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martedì 27 settembre 2016

UN NEOCATECUMENALE PREOCCUPATO


Giovanni Paolo II a Porto san Giorgio.
Cliccare sulle altre immagini incomplete per farle apparire
pienamente. In particolare le foto di Ratzinger Cardinale che
celebra pure lui nella forma neocatecumenale.










































Un neocatecumenale preoccupato mi ha fatto leggere il testo che riproduco sotto.

«Dopo tanto tempo ho pensato di intervenire per aiutare i neocatecumenali a liberarsi dalla loro eresia pericolosa.
 Sono sacerdote e ho fatto il cammino a partire dal 1975.
 L'anno scorso, dopo anni di travaglio interiore, dopo aver aiutato le comunità a capire, e non hanno capito perché condizionate dalla prepotenza dei catechisti [del Cammino], ho lasciato con grande sollievo quello che ritengo sia una vera setta. Almeno i metodi sono quelli.
In particolare c'è stato in me il rifiuto a proseguire una “eucaristia” non approvata dalla Chiesa!
 Spero di riuscire con interventi che non siano polemici ma convinti nel profondo di riuscire in questo tentativo.
Altrimenti mi ritirerò, come già avevo fatto pregando il Signore a darmi tempo per rimediare a tanti sbagli a cui mi ha portato anche il cammino celebrando la Santa messa della Chiesa e non di Kiko!
 Ringrazio Daniel Lischiftz, di cui ho appena finito di leggere i due volumi della sua vita, perché in molte cose mi sono trovato. Pensavo di scrivergli, ma temevo che non mi potesse capire.
 Naturalmente io interverrò quando gli impegni me lo permetteranno.
 Non ho odio per nessuno. Prego anche per le comunità che ho avuto perché il Signore apra loro gli occhi e possano vedere dove è la Santa Madre Chiesa.» (don Giuseppe)
Cosa dire a don Giuseppe e del suo testo?

Cercando, ho ritrovato questo stesso testo, postato in questi giorni (settembre 2016) da una certa Valentina Giusti sul sito dell’ “Osservatorio sul Cammino Neocatecumenale secondo verità”.


Il don Giuseppe che firma non si identifica. Non sappiamo di dov’è, né quando ha lasciato il Cammino, né cosa rimprovera alla celebrazione neocatecumenale. E quindi posso pensare che sia un testo fittizio, non scritto da un sacerdote. Questo evidentemente cambia riguardo alle intenzioni e alla buona fede dell'autore. Ma nel merito non cambia nulla, in quanto il modo di celebrare dei neocatecumenali è sempre stato autorizzato dalla Chiesa, prima in forma provvisoria e sperimentale poi in maniera sempre più definitiva e con qualche ritocco. 


Prima dell'approvazione definitiva, un sacerdote cattolico non poteva pensare che l'eucaristia neocatecumenale non fosse autorizzata, ma poteva pensare che non si sarebbe mai arrivati all'approvazione definitiva. Con l’approvazione definitiva un sacerdote cattolico non può avere nessun dubbio sulla cattolicità piena della forma di celebrare neocatecumenale. Oggi la “Messa eretica” dei neocatecumenali è descritta dallo Statuto definitivo approvato il giorno di Pentecoste 2008. Ai fini della nostra discussione forse è buono prestare particolare attenzione al paragrafo 2 dell’articolo.


 

Giovanni Paolo II  celebra col pane azzimo

































Art. 13

[Eucaristia]

§ 1. L’Eucaristia è essenziale al Neocatecumenato, in quanto catecumenato postbattesimale, vissuto in piccola comunità.(47) L’Eucaristia infatti completa l’iniziazione cristiana.(48)

§ 2. I neocatecumeni celebrano l’Eucaristia domenicale nella piccola comunità, dopo i primi vespri della Domenica. Tale celebrazione ha luogo secondo le disposizioni del Vescovo diocesano. Le celebrazioni dell’Eucaristia delle comunità neocatecumenali al sabato sera fanno parte della pastorale liturgica domenicale della parrocchia e sono aperte anche ad altri fedeli.

§ 3. Nella celebrazione dell’Eucaristia nelle piccole comunità si seguono i libri liturgici approvati del Rito Romano, fatta eccezione per le concessioni esplicite della Santa Sede(49). Per quanto concerne la distribuzione della Santa Comunione sotto le due specie, i neocatecumeni la ricevono in piedi, restando al proprio posto.

§ 4. La celebrazione dell’Eucaristia nella piccola comunità è preparata sotto la guida del Presbitero, da un gruppo della comunità neocatecumenale, a turno, che prepara brevi monizioni alle letture, sceglie i canti, provvede il pane, il vino, i fiori, e cura il decoro e la dignità dei segni liturgici. 


 


J. Ratzinger ancora Cardinale che celebra l'Eucaristia N.C.










































Note relative all’Articolo 13:

47 Cfr. GIOVANNI PAOLO II, Epist. Ogniqualvolta, 30 agosto 1990: AAS 82 (1990) 1515: «Sono l’annuncio del Vangelo, la testimonianza in piccole comunità e la celebrazione eucaristica in gruppi (cfr. Notificazione sulle celebrazioni nei gruppi del Cammino Neocatecumenale, in L’Oss. Rom., 24 dicembre 1988) che permettono ai membri di porsi al servizio del rinnovamento della Chiesa»; IDEM, Discorso a 350 catechisti itineranti del Cammino Neocatecumenale, in L’Oss. Rom., 18 gennaio 1994: «Tutto ciò viene attuato in piccole comunità, nelle quali “la riflessione sulla parola di Dio e la partecipazione all’Eucaristia… formano cellule vive della Chiesa, rinnovano la vitalità della Parrocchia mediante cristiani maturi capaci di testimoniare la verità con una fede radicalmente vissuta” (Messaggio ai Vescovi d’Europa riuniti a Vienna, 12 aprile 1993)».

48 Cfr. OICA, 36, 368.

49 Cfr. BENEDETTO XVI, Discorso alle Comunità del Cammino Neocatecumenale del 12 gennaio 2006: Notitiae 41 (2005) 554-556; CONGREGAZIONE PER IL CULTO DIVINO, Lettera del 1° dicembre 2005: Notitiae 41 (2005) 563- 565; Notificazione della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti sulle celebrazioni nei gruppi del Cammino Neocatecumenale, in L’Osservatore Romano, 24 dicembre 1988: «la Congregazione consente che tra gli adattamenti previsti dall’Istruzione Actio pastoralis, nn. 6-11, i gruppi del menzionato “Cammino” possano ricevere la comunione sotto le due specie, sempre con pane azzimo, e spostare, “ad experimentum”, il rito della pace dopo la Preghiera universale».





















 


























Don Giuseppe non dice neppure su quali punti si trova in disaccordo. Questo fa apparire la sua critica molto leggera, poco credibile. 


Che un sacerdote non si ritrovi nel modo di celebrare dei neocatecumenali è un problema di sensibilità, di gusto. Su questo si può discutere di Liturgia alle origini cristiane, e del Movimento Liturgico che alimentò con i suoi studi il dibattito e le riforme del Concilio Vaticano II.  


Quindi la celebrazione eucaristica nel Cammino non è mai stata eretica. Oggi dopo tante approvazioni successive ha un’approvazione più che solida e ufficiale.

Chi fa il Cammino viva in pace, avendo cura della sua conversione e cercando Cristo. 

Tutto si può impoverire, perfino pervertire se ci si allontana dalla fonte, ma fatto in buona fede il Cammino è una via sicura, lo confermano gli ultimi quattro papi (Paolo VI, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI, Francesco) che lo hanno incoraggiato e approvato.

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