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martedì 2 gennaio 2018

QUALCHE INDICAZIONE DALLA LITURGIA PER LE FAMIGLIE / Festa della Sacra Famiglia


Abbiamo celebrato la festa della Santa Famiglia. In che cosa questa famigliola con Figlio unico e docile, pieno di Sapienza, e formata da due coniugi anche loro ideali può aiutare le vite delle nostre povere famiglie, fatte di persone tanto imperfette?


1.La santità della famiglia. Nella prima lettura vediamo che Dio spinge sempre le famiglie verso la santità. Ai tempi di Abramo era accettato dalla mentalità comune usare le schiave per dare figli alla moglie sterile. Infatti Abramo e Sara cadranno in questa trappola che susciterà non poche difficoltà. Ma Dio è fermo sul suo proposito. Il figlio della Promessa, Isacco nascerà, come una grazia, ma nel naturale rapporto tra gli sposi legittimi.
Oggi ci si vanta di fare grandi avanzate nel campo dei diritti civili permettendo di usare nuove schiave con le cosiddette “maternità surrogate” e con la fecondazione artificiale. È un disastro, è una regressione terribile che porterà gravissime conseguenze. Mi basta la mia esperienza diretta della nostalgia dei giovani adottati per la madre biologica, anche quando questa li ha abbandonati, e la ricerca dell’identità del proprio padre di figli nati per inseminazione artificiale per sapere con sicurezza che questo spendere tanti soldi per accontentare il desiderio di coppie sterili con mezzi inumani (mentre non ci sono soldi per aiutare le altre famiglie a sostenere l’educazione dei loro figli) sta creando una profonda sofferenza nella società. A Parigi ci sono gruppi di giovani “sopravvissuti”, cioè che sanno di essere stati scelti, o lasciati vivere, mentre per convenienza uno o più loro fratelli e sorelle sono stati abortiti. Fanno un discorso ideologicamente molto violento contro la società – e le famiglie – che li hanno fatto nascere. Esprimono così la loro ferita molto profonda.

2.La fede e il non impossessarsi dei figli. Nella seconda lettura vediamo che Abramo fu un padre esemplare e fecondo perché si appoggiò a Dio. E quanto! Dio non gli diede neppure tregua quando si presentò il rischio che ripiegasse il suo amore su questo figlio tanto atteso e gli chiese di sacrificarglielo. Abramo obbedì. Dio non voleva il sacrificio di sangue e lo impedì. Ma quello del cuore glielo lasciò fare senza sconti.

3.La preghiera incessante. Dalla scena evangelica così ricca mi colpisce Anna, vedova e senza figli, che riempie tutta il vuoto creato dalla sua vedovanza con il servizio di Dio, con l’intercessione per il popolo tutto. Pregare seduti e senza nessuno da servire potrebbe essere pigrizia. Difatti san Paolo raccomanda che le vedove giovani che se ne vanno in giro, oziose e ciarliere, si risposino e si occupino del marito e dei figli. Ma Anna prega e digiuna. E digiunare è sempre una lotta, un combattimento. Quanto c'è bisogno di questa preghiera abbondante. La chiediamo in particolare ai nonni e alle nonne. Che sappiano che la loro solitudine e i loro acciacchi, trasformati in penitenza per sostenere la loro preghiera incessante per il futuro cristiano delle (loro) famiglie) sono preziosissimi.

Maria e Giuseppe hanno incarnato queste tre virtù: crescere nella santità e non giocare mai al ribasso, anche nella fragilità, la fede obbediente che serve e non chiede nulla per sé, la vita diventata preghiera vivente. Genitori obbedienti a Dio e alla sua legge, sono il migliore esempio per dei figli e la loro crescita.

Prima Lettura  Gn 15, 1-6; 21, 1-3
Uno nato da te sarà tuo erede.

Dal libro della Genesi
In quei giorni, fu rivolta ad Abram, in visione, questa parola del Signore: «Non temere, Abram. Io sono il tuo scudo; la tua ricompensa sarà molto grande». Rispose Abram: «Signore Dio, che cosa mi darai? Io me ne vado senza figli e l’erede della mia casa è Elièzer di Damasco». Soggiunse Abram: «Ecco, a me non hai dato discendenza e un mio domestico sarà mio erede». Ed ecco, gli fu rivolta questa parola dal Signore: «Non sarà costui il tuo erede, ma uno nato da te sarà il tuo erede».
Poi lo condusse fuori e gli disse: «Guarda in cielo e conta le stelle, se riesci a contarle» e soggiunse: «Tale sarà la tua discendenza».
Egli credette al Signore, che glielo accreditò come giustizia.
Il Signore visitò Sara, come aveva detto, e fece a Sara come aveva promesso. Sara concepì e partorì ad Abramo un figlio nella vecchiaia, nel tempo che Dio aveva fissato. Abramo chiamò Isacco il figlio che gli era nato, che Sara gli aveva partorito.

Salmo Responsoriale  Dal Salmo 104
Il Signore è fedele al suo patto.

Rendete grazie al Signore e invocate il suo nome,
proclamate fra i popoli le sue opere.
A lui cantate, a lui inneggiate,
meditate tutte le sue meraviglie.

Gloriatevi del suo santo nome:
gioisca il cuore di chi cerca il Signore.
Cercate il Signore e la sua potenza,
ricercate sempre il suo volto.

Ricordate le meraviglie che ha compiuto,
i suoi prodigi e i giudizi della sua bocca,
voi, stirpe di Abramo, suo servo,
figli di Giacobbe, suo eletto.

Si è sempre ricordato della sua alleanza,
parola data per mille generazioni,
dell’alleanza stabilita con Abramo
e del suo giuramento a Isacco.

Seconda Lettura  Eb 11, 8.11-12.17-19
La fede di Abramo, di Sara e di Isacco.
 
Dalla lettera agli Ebrei
Fratelli, per fede, Abramo, chiamato da Dio, obbedì partendo per un luogo che doveva ricevere in eredità, e partì senza sapere dove andava.
Per fede, anche Sara, sebbene fuori dell’età, ricevette la possibilità di diventare madre, perché ritenne degno di fede colui che glielo aveva promesso. Per questo da un uomo solo, e inoltre già segnato dalla morte, nacque una discendenza numerosa come le stelle del cielo e come la sabbia che si trova lungo la spiaggia del mare e non si può contare.
Per fede, Abramo, messo alla prova, offrì Isacco, e proprio lui, che aveva ricevuto le promesse, offrì il suo unigenito figlio, del quale era stato detto: «Mediante Isacco avrai una tua discendenza». Egli pensava infatti che Dio è capace di far risorgere anche dai morti: per questo lo riebbe anche come simbolo.

Canto al Vangelo 
  Cf Eb 1,1.2
Alleluia, alleluia.

Molte volte e in diversi modi nei tempi antichi
Dio ha parlato ai padri per mezzo dei profeti,
ultimamente, in questi giorni,
ha parlato a noi per mezzo del Figlio. 
Alleluia.

  

Vangelo  Lc 2,22-40  [forma breve Lc 2,22.39-40]
Il bambino cresceva, pieno di sapienza.
 
Dal vangelo secondo Luca
[
Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, (Maria e Giuseppe) portarono il bambino (Gesù) a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore.]
Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo:
«Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo
vada in pace, secondo la tua parola,
perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza,
preparata da te davanti a tutti i popoli:
luce per rivelarti alle genti
e gloria del tuo popolo, Israele».
Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima –, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori».
C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.
[Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui. ]  


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