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lunedì 19 marzo 2018

QUANDO IL RANGO SOCIALE DIVENTA UN OSTACOLO / san Giuseppe 19 marzo


Battistello - san Giuseppe col bambino.

Ringrazio i papi, in particolare Giovanni XXIII, Giovanni Paolo II, Francesco, che mi fanno comprendere lo spessore della figura di san Giuseppe, vero Padre e Custode, Servo giusto e fedele, pieno di attenzioni.

Questo anno ho notato un particolare che forse può servire. Il Signore annuncia
a Davide che i suoi discendenti siederanno sul suo trono. Davide si ricorda di essere stato preso dal Signore in mezzo al gregge di pecore,  dove l’aveva dimenticato il proprio padre, e conserva tutta la vita una vera umiltà. Nonostante ciò si adatta al suo nuovo ruolo e vive secondo la gloria dei re, ne ha il tenore di vita e la riverenza. Salomone formato da suo padre inizia in modo devoto e umile poi si allontana sempre di più da questo modello. Tanto che suo figlio Roboamo, elevato solo a corte, è un signorino senza più nessuna umiltà. E con vicende alterne i re d'Israele successivi sono però tutti di “sangue blu”, figli di principesse pagane molto spesso, ecc., con quella arroganza tipica di chi si sente superiore agli altri.

Poi arriviamo a Giuseppe, figlio anche lui di Davide, della sua casa, che è un semplice artigiano, di un paesino sperduto. Giuseppe è volentieri disprezzato da qualche concittadino più in vista. Non è sempre facile portare un grande nome quando si è un “ramo decaduto della famiglia”.  Certamente Giuseppe non fa sfoggio dei suoi antenati. Se avesse avuto il senso del suo rango in senso mondano, la storia misteriosa che si sviluppa attorno a Maria, incinta senza che siano andati a vivere insieme ancora, avrebbe creato in lui un imbarazzo ancora maggiore. Quante volte un onore mal riposto, il “rango da mantenere”,  hanno frenato la semplicità e lo slancio del Vangelo  nella vita dei battezzati laici ma anche del clero, dei consacrati, dei pastori, e ne ha fatto dei “separati”.  Quante volte perfino un certo stile di ministero, una divisa religiosa, invece di avvicinare agli uomini hanno creato una certa distanza…

Giuseppe è figlio di Davide, non tanto perché ha natali illustri, ma perché è uomo profondamente giusto che riferisce tutta la sua vita al Dio dell’Alleanza e non alle sue radici mondane. Ognuno di noi, prendiamo coscienza di ciò che ci impedisce quella fratellanza universale che Gesù vuole creare nella nostra umanità. Prendiamo coscienza di quelle forme religiose o  sociali che sembrano spirituali o almeno “sacre” e sono solo un modo, delle tradizioni che tendono ad annullare la Parola di Dio.

Il papà di san Giovanni della Croce, uno spagnolo del 1500,  era un giovane orfano capace. Accolto da uno zio che aveva una bella posizione, lavorava per lui e avrebbe dovuto diventarne l’erede. Si innamorò della serva di una Signora  presso la quale curava gli affari del suo zio. Saggiamente e con affetto materno la Signora lo avvertì che questa storia con la sua serva, molto buona e molto credente, ma umile e che aveva per di più degli antenati ebrei, poteva nuocergli e farlo  rigettare dalla sua famiglia.  Il papà di san Giovanni della Croce preferì un amore sincero e santo davanti a Dio piuttosto che le ricchezze terrene. Questa scelta gli procurò infatti di essere rigettato dalla sua famiglia e visse tutta la vita molto poveramente. Un loro figlio però divenne sacerdote e santo, Dottore della Chiesa, fondatore con santa Teresa d’Avila dei Carmelitani Scalzi,  e l’altro fu un cristiano laico, sposato, di grande santità, tanto che gli si attribuiscono dei miracoli. Oggi sono molto più nobili in cielo e per sempre che se avessero fatto carriera sulla terra. La vera nobiltà è quella del tuo battesimo!

Papa Francesco ci da una testimonianza potente in questo senso e speriamo che sia ascoltato da me e da tanti!

Prima Lettura  2 Sam 7,4-5.12-14.16
Il Signore Iddio gli darà il trono di Davide suo padre.
 

Dal secondo libro di Samuèle  
In quei giorni, fu rivolta a Natan questa parola del Signore:
«Va’ e di’ al mio servo Davide: Così dice il Signore: “Quando i tuoi giorni saranno compiuti e tu dormirai con i tuoi padri, io susciterò un tuo discendente dopo di te, uscito dalle tue viscere, e renderò stabile il suo regno.
Egli edificherà una casa al mio nome e io renderò stabile il trono del suo regno per sempre. Io sarò per lui padre ed egli sarà per me figlio.
La tua casa e il tuo regno saranno saldi per sempre davanti a te, il tuo trono sarà reso stabile per sempre”». 
   
Salmo Responsoriale
  Dal Salmo 88
In eterno durerà la sua discendenza.

Canterò in eterno l’amore del Signore,
di generazione in generazione
farò conoscere con la mia bocca la tua fedeltà,
perché ho detto: «È un amore edificato per sempre;
nel cielo rendi stabile la tua fedeltà».

«Ho stretto un’alleanza con il mio eletto,
ho giurato a Davide, mio servo.
Stabilirò per sempre la tua discendenza,
di generazione in generazione edificherò il tuo trono».

«Egli mi invocherà: “Tu sei mio padre,
mio Dio e roccia della mia salvezza”.
Gli conserverò sempre il mio amore,
la mia alleanza gli sarà fedele». 

Seconda Lettura   
Rm 4,13.16-18.22

Egli credette, saldo nella speranza contro ogni speranza.
 

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani  
Fratelli, non in virtù della Legge fu data ad Abramo, o alla sua discendenza, la promessa di diventare erede del mondo, ma in virtù della giustizia che viene dalla fede.
Eredi dunque si diventa in virtù della fede, perché sia secondo la grazia, e in tal modo la promessa sia sicura per tutta la discendenza: non soltanto per quella che deriva dalla Legge, ma anche per quella che deriva dalla fede di Abramo, il quale è padre di tutti noi – come sta scritto: «Ti ho costituito padre di molti popoli» – davanti al Dio nel quale credette, che dà vita ai morti e chiama all’esistenza le cose che non esistono.
Egli credette, saldo nella speranza contro ogni speranza, e così divenne padre di molti popoli, come gli era stato detto: «Così sarà la tua discendenza». Ecco perché gli fu accreditato come giustizia.
  

Canto al Vangelo  
 Sal 83,5
Gloria a te, o Cristo, Verbo di Dio.
Nel tempo pasquale: Alleluia, alleluia.

Beato chi abita nella tua casa, Signore:
senza fine canta le tue lodi.

Gloria a te, o Cristo, Verbo di Dio.

  
Vangelo  Mt 1,16.18-21.24a
Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'angelo del Signore.

Dal vangelo secondo Matteo
Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo.
Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto.
Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore.
 


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