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mercoledì 28 settembre 2016

GIOBBE: IRRUZIONE DELLA MORTE, IRRUZIONE DELLA VITA

C.I.M. di Ponticelli
Chi segue tutte le puntate di Giobbe, avrà notato che tra ieri e oggi siamo saltati dal capitolo tre al capitolo nove. Gli amici di Giobbe hanno cominciato a parlargli dicendo: “Dio ricompensa i giusti e castiga i peccatori. Con quello che ti è successo è evidente che sei un peccatore. Non negare più, aggravi la tua posizione”, un altro aggiunge: “Ma Dio è misericordioso, se ti penti, Dio ti perdonerà e ti ristabilirà”. E Giobbe dice: “Se io lo invocassi e mi rispondesse, non credo che darebbe ascolto alla mia voce”(Giobbe 9,16), cioè:“Non è quello che credete, ma Dio è troppo in alto, non si comprende quello che fa e, anzi, in fondo non si interessa di me, va avanti nel suo discorso, nei suoi piani, senza tener conto di me”.
Ha perso tutto davvero, beni figli, salute e adesso la stima degli amici; ma come se non bastasse scopre un Dio indifferente, lui che nella sua prosperità di uomo giusto sentiva Dio come alleato, amico. Manca solo che arrivi alla conclusione che Dio non esiste e ha veramente perso tutto. La prova di Giobbe ci tocca da vicino. È l’irruzione della morte nella sua vita che sconvolge tutti gli equilibri materiali e morali e di senso della vita.

Allora fuggiamo da Giobbe e dalle durezze dell’Antico Testamento per rifugiarci nella dolcezza del Nuovo!?

Nel Vangelo di oggi, Gesù, il dolce Gesù, chiama alcuni a seguirlo. È la chiamata ad un grande progetto di vita, di salvezza, affascinante, ma anche se i modi e il sorriso possono essere dolci, la sostanza è estremamente brutale vista solo da un punto di vista umano. Gesù dice:
Non andare al funerale del tuo Padre!, lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu và e annunzia il regno di Dio!, - non congedarti dalla tua famiglia, prima di entrare al mio seguito!.

Ma, chi parla? Il guru di una setta?
Non cerchiamo di eludere questa parola. Tra l’altro quando stavo per venire in Italia, ero andato a Parigi per mettere apposto un po’ di cose e, avendo letto questa parola, ho esitato a ripassare per casa prima di dirigermi verso l’Italia. Poi ho scelto di andare a vivere Natale con i miei, e ho sentito che il Signore non era così arrabbiato con me.

Però le esigenze della Vita Nuova che porta Gesù sono totali: tutto attraverso il Vangelo, attraverso la fedeltà a Dio. Ahimè abbiamo tutti idoli che ci dividono dalla fedeltà al Vangelo.
“Amerai il Signore tuo Dio con tutto il  cuore, con tutte le forze, con tutta la tua mente, con tutta la tua vita. Non c'è comandamento più grande di questo!”.

Le esigenze della Vita fanno irruzione nei nostri equilibri come gli effetti della morte: destabilizzano. L’irruzione della chiamata alla vita può sembrare una morte. La morte è però a servizio della Vita.

Infatti, abbattuto dalle sue sventure, Giobbe scoprirà che conosceva Dio solo per sentito dire e che, finalmente i suoi occhi lo vedono, e che, da lì, si ricostruisce tutta la sua vita anche terrena, più libera, più intensa e ricca, con, nel suo cuore, la promessa della vita eterna.
Le persone che Gesù chiama, se dicono sì alla chiamata, scopriranno attraverso la morte del distacco che veramente la Vita ha fatto irruzione nei loro equilibri, rigenerando, purificando, liberando e integrando la vita terrena di prima, gli affetti, i progetti e i talenti, in una sintesi sempre in divenire ed esigente, ma reale.
Ci ricordiamo papa Benedetto, uomo desideroso da tempo di ritirarsi nella sua Baviera, a 78 anni, eletto papa che dice:”Dio non toglie nulla, dona con abbondanza”.

Però è vero che troppo spesso, ridimensioniamo il Vangelo al nostro criterio umano, “carnale”, eliminando l’esigenza della conversione. Da “Dio ti ama come sei” si passa facilmente a “Sei bene come sei, non cambiare”. È un inganno tremendo!

Prima Lettura   Gb 9, 1-12.14-16
Come può un uomo aver ragione innanzi a Dio?


Dal libro di Giobbe
Giobbe rispose ai suoi amici dicendo:
In verità io so che è così:
e come può un uomo aver ragione innanzi a Dio?
Se uno volesse disputare con lui,
non gli risponderebbe una volta su mille.
Saggio di mente, potente per la forza,
chi s'è opposto a lui ed è rimasto salvo?
Trasporta le montagne e non lo sanno,
egli nella sua ira le sconvolge.
Scuote la terra dal suo posto e le sue colonne tremano.
Comanda al sole ed esso non sorge
e alle stelle pone il suo sigillo.
Egli da solo stende i cieli e cammina sulle onde del mare.
Crea l'Orsa e l'Orione,
le Plèiadi e le costellazioni del cielo australe.
Fa cose tanto grandi da non potersi indagare, meraviglie da non potersi contare.
Ecco, mi passa vicino e non lo vedo,
 se ne va e di lui non m'accorgo.
Se rapisce qualcosa, chi lo può impedire?
Chi gli può dire: «Che fai?».
Tanto meno io potrei rispondergli, trovare parole da dirgli!
Se avessi anche ragione, non potrei rispondergli,
al mio giudice dovrei domandare pietà.
Se io lo invocassi e mi rispondesse,
non credo che darebbe ascolto alla mia voce.   

Salmo Responsoriale  
 Dal Salmo 87 
A te, Signore, sale la mia preghiera. 


Tutto il giorno ti chiamo, Signore,
verso di te protendo le mie mani.
Compi forse prodigi per i morti?
O sorgono le ombre a darti lode?

Si celebra forse la tua bontà nel sepolcro,
la tua fedeltà negli inferi?
Nelle tenebre si conoscono forse i tuoi prodigi,
la tua giustizia nel paese dell'oblio?

Ma io a te, Signore, grido aiuto,
e al mattino giunge a te la mia preghiera.
Perché, Signore, mi respingi,
perché mi nascondi il tuo volto?
  
Canto al Vangelo 
  Cf Fil 3,7-9
Tutto considero una perdita e tutto lascio indietro,
per conquistare Cristo ed essere trovato in lui.

Vangelo   
Lc 9, 57-62
Ti seguirò dovunque tu vada.
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, mentre andavano per la strada, un tale disse a Gesù: «Ti seguirò dovunque tu vada».
Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo».
A un altro disse: «Séguimi». E costui rispose: «Signore, concedimi di andare a seppellire prima mio padre».
Gesù replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu và e annunzia il regno di Dio».
Un altro disse: «Ti seguirò, Signore, ma prima lascia che io mi congedi da quelli di casa».
Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che ha messo mano all'aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio». 

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