
Però, pur essendo “neonati in Cristo” e ancora piccoli
nella fede, anzi, proprio per questo motivo, qualcuno si sente già un po’ arrivato,
si erige a maestro, capace di giudicare Paolo stesso. E lui si trova nella posizione
poco facile di dover esercitare un compito di catechista e di padre nella fede senza
creare rotture e rispettando la libertà di ognuno da una parte e il disegno
segreto di Dio su ciascuno dall’altra parte. Ma Paolo non si appiattisce sulla comunità,
non lascia negare la sua missione di Apostolo.
La difesa di Paolo di fronte a chi si gonfia è un
capolavoro di prudenza. Ma è anche un profondo insegnamento della verità. In
particolare alla fine dice: “io non giudico neppure me stesso, perché, anche se
non sono consapevole di alcuna colpa, non per questo sono giustificato. Il mio
giudice è il Signore!”
Ma, come?!, se uno “non fa nisciuno
peccato” non dovrebbe potersi proclamare giusto e con il biglietto per il
paradiso in tasca? Dio è quindi uno che nel suo arbitrio può fare le pulci a tutti
e trovare difetti a chi vuole e dannarlo?
Secondo il Corano in cui Dio promette che
riempirà certamente l’inferno di uomini e djinn, questo deve essere accettato
(Sura XXXII, 13 As-Sajda) perché Dio è un Dio assoluto e l’uomo sua creatura.
Nel
Cristianesimo la prospettiva è un po’ diversa.

Dio non vuole condannare nessuno ma
salvare e rendere felici fin da adesso tutti i suoi figli.
Infatti dice Gesù nel Vangelo di oggi: «Potete forse
far digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro?» E noi siamo di quelli
che possono esclamare parlando di sé stessi: “Beati gli invitati al banchetto
di nozze dell’Agnello, ecco Colui che toglie i peccati del mondo”.
Partecipiamo dunque con cuore aperto, grato e umile al Banchetto dell’Agnello e, attraverso l’evangelizzazione
irrorata dalla preghiera e dalla fiducia in Gesù, invitiamo tutti a questo banchetto.
Prendiamo sempre l’ultimo posto nella comunità affinché il padrone di casa venga verso di noi
e ci dica: “Amico, vieni più avanti” perché chi si esalta sarà umiliato e chi
si umilia sarà esaltato.
Prima
Lettura 1 Cor 4, 1-5. Fratelli, ognuno ci
consideri come servi di Cristo e amministratori dei misteri di Dio. Ora, ciò
che si richiede agli amministratori è che ognuno risulti fedele.
A me però importa assai poco di venire giudicato da voi o da un tribunale umano; anzi, io non giudico neppure me stesso, perché, anche se non sono consapevole di alcuna colpa, non per questo sono giustificato. Il mio giudice è il Signore!
Non vogliate perciò giudicare nulla prima del tempo, fino a quando il Signore verrà. Egli metterà in luce i segreti delle tenebre e manifesterà le intenzioni dei cuori; allora ciascuno riceverà da Dio la lode.
Canto al Vangelo Gv 8,12. Io sono la luce del mondo, dice il Signore; chi segue me avrà la luce della vita.
Vangelo Lc 5, 33-39. In quel tempo, i farisei e i loro scribi dissero a Gesù: «I discepoli di Giovanni digiunano spesso e fanno preghiere; così pure i discepoli dei farisei; i tuoi invece mangiano e bevono!».
Gesù rispose loro: «Potete forse far digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora in quei giorni digiuneranno».
Diceva loro anche una parabola: «Nessuno strappa un pezzo da un vestito nuovo per metterlo su un vestito vecchio; altrimenti il nuovo lo strappa e al vecchio non si adatta il pezzo preso dal nuovo. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi; altrimenti il vino nuovo spaccherà gli otri, si spanderà e gli otri andranno perduti. Il vino nuovo bisogna versarlo in otri nuovi. Nessuno poi che beve il vino vecchio desidera il nuovo, perché dice: “Il vecchio è gradevole!”».
A me però importa assai poco di venire giudicato da voi o da un tribunale umano; anzi, io non giudico neppure me stesso, perché, anche se non sono consapevole di alcuna colpa, non per questo sono giustificato. Il mio giudice è il Signore!
Non vogliate perciò giudicare nulla prima del tempo, fino a quando il Signore verrà. Egli metterà in luce i segreti delle tenebre e manifesterà le intenzioni dei cuori; allora ciascuno riceverà da Dio la lode.
Canto al Vangelo Gv 8,12. Io sono la luce del mondo, dice il Signore; chi segue me avrà la luce della vita.
Vangelo Lc 5, 33-39. In quel tempo, i farisei e i loro scribi dissero a Gesù: «I discepoli di Giovanni digiunano spesso e fanno preghiere; così pure i discepoli dei farisei; i tuoi invece mangiano e bevono!».
Gesù rispose loro: «Potete forse far digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora in quei giorni digiuneranno».
Diceva loro anche una parabola: «Nessuno strappa un pezzo da un vestito nuovo per metterlo su un vestito vecchio; altrimenti il nuovo lo strappa e al vecchio non si adatta il pezzo preso dal nuovo. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi; altrimenti il vino nuovo spaccherà gli otri, si spanderà e gli otri andranno perduti. Il vino nuovo bisogna versarlo in otri nuovi. Nessuno poi che beve il vino vecchio desidera il nuovo, perché dice: “Il vecchio è gradevole!”».
Essere figli e credere nell'Amore di quel Padre che mi chiama alla Misetivordia, mi protegge dalla paura ma non dal timore...quello resta! Grazie Sereno...fai Luce nei dubbi e nei convincimenti personali!
RispondiElimina