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venerdì 30 settembre 2016

30 settembre GIOBBE E SAN GIROLAMO

san Girolamo del Caravaggio
Ieri l’altro avevamo letto il capitolo 9 di Giobbe. Oggi siamo al capitolo 40. Anche tenendo conto dell’interruzione per la festa degli Arcangeli (ieri avremmo letto un passo dal capitolo 19) è un bel salto: 30 capitoli. Anzi, in questa stessa  lettura di oggi si inizia con versetti del capitolo 40 e si finisce con versetti del capitolo 42, saltando tutto il capitolo 41.  Sembra che la lettura di Giobbe non interessi molto la Chiesa? È vero che i lunghi dialoghi di Giobbe con i suoi amici sono difficili da seguire. Per la lettura liturgica a Messa si fanno questi tagli anche in altri libri della Bibbia, per tener conto del tempo che la gente ha a disposizione e anche della capacità di ascolto. È saggezza.

Ma proprio nel giorno della festa liturgica di san Girolamo questi tagli così impressionanti risultano paradossali e ci invitano a una riflessione.

San Girolamo era un appassionato della Parola di Dio. Quando stava ancora a Roma era già un maestro di ebraico e di greco e insegnava ai suoi discepoli a cantare i salmi in ebraico, a leggere la Bibbia nel testo originale.


Andò a Betlemme, dove si stabilì e poi morì, per fare una nuova traduzione più accurata della Bibbia in latino, la lingua che la gente di allora parlava, e fece un lavoro straordinario che diventò la “Vulgata” della Bibbia, cioè la traduzione più comune e più apprezzata usata nella Chiesa fino al XX° secolo!

Il Guercino - san Girolamo
Questo significa che san Girolamo lesse con cuore credente e attenzione di studioso ogni parola della Bibbia, cercando di renderla nel modo più preciso e adeguato in latino. Si chinò su ogni parola, ogni versetto dei lunghi dialoghi di Giobbe, tutti i versetti dei 42 capitoli di Giobbe e ogni versetto delle circa 3000 pagine della Bibbia. Io che sto traducendo proprio in questo momento un libro di appena 150 pagine su Mosè dal francese all’italiano, e trovo che sia una fatica molto lunga, riesco facilmente ad immedesimarmi in questo lavoro enorme. Senza un profondo amore per la Scrittura non è possibile farlo.

Chiediamo a san Girolamo di donarci dal cielo il suo amore per la Sacra Scrittura, amore che lo fece diventare un grande santo oltre che uno grande studioso.

Disse san Girolamo che siccome la Scrittura ci insegna chi è Cristo, ignorare la Scrittura è ignorare Cristo. È vero, il vangelo di oggi ci dice che sono uomini che evangelizzano nello Spirito Santo e non libri da soli: “Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me. E chi disprezza me, disprezza colui che mi ha mandato”. Senza lo Spirito Santo e testimoni che la portano nella loro vita e la annunciano, anche la Scrittura è lettera morta. Senza la Chiesa, la Scrittura non può essere interpretata senza pericoli gravi. Però il dono della Scrittura è troppo prezioso per essere trascurato. Di fatto, costatiamo che la diffusione della conoscenza credente della Bibbia dopo il Concilio è stata la condizione per la formazione di laici più maturi sul piano della fede.

Infine, san Girolamo è arrivato a Betlemme da Maestro già affermato nelle lingue bibliche. Eppure non esitò a mettersi alla scuola dei rabbini lì presenti, per imparare meglio. 
Anche questa lezione di umiltà e di vero amore per la verità impariamo da san Girolamo: siamo sempre pronti ad ascoltare, ad imparare dagli altri. 




Prima Lettura   Gb 38, 1. 12-21; 40, 3-5
Hai mai comandato al mattino, sei mai giunto alle sorgenti del mare?

Dal libro di Giobbe
Il Signore prese a dire a Giobbe in mezzo all’uragano:
«Da quando vivi, hai mai comandato al mattino
e assegnato il posto all’aurora,
perché afferri la terra per i lembi
e ne scuota via i malvagi,
ed essa prenda forma come creta premuta da sigillo
e si tinga come un vestito,
e sia negata ai malvagi la loro luce
e sia spezzato il braccio che si alza a colpire?
Sei mai giunto alle sorgenti del mare
e nel fondo dell’abisso hai tu passeggiato?
Ti sono state svelate le porte della morte
e hai visto le porte dell’ombra tenebrosa?
Hai tu considerato quanto si estende la terra?
Dillo, se sai tutto questo!
Qual è la strada dove abita la luce
e dove dimorano le tenebre,
perché tu le possa ricondurre dentro i loro confini
e sappia insegnare loro la via di casa?
Certo, tu lo sai, perché allora eri già nato
e il numero dei tuoi giorni è assai grande!».
Giobbe prese a dire al Signore:
«Ecco, non conto niente: che cosa ti posso rispondere?
Mi metto la mano sulla bocca.
Ho parlato una volta, ma non replicherò,
due volte ho parlato, ma non continuerò». 

Salmo Responsoriale  
  Dal Salmo 138 
Guidami, Signore, per una via eterna. 


Signore, tu mi scruti e mi conosci,
tu conosci quando mi siedo e quando mi alzo,
intendi da lontano i miei pensieri,
osservi il mio cammino e il mio riposo,
ti sono note tutte le mie vie. 

Dove andare lontano dal tuo spirito?
Dove fuggire dalla tua presenza?
Se salgo in cielo, là tu sei;
se scendo negli inferi, eccoti. 

Se prendo le ali dell’aurora
per abitare all’estremità del mare,
anche là mi guida la tua mano
e mi afferra la tua destra.

Sei tu che hai formato i miei reni
e mi hai tessuto nel grembo di mia madre.
Io ti rendo grazie:
hai fatto di me una meraviglia stupenda;
meravigliose sono le tue opere.      

Canto al Vangelo   
Sal 94,8
Alleluia, alleluia.

Oggi non indurite il vostro cuore, 
ma ascoltate la voce del Signore.
Alleluia.


Vangelo   Lc 10, 13-16
Chi disprezza me, disprezza colui che mi ha mandato.

Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse: 
«Guai a te, Corazìn, guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidòne fossero avvenuti i prodigi che avvennero in mezzo a voi, già da tempo, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, nel giudizio, Tiro e Sidòne saranno trattate meno duramente di voi. 
E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai!
Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me. E chi disprezza me, disprezza colui che mi ha mandato». 

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