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venerdì 16 marzo 2018

MONETE FALSE / venerdì IV sett. Quaresima


Il giusto non aggredisce, non esercita violenza ma la sua parola, il suo stesso stile di vita diventano rimprovero costante per gli altri che si sentono davanti a lui come monete false.
Cos'è una moneta falsa? È come i bitcoin: fin quando tutti li vogliono hanno un valore, ma sono senza garanzia. Se la domanda speculativa dei bitcoin dovesse finire, sarebbero carta straccia immediatamente. È come il Re nudo: fin quando tutti ammirano il suo vestito inesistente, questi è bellissimo. Se qualcuno rompe l’incantesimo, ecco che tutti vedono la sua nudità.
Quando nella Chiesa si da corda alla mondanità, la Gloria del Signore, invece di essere la Croce, si esprime come la gloria mondana, l’autorità del servizio diventa potere mondano invece che servizio e umiltà, appare l'alto clero e il basso clero, appare la Chiesa Povera per i poveri ma nel senso che c'è anche la Chiesa ricca per i ricchi alla quale i poveri non sono ammessi. E cominciano a circolare le monete false luccicanti e dopo un po’ sembra che siano quelle le monete vere. Poi arriva uno che ha uno stile di vita diverso, più conforme alla Parola di Dio e dà fastidio. Il giusto però è mite e nella sua mitezza vince, perché Dio lo protegge e gli permette di testimoniare e lavorare nella sua vigna e anche di rafforzarsi nello spirito di donazione. Fin quando viene il momento di offrire la propria  vita e ancora lì il Signore lo protegge portandolo con sé, unito a lui nel Mistero della Croce.
La nostra sofferenza è che vogliamo lottare contro le ingiustizie in modo troppo mondano. Questo crea una tensione enorme in noi perché il mondo è pieno di ingiustizie e la violenza porta solo altra violenza, come tutte le lotte (armate) rivoluzionarie. 
La nostra sofferenza è sopratutto di credere che il Signore ci farà soffrire  e che conviene “non esagerare” nell’impegno evangelico, “non fare troppo fiducia al Signore" , “non avvicinarci troppo a Lui”, mentre il Signore ci protegge e ci rafforza, ci dona la sua pace, ci perdona, ci colma dei suoi beni, tiene conto della nostra debolezza, ci dona la vita eterna anche se nulla nella nostra vita lo merita. Questa  sofferenza è quella del giovane ricco che non era pronto umanamente e non si fidò: se ne andò molto triste perché il suo cuore gli aveva detto con chiarezza che gli mancava qualcosa ma, condannando il Vangelo come esagerato, condannò se stesso ad una vita lacerata. Se aspetto di essere pronto a fare il Vangelo, non sarò mai pronto. Se dialogo con Dio, lui mi inviterà quando vorrà e scoprirò di essere pronto a fare fiducia.

Prima Lettura   Sap 2, 1. 12-22
Condanniamolo a una morte infame.

Dal libro della Sapienza
Dicono [gli empi] fra loro sragionando:
«Tendiamo insidie al giusto, che per noi è d’incomodo
e si oppone alle nostre azioni;
ci rimprovera le colpe contro la legge
e ci rinfaccia le trasgressioni contro l’educazione ricevuta.
Proclama di possedere la conoscenza di Dio
e chiama se stesso figlio del Signore.
È diventato per noi una condanna dei nostri pensieri;
ci è insopportabile solo al vederlo,
perché la sua vita non è come quella degli altri,
e del tutto diverse sono le sue strade.
Siamo stati considerati da lui moneta falsa,
e si tiene lontano dalle nostre vie come da cose impure.
Proclama beata la sorte finale dei giusti
e si vanta di avere Dio per padre.
Vediamo se le sue parole sono vere,
consideriamo ciò che gli accadrà alla fine.
Se infatti il giusto è figlio di Dio, egli verrà in suo aiuto
e lo libererà dalle mani dei suoi avversari.
Mettiamolo alla prova con violenze e tormenti,
per conoscere la sua mitezza
e saggiare il suo spirito di sopportazione.
Condanniamolo a una morte infamante,
perché, secondo le sue parole, il soccorso gli verrà».
Hanno pensato così, ma si sono sbagliati;
la loro malizia li ha accecati.
Non conoscono i misteriosi segreti di Dio,
non sperano ricompensa per la rettitudine
né credono a un premio per una vita irreprensibile.

Salmo Responsoriale   Dal Salmo 33
Il Signore è vicino a chi ha il cuore spezzato.

Il volto del Signore contro i malfattori,
per eliminarne dalla terra il ricordo.
Gridano i giusti e il Signore li ascolta,
li libera da tutte le loro angosce.

Il Signore è vicino a chi ha il cuore spezzato,
egli salva gli spiriti affranti.
Molti sono i mali del giusto,
ma da tutti lo libera il Signore.

Custodisce tutte le sue ossa:
neppure uno sarà spezzato.
Il Signore riscatta la vita dei suoi servi;
non sarà condannato chi in lui si rifugia.

Canto al Vangelo   Mt 4,4b
Gloria a te, o Cristo, Verbo di Dio!
Non di solo pane vivrà l’uomo,
ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio.
Gloria a te, o Cristo, Verbo di Dio!
Vangelo   Gv 7, 1-2. 10. 25-30
Cercavano di arrestare Gesù, ma non era ancora giunta la sua ora.

Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù se ne andava per la Galilea; infatti non voleva più percorrere la Giudea, perché i Giudei cercavano di ucciderlo.
Si avvicinava intanto la festa dei Giudei, quella delle Capanne. Quando i suoi fratelli salirono per la festa, vi salì anche lui: non apertamente, ma quasi di nascosto.
Alcuni abitanti di Gerusalemme dicevano: «Non è costui quello che cercano di uccidere? Ecco, egli parla liberamente, eppure non gli dicono nulla. I capi hanno forse riconosciuto davvero che egli è il Cristo? Ma costui sappiamo di dov’è; il Cristo invece, quando verrà, nessuno saprà di dove sia».
Gesù allora, mentre insegnava nel tempio, esclamò: «Certo, voi mi conoscete e sapete di dove sono. Eppure non sono venuto da me stesso, ma chi mi ha mandato è veritiero, e voi non lo conoscete. Io lo conosco, perché vengo da lui ed egli mi ha mandato».
Cercavano allora di arrestarlo, ma nessuno riuscì a mettere le mani su di lui, perché non era ancora giunta la sua ora. 


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