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martedì 30 gennaio 2018

FOSSI MORTO IO INVECE DI TE! / martedì IV sett. T.O.

Torchio mistico, con i sette sacramenti - chiesa parrocchiale Aarschott.

La prima lettura di oggi ci consegna l’immagine dell’amore paterno di Davide che vuole preservare suo figlio ribelle, anzi preferirebbe morire al posto suo! Un’immagine sconvolgente che richiama immediatamente quella di Dio Padre che ci consegna tutto quello che ha di più prezioso perché noi non moriamo, di Gesù che ci ama al punto di salire sulla croce perché noi possiamo rinascere. Lui, Gesù, è stato schiacciato dal torchio della croce e noi no! 
L'amore di Davide aiuterà il popolo diviso in due fazioni (pro Assalonne e pro Davide) a riconciliarsi, vedendo nel Re colui che non conserva rancore (Simei si aspetta vendetta e troverà un condono totale della sua colpa al ritorno del re a Gerusalemme) ed è Padre di tutto il popolo.
Ancora una volta Davide, amando, si trova ad essere abile. Potessero ascoltare questo i nostri politici e non solo loro!

Bisogna dire che, leggendo il testo senza i numerosi tagli della Liturgia (2 Samuele 18,1 – 19,9), scopriamo che Davide viene aiutato a trovare un equilibrio nella saggezza ruvida di Ioab (2 Samuele 19, 6-8) che gli impedisce di trasformare il suo amore per Assalonne in una inclinazione esclusiva e privata che azzeri l’amore e i meriti di coloro che hanno lottato a suo fianco.

L’amore di Dio invece è sempre inclusivo e, come cristiani, dobbiamo attingere da Cristo questo amore sempre più inclusivo. L’amore di Dio manifestato in Cristo sulla croce e nella sua risurrezione vuole raggiungere te e cambiare la tua vita!


Prima Lettura  2 Sam 18,9-10.14.24-25a.30 - 19,4
Figlio mio Assalonne! Fossi morto io invece di te!

Dal secondo libro di Samuèle
In quei giorni, Assalonne s’imbatté nei servi di Davide. Assalonne cavalcava il mulo; il mulo entrò sotto il groviglio di una grande quercia e la testa di Assalonne rimase impigliata nella quercia e così egli restò sospeso fra cielo e terra, mentre il mulo che era sotto di lui passò oltre. Un uomo lo vide e venne a riferire a Ioab: «Ho visto Assalonne appeso a una quercia». Allora Ioab prese in mano tre dardi e li ficcò nel cuore di Assalonne, che era ancora vivo nel folto della quercia. Poi Ioab disse all’Etìope: «Va’ e riferisci al re quello che hai visto».
Davide stava seduto fra le due porte; la sentinella salì sul tetto della porta sopra le mura, alzò gli occhi, guardò, ed ecco vide un uomo correre tutto solo. La sentinella gridò e l’annunciò al re. Il re disse: «Se è solo, ha in bocca una bella notizia».
Il re gli disse: «Mettiti là, da parte». Quegli si mise da parte e aspettò. Ed ecco arrivare l’Etìope che disse: «Si rallegri per la notizia il re, mio signore! Il Signore ti ha liberato oggi da quanti erano insorti contro di te». Il re disse all’Etìope: «Il giovane Assalonne sta bene?». L’Etìope rispose: «Diventino come quel giovane i nemici del re, mio signore, e quanti insorgono contro di te per farti del male!».
Allora il re fu scosso da un tremito, salì al piano di sopra della porta e pianse; diceva andandosene: «Figlio mio Assalonne! Figlio mio, figlio mio Assalonne! Fossi morto io invece di te, Assalonne, figlio mio, figlio mio!». Fu riferito a Ioab: «Ecco il re piange e fa lutto per Assalonne». La vittoria in quel giorno si cambiò in lutto per tutto il popolo, perché il popolo sentì dire in quel giorno: «Il re è desolato a causa del figlio».  

Salmo Responsoriale
   Dal Salmo 85
Signore, tendi l’orecchio, rispondimi.


Signore, tendi l’orecchio, rispondimi,
perché io sono povero e misero.
Custodiscimi perché sono fedele;
tu, Dio mio, salva il tuo servo, che in te confida.

Pietà di me, Signore,
a te grido tutto il giorno.
Rallegra la vita del tuo servo,
perché a te, Signore, rivolgo l’anima mia.

Tu sei buono, Signore, e perdoni,
sei pieno di misericordia con chi t’invoca.
Porgi l’orecchio, Signore, alla mia preghiera
e sii attento alla voce delle mie suppliche. 

Canto al Vangelo 
 Mt 8,17 
Alleluia, alleluia.

Cristo ha preso le nostre infermità
e si è caricato delle nostre malattie.
Alleluia.


Vangelo   Mc 5, 21-43
Fanciulla, io ti dico: Alzati!

Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, essendo Gesù passato di nuovo in barca all’altra riva, gli si radunò attorno molta folla ed egli stava lungo il mare. E venne uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi e lo supplicò con insistenza: «La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva». Andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno.
Ora una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza alcun vantaggio, anzi piuttosto peggiorando, udito parlare di Gesù, venne tra la folla e da dietro toccò il suo mantello. Diceva infatti: «Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata». E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì nel suo corpo che era guarita dal male.
E subito Gesù, essendosi reso conto della forza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi ha toccato le mie vesti?». I suoi discepoli gli dissero: «Tu vedi la folla che si stringe intorno a te e dici: “Chi mi ha toccato?”». Egli guardava attorno, per vedere colei che aveva fatto questo. E la donna, impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. Ed egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male».
Stava ancora parlando, quando dalla casa del capo della sinagoga vennero a dire: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?». Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, soltanto abbi fede!». E non permise a nessuno di seguirlo, fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo.
Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava forte. Entrato, disse loro: «Perché vi agitate e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della bambina e quelli che erano con lui ed entrò dove era la bambina. Prese la mano della bambina e le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico: àlzati». E subito la fanciulla si alzò e camminava; aveva infatti dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. E raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e disse di darle da mangiare.

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