si compie. Gesù è venuto per compiere le Scritture ( Ma come allora si adempirebbero le Scritture, secondo le quali così deve avvenire?” Mt 26:54). Nella Sacra Scrittura tutto è vero, sia le verità accessibili alla stessa ragione umana affinché tramite la Rivelazione quel contenuto possa “essere conosciuto da tutti facilmente, con ferma certezza e senza mescolanza d'errore” (Costituzione dottrinale del Concilio Vaticano II Dei Verbum, 6 ) sia ciò che è direttamente legato a ciò che Dio ha compiuto nella Storia al fine di rivelarsi e salvarci cosicché Tutta la Scrittura infatti è ispirata da Dio e utile per insegnare, convincere, correggere e formare alla giustizia, perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona” (2Tm 3:16). L’uomo è giudicato da essa, “infatti la parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell'anima e dello spirito, delle giunture e delle midolla e scruta i sentimenti e i pensieri del cuore. Non v'è creatura che possa nascondersi davanti a lui, ma tutto è nudo e scoperto agli occhi suoi e a lui noi dobbiamo rendere conto”(Ebrei 4,12-13). L’uomo non può giudicarla. Non solo, ma “sappiate anzitutto questo: nessuna scrittura profetica va soggetta a privata spiegazione, poiché non da volontà umana è mai venuta una profezia, ma mossi da Spirito Santo parlarono alcuni uomini da parte di Dio” (2Pt 1:20). L’uomo è “sotto la Parola di Dio” e non “sopra”. Ma l’uomo carnale non comprende Dio e non comprende la Parola, per cui è necessario che Dio gli doni la comprensione delle Scritture (Lc 24:45 “Allora (Gesù) aprì loro la mente all'intelligenza delle Scritture e disse: ...”). 


Rimane dunque il gravissimo problema dell’interpretazione delle Scritture. Chi può interpretare la Scrittura? Con l’aiuto dello Spirito Santo l’uomo può comprendere le Scritture di cui lo stesso Spirito Santo è autore infallibile (gli autori ispirati hanno scritto "tutte e soltanto quelle cose che egli voleva fossero scritte" D.V. 11 ), ma il pericolo di errore è così grande che Dio ci ha dato il soccorso indispensabile del Magistero: L'ufficio poi d'interpretare autenticamente la parola di Dio, scritta o trasmessa, è affidato al solo magistero vivo della Chiesa, la cui autorità è esercitata nel nome di Gesù Cristo. Il quale magistero però non è superiore alla parola di Dio ma la serve, insegnando soltanto ciò che è stato trasmesso, in quanto, per divino mandato e con l'assistenza dello Spirito Santo, piamente ascolta, santamente custodisce e fedelmente espone quella parola, e da questo unico deposito della fede attinge tutto ciò che propone a credere come rivelato da Dio.
È chiaro dunque che la sacra Tradizione, la sacra Scrittura e il magistero della Chiesa, per sapientissima disposizione di Dio, sono tra loro talmente connessi e congiunti che nessuna di queste realtà sussiste senza le altre, e tutte insieme, ciascuna a modo proprio, sotto l'azione di un solo Spirito Santo, contribuiscono efficacemente alla salvezza delle anime.” (Dei Verbum, 10).

Il credente sincero e ben formato, in particolare che conosce l’insegnamento infallibile della Chiesa e aderisce con religioso ossequio al suo Magistero, vive in comunione con i legittimi Pastori, in modo particolare con il vescovo di Roma, può leggere con fiducia la Scrittura fidandosi della guida dello Spirito Santo. Questo, però, a condizione che egli eserciti su se stesso una costante vigilanza, allenandosi a riconoscere il proprio peccato e praticando in particolare la virtù dell’umiltà, rifuggendo dal pericolo mortale dell’orgoglio e della presunzione.

Le due letture di oggi ci fanno vedere come è facile cadere in una cattiva interpretazione. San Giacomo mette in guardia i cristiani di dare la colpa dei loro peccati a Dio (o al prossimo). Cosa non rara anche alla nostra generazione: quanti dicono che non è mai colpa loro ma degli altri o di Dio?. Gesù si trova confrontato con il condizionamento che un semplice “languorino” può esercitare sui suoi discepoli. Egli parla del lievito dei farisei che è l’ipocrisia. Dalla fame che li minaccia, essi associano la parola lievito al pane che si fa con il lievito e discutono tra loro di tutt’altra cosa: “non abbiamo pane! Come facciamo?”

Prima Lettura  Gc 1, 12-18
Dio non tenta nessuno.

Dalla lettera di san Giacomo apostolo
Beato l’uomo che resiste alla tentazione perché, dopo averla superata, riceverà la corona della vita, che il Signore ha promesso a quelli che lo amano.
Nessuno, quando è tentato, dica: «Sono tentato da Dio»; perché Dio non può essere tentato al male ed egli non tenta nessuno. Ciascuno piuttosto è tentato dalle proprie passioni, che lo attraggono e lo seducono; poi le passioni concepiscono e generano il peccato, e il peccato, una volta commesso, produce la morte.
Non ingannatevi, fratelli miei carissimi; ogni buon regalo e ogni dono perfetto vengono dall’alto e discendono dal Padre, creatore della luce: presso di lui non c’è variazione né ombra di cambiamento. Per sua volontà egli ci ha generati per mezzo della parola di verità, per essere una primizia delle sue creature.

Salmo Responsoriale   Dal Salmo 93
Beato l’uomo a cui insegni la tua legge, Signore.

Beato l’uomo che tu castighi, Signore,
e a cui insegni la tua legge,
per dargli riposo nei giorni di sventura.

Poiché il Signore non respinge il suo popolo
e non abbandona la sua eredità,
il giudizio ritornerà a essere giusto
e lo seguiranno tutti i retti di cuore.

Quando dicevo: «Il mio piede vacilla»,
la tua fedeltà, Signore, mi ha sostenuto.
Nel mio intimo, fra molte preoccupazioni,
il tuo conforto mi ha allietato. 

Canto al Vangelo  Gv 14, 23 
Alleluia, alleluia.

Se uno mi ama, osserverà la mia parola, dice il Signore,
e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui.
Alleluia.


Vangelo   Mc 8, 14-21
Guardatevi dal lievito dei farisei e dal lievito di Erode.

Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, i discepoli avevano dimenticato di prendere dei pani e non avevano con sé sulla barca che un solo pane. Allora Gesù li ammoniva dicendo: «Fate attenzione, guardatevi dal lievito dei farisei e dal lievito di Erode!». Ma quelli discutevano fra loro perché non avevano pane.
Si accorse di questo e disse loro: «Perché discutete che non avete pane? Non capite ancora e non comprendete? Avete il cuore indurito? Avete occhi e non vedete, avete orecchi e non udite? E non vi ricordate, quando ho spezzato i cinque pani per i cinquemila, quante ceste colme di pezzi avete portato via?». Gli dissero: «Dodici». «E quando ho spezzato i sette pani per i quattromila, quante sporte piene di pezzi avete portato via?». Gli dissero: «Sette». E disse loro: «Non comprendete ancora?».

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