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mercoledì 10 gennaio 2018

UOMINI E NON ANGELI (RIBELLI) / martedì 1a sett. T. O.


Gesù è la Verità. È l’Amore che si fa vicinanza. Quando appare rallegra e allo stesso tempo disturba. La Chiesa è sempre un po’ disturbata dal suo Signore, perché mai “arrivata”, ma “semper reformanda”, sempre in un cammino di riforma confrontandosi con il Vangelo. La Chiesa cammina NEL Vangelo ma anche VERSO la pienezza del Vangelo dal giorno stesso di Pentecoste.


Il deposito della fede è immutabile, ma la comprensione di questo deposito cresce lungo i secoli e la tradizione della Chiesa si arricchisce (qualche comunità singola può regredire nell'esperienza e la conoscenza del Vangelo, così come le persone individuali). Guidati dal Magistero, senza contraddire le basi della fede, i Santi hanno aperto orizzonti nuovi, approfondimenti ai quali nessuno finora pensava. E il Magistero ha valutato e accolto ciò che lo Spirito Santo opera e “dice alle Chiese”.

Ci sono due modi di accogliere la Verità. Il modo angelico e il modo umano. Il modo angelico nel Vangelo di oggi è testimoniato da un angelo cattivo, uno spirito impuro: è una comprensione immediata e nel caso del demonio è logicamente un rifiuto immediato, deciso, totale (notiamo peraltro che il demonio, come gli angeli buoni, è anche lui una creatura e quindi non sa tutto). Il modo umano invece è sempre a tastoni, sempre progressivo. Gesù parla con autorità, ma gli scribi non riescono a parlare come lui. Anna prega anno dopo anno chiedendo la grazia di avere un bambino. Non pensa ad uscire dal suo dolore, prega da sola. Anche il sacerdote Eli, vede in lei in un primo tempo una delle tante donne che, sotto il pretesto del pasto sacro di comunione con il Signore, bevono fino all’ubriachezza. Poi si accorge umilmente del suo errore e benedice questa donna afflitta. L’unione di queste due preghiere sarà esaudita e nascerà Samuele.

Gesù, da uomo, parla con autorità perché vive quello che predica. Un modo per  il demonio per tentarci è di farci credere che abbiamo la comprensione di tutto, come se fossimo angeli, di poter giudicare gli altri. Ma nessuno possiede Dio, nessuno comprende in tutto il fratello. Quante condanne, quante streghe bruciate, quante crociate in nome della Verità. Ci sono delle Verità conosciute e irrefutabili che sono fondamenti saldi, ma imitiamo Gesù che, pur essendo la Verità, rimane un maestro mite e umile, vicino alle persone. Se tutti i censori delle nostre famiglie e delle nostre comunità ricordassero di essere anche loro in cammino nella e verso la Verità, di essere anche loro peccatori e manipolabili dal demonio, questi non potrebbe tentarli. Ogni volta che pensiamo di sapere già tutto e ci erigiamo a giudici, facciamo errori, talvolta  terribili. Se non sono attento mi capita facilmente. Un cieco nato non sa cosa è la luce. I ciechi spirituali pensano di vedere. Sono i più disastrosi. Ci sono troppi oggi che aizzano i fedeli contro i preti, i vescovi, il Papa, in nome della fedeltà alla Fede. Questo non viene dallo Spirito di Dio. 

Pubblico questo post solo oggi perché pensavo di esagerare, poi ho letto l'omelia di papa Francesco su queste stesse letture. Non dice le stesse cose mie ma mi sono sentito in comunione con la sua interpretazione e questo mi ha incoraggiato.


Prima Lettura   1 Sam 1, 9-20
Il Signore si ricordò di Anna ed ella partorì Samuèle.

Dal primo libro di Samuèle
In quei giorni Anna si alzò, dopo aver mangiato e bevuto a Silo; in quel momento il sacerdote Eli stava seduto sul suo seggio davanti a uno stipite del tempio del Signore. Ella aveva l’animo amareggiato e si mise a pregare il Signore, piangendo dirottamente. Poi fece questo voto: «Signore degli eserciti, se vorrai considerare la miseria della tua schiava e ricordarti di me, se non dimenticherai la tua schiava e darai alla tua schiava un figlio maschio, io lo offrirò al Signore per tutti i giorni della sua vita e il rasoio non passerà sul suo capo».
Mentre ella prolungava la preghiera davanti al Signore, Eli stava osservando la sua bocca. Anna pregava in cuor suo e si muovevano soltanto le labbra, ma la voce non si udiva; perciò Eli la ritenne ubriaca. Le disse Eli: «Fino a quando rimarrai ubriaca? Smaltisci il tuo vino!». Anna rispose: «No, mio signore; io sono una donna affranta e non ho bevuto né vino né altra bevanda inebriante, ma sto solo sfogando il mio cuore davanti al Signore. Non considerare la tua schiava una donna perversa, poiché finora mi ha fatto parlare l’eccesso del mio dolore e della mia angoscia».
Allora Eli le rispose: «Va’ in pace e il Dio d’Israele ti conceda quello che gli hai chiesto». Ella replicò: «Possa la tua serva trovare grazia ai tuoi occhi». Poi la donna se ne andò per la sua via, mangiò e il suo volto non fu più come prima.
Il mattino dopo si alzarono e dopo essersi prostrati davanti al Signore, tornarono a casa a Rama. Elkanà si unì a sua moglie e il Signore si ricordò di lei. Così al finir dell’anno Anna concepì e partorì un figlio e lo chiamò Samuèle, «perché – diceva – al Signore l’ho richiesto».  

Salmo Responsoriale 
  1 Sam 2,1.4-8
Il mio cuore esulta nel Signore, mio salvatore.

Il mio cuore esulta nel Signore,
la mia forza s’innalza grazie al mio Dio.
Si apre la mia bocca contro i miei nemici,
perché io gioisco per la tua salvezza.

L’arco dei forti s’è spezzato,
ma i deboli si sono rivestiti di vigore.
I sazi si sono venduti per un pane,
hanno smesso di farlo gli affamati.
La sterile ha partorito sette volte
e la ricca di figli è sfiorita.

Il Signore fa morire e fa vivere,
scendere agli inferi e risalire.
Il Signore rende povero e arricchisce,
abbassa ed esalta.

Solleva dalla polvere il debole,
dall’immondizia rialza il povero,
per farli sedere con i nobili
e assegnare loro un trono di gloria.

Canto al Vangelo  
  1 Ts 2,13
Alleluia, alleluia.
Accogliete la parola di Dio
non come parola di uomini,
ma, qual è veramente, come parola di Dio.
Alleluia.

Vangelo
    Mc 1, 21-28
Gesù insegnava come uno che ha autorità.

Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, [a Cafarnao,] insegnava. Ed erano stupìti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi.
Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui.
Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!».
La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea.

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