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sabato 10 marzo 2018

IL MESTIERE PIU' ANTICO DEL MONDO / sabato III sett. Quaresima

Schulz (Schulz era un cristiano dichiarato).


È una battuta ma seria: qual è il mestiere più antico e diffuso del mondo? Giudice volontario. La prestazione è gratuita ma i danni sono a volte incalcolabili … 

Il Fariseo del Vangelo di oggi non può fare a meno di paragonarsi agli altri e a quel pubblicano lì, in fondo al tempio. Un mestiere inconsapevole per molti che non fanno nessun cammino spirituale. Poi gli occhi cominciano ad aprirsi e quando  si incontrano gruppi di formazione cristiana la lamentela è spesso la stessa: purtroppo giudico, giudico, giudico. E sanno che è vietato dal Signore. È lui l’unico Giudice e Misericordioso. Noi non sappiamo giudicare in verità, e non abbiamo il diritto di giudicare il fratello e la sorella. “Il giudizio è il peccato dei perfetti”, si dice nella tradizione spirituale della Chiesa, non perché sia segno di perfezione, ma perché quel peccato terribilmente dannoso si trova ancora in coloro che hanno vinto tutti gli altri vizi e peccati. Quindi dobbiamo fare ancora più attenzione e abbiamo perso già troppo tempo nella lotta contro il demone del giudizio.

Non hai il diritto di giudicare il fratello, la sorella, non hai il diritto di giudicare i tuoi sudditi, non hai il diritto di giudicare i tuoi superiori. Disse la presidente dell’Unione Mondiale delle Suore Cattoliche: “andai una volta in un convento di clausura a fare un ritiro per me stessa. Tutte le monache in fila a voler parlare con me: “Ci! Ci! Ci!”.  Poi però tutte pentite”. Donne di preghiera, ma la tentazione del giudizio le aveva vinte in un primo tempo. Se tu pensi di avere il diritto di giudicare il fratello o la sorella non hai capito ancora nulla della Vita Spirituale e perdi la tua vita, l’unica tua vita senza convertirti. Apri gli occhi subito, altrimenti il risveglio sarà amaro davanti al Volto del Signore. "Impara a giudicare te stesso allora cesserai di giudicare gli altri" diceva san Serafino di Sarov. “Fratelli miei, non vi fate maestri in molti, sapendo che noi riceveremo un giudizio più severo." (Giacomo 3,1. Conviene leggere tutto il Capitolo 3, fino a 4,12).
Come fare? Dobbiamo fare come il pubblicano che torna a casa sua giustificato: lì, in fondo al Tempio, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo ma si batteva il petto dicendo: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”. Mi rispondi: "Ma io devo dire la verità: non sono uno che fa i peccati di questo pubblicano". Non lo comprendi ma segui la condotta del pubblicano. O credi che senza ragione questa frase del pubblicano è diventata una scuola di preghiera continua per milioni di cristiani?
“Gesù, Figlio di Davide, Gesù, Figlio del Dio Vivo, abbi pietà di me peccatore!”
p.s.:  girando su Internet in cerca di foto illustrative, ho trovato molte massime sul giudizio, molte interessanti del tipo: "chi giudica gli altri, chi si adombra per il giudizio degli altri, perde molte energie invece di vivere"; "il tuo giudizio, piuttosto che gli altri, rivela quello che sei"; "nessuno conosce davvero la battaglia che l'altro conduce né il suo dolore, quindi non si può giudicare", ecc. Nessuno però si innalza veramente al livello di Gesù: "non ti giudico perché ti amo, fino a perdere la vita per te". In fondo è normale che non arriviamo al livello di Gesù, ma fa pensare: se facciamo già tanta fatica a frenarci nel giudicare gli altri con osservazioni di puro buon senso, quanto siamo lontani dall'essere cristiani!  

Prima Lettura   Os 6, 1-6
Voglio l'amore e non il sacrificio.

Dal libro del profeta Osèa
«Venite, ritorniamo al Signore:
egli ci ha straziato ed egli ci guarirà.
Egli ci ha percosso ed egli ci fascerà.
Dopo due giorni ci ridarà la vita
e il terzo ci farà rialzare,
e noi vivremo alla sua presenza.
Affrettiamoci a conoscere il Signore,
la sua venuta è sicura come l’aurora.
Verrà a noi come la pioggia d’autunno,
come la pioggia di primavera che feconda la terra».
Che dovrò fare per te, Èfraim,
che dovrò fare per te, Giuda?
Il vostro amore è come una nube del mattino,
come la rugiada che all’alba svanisce.
Per questo li ho abbattuti per mezzo dei profeti,
li ho uccisi con le parole della mia bocca
e il mio giudizio sorge come la luce:
poiché voglio l’amore e non il sacrificio,
la conoscenza di Dio più degli olocàusti. 

Salmo Responsoriale
   Dal Salmo 50
Voglio l’amore e non il sacrificio.

Pietà di me, o Dio, nel tuo amore;
nella tua grande misericordia
cancella la mia iniquità.
Lavami tutto dalla mia colpa,
dal mio peccato rendimi puro.

Tu non gradisci il sacrificio;
se offro olocàusti, tu non li accetti.
Uno spirito contrito è sacrificio a Dio;
un cuore contrito e affranto tu, o Dio, non disprezzi.

Nella tua bontà fa’ grazia a Sion,
ricostruisci le mura di Gerusalemme.
Allora gradirai i sacrifici legittimi,
l’olocàusto e l’intera oblazione. 

Canto al Vangelo
   Sal 94,8 
Gloria e lode a te, o Cristo!

Oggi non indurite il vostro cuore,
ma ascoltate la voce del Signore.
Gloria e lode a te, o Cristo!

Vangelo   Lc 18, 9-14
Il pubblicano tornò a casa sua giustificato, a differenza del fariseo.

Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l’intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri:
«Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano.
Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: “O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo”.
Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”.
Io vi dico: questi, a differenza dell’altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato». 


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