Battistello - san Giuseppe col bambino. |
Ringrazio i papi, in particolare
Giovanni XXIII, Giovanni Paolo II, Francesco, che mi fanno comprendere lo
spessore della figura di san Giuseppe, vero Padre e Custode, Servo giusto e
fedele, pieno di attenzioni.
Questo anno ho notato un particolare
che forse può servire. Il Signore annuncia
a Davide che i suoi discendenti
siederanno sul suo trono. Davide si ricorda di essere stato preso dal Signore in
mezzo al gregge di pecore, dove l’aveva dimenticato
il proprio padre, e conserva tutta la vita una vera umiltà. Nonostante ciò si
adatta al suo nuovo ruolo e vive secondo la gloria dei re, ne ha il tenore di vita
e la riverenza. Salomone formato da suo padre inizia in modo devoto e umile poi
si allontana sempre di più da questo modello. Tanto che suo figlio Roboamo,
elevato solo a corte, è un signorino senza più nessuna umiltà. E con vicende
alterne i re d'Israele successivi sono però tutti di “sangue blu”, figli di
principesse pagane molto spesso, ecc., con quella arroganza tipica di chi si sente superiore agli altri.
Poi arriviamo a Giuseppe, figlio
anche lui di Davide, della sua casa, che è un semplice artigiano, di un paesino
sperduto. Giuseppe è volentieri disprezzato da qualche concittadino più in
vista. Non è sempre facile portare un grande nome quando si è un “ramo decaduto
della famiglia”. Certamente Giuseppe non
fa sfoggio dei suoi antenati. Se avesse avuto il senso del suo
rango in senso mondano, la storia misteriosa che si sviluppa attorno a Maria,
incinta senza che siano andati a vivere insieme ancora, avrebbe creato in lui un
imbarazzo ancora maggiore. Quante volte un onore mal riposto, il “rango da
mantenere”, hanno frenato la semplicità e
lo slancio del Vangelo nella vita dei
battezzati laici ma anche del clero, dei consacrati, dei pastori, e ne ha fatto
dei “separati”. Quante volte perfino un
certo stile di ministero, una divisa religiosa, invece di avvicinare agli uomini
hanno creato una certa distanza…
Giuseppe è figlio di Davide,
non tanto perché ha natali illustri, ma perché è uomo profondamente giusto che riferisce
tutta la sua vita al Dio dell’Alleanza e non alle sue radici mondane. Ognuno di
noi, prendiamo coscienza di ciò che ci impedisce quella fratellanza universale che
Gesù vuole creare nella nostra umanità. Prendiamo coscienza di quelle forme religiose
o sociali che sembrano spirituali o
almeno “sacre” e sono solo un modo, delle tradizioni che tendono ad annullare
la Parola di Dio.
Il papà di san Giovanni della
Croce, uno spagnolo del 1500, era un
giovane orfano capace. Accolto da uno zio che aveva una bella
posizione, lavorava per lui e avrebbe dovuto diventarne l’erede. Si innamorò
della serva di una Signora presso la
quale curava gli affari del suo zio. Saggiamente e con affetto materno la Signora
lo avvertì che questa storia con la sua serva, molto buona e molto credente, ma
umile e che aveva per di più degli antenati ebrei, poteva nuocergli e
farlo rigettare dalla sua famiglia. Il papà di san Giovanni della Croce preferì un
amore sincero e santo davanti a Dio piuttosto che le ricchezze terrene. Questa scelta
gli procurò infatti di essere rigettato dalla sua famiglia e visse tutta la vita
molto poveramente. Un loro figlio però divenne sacerdote e santo, Dottore della Chiesa,
fondatore con santa Teresa d’Avila dei Carmelitani Scalzi, e l’altro fu un cristiano laico, sposato, di grande
santità, tanto che gli si attribuiscono dei miracoli. Oggi sono molto più nobili
in cielo e per sempre che se avessero fatto carriera sulla terra. La vera nobiltà è quella del tuo battesimo!
Papa Francesco ci da una
testimonianza potente in questo senso e speriamo che sia ascoltato da me e da
tanti!
Prima Lettura 2
Sam 7,4-5.12-14.16
Il Signore Iddio gli darà il trono di Davide suo padre.
Dal secondo libro di Samuèle
In quei giorni, fu rivolta a Natan questa parola del Signore:
«Va’ e di’ al mio servo Davide: Così dice il Signore: “Quando i tuoi giorni saranno compiuti e tu dormirai con i tuoi padri, io susciterò un tuo discendente dopo di te, uscito dalle tue viscere, e renderò stabile il suo regno.
Egli edificherà una casa al mio nome e io renderò stabile il trono del suo regno per sempre. Io sarò per lui padre ed egli sarà per me figlio.
La tua casa e il tuo regno saranno saldi per sempre davanti a te, il tuo trono sarà reso stabile per sempre”».
Salmo Responsoriale Dal Salmo 88
In eterno durerà la sua discendenza.
Canterò in eterno l’amore del Signore,
di generazione in generazione
farò conoscere con la mia bocca la tua fedeltà,
perché ho detto: «È un amore edificato per sempre;
nel cielo rendi stabile la tua fedeltà».
«Ho stretto un’alleanza con il mio eletto,
ho giurato a Davide, mio servo.
Stabilirò per sempre la tua discendenza,
di generazione in generazione edificherò il tuo trono».
«Egli mi invocherà: “Tu sei mio padre,
mio Dio e roccia della mia salvezza”.
Gli conserverò sempre il mio amore,
la mia alleanza gli sarà fedele».
Seconda Lettura Rm 4,13.16-18.22
Egli credette, saldo nella speranza contro ogni speranza.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Fratelli, non in virtù della Legge fu data ad Abramo, o alla sua discendenza, la promessa di diventare erede del mondo, ma in virtù della giustizia che viene dalla fede.
Eredi dunque si diventa in virtù della fede, perché sia secondo la grazia, e in tal modo la promessa sia sicura per tutta la discendenza: non soltanto per quella che deriva dalla Legge, ma anche per quella che deriva dalla fede di Abramo, il quale è padre di tutti noi – come sta scritto: «Ti ho costituito padre di molti popoli» – davanti al Dio nel quale credette, che dà vita ai morti e chiama all’esistenza le cose che non esistono.
Egli credette, saldo nella speranza contro ogni speranza, e così divenne padre di molti popoli, come gli era stato detto: «Così sarà la tua discendenza». Ecco perché gli fu accreditato come giustizia.
Canto al Vangelo Sal 83,5
Gloria a te, o Cristo, Verbo di Dio.
Nel tempo pasquale: Alleluia, alleluia.
Beato chi abita nella tua casa, Signore:
senza fine canta le tue lodi.
Gloria a te, o Cristo, Verbo di Dio.
Il Signore Iddio gli darà il trono di Davide suo padre.
Dal secondo libro di Samuèle
In quei giorni, fu rivolta a Natan questa parola del Signore:
«Va’ e di’ al mio servo Davide: Così dice il Signore: “Quando i tuoi giorni saranno compiuti e tu dormirai con i tuoi padri, io susciterò un tuo discendente dopo di te, uscito dalle tue viscere, e renderò stabile il suo regno.
Egli edificherà una casa al mio nome e io renderò stabile il trono del suo regno per sempre. Io sarò per lui padre ed egli sarà per me figlio.
La tua casa e il tuo regno saranno saldi per sempre davanti a te, il tuo trono sarà reso stabile per sempre”».
Salmo Responsoriale Dal Salmo 88
In eterno durerà la sua discendenza.
Canterò in eterno l’amore del Signore,
di generazione in generazione
farò conoscere con la mia bocca la tua fedeltà,
perché ho detto: «È un amore edificato per sempre;
nel cielo rendi stabile la tua fedeltà».
«Ho stretto un’alleanza con il mio eletto,
ho giurato a Davide, mio servo.
Stabilirò per sempre la tua discendenza,
di generazione in generazione edificherò il tuo trono».
«Egli mi invocherà: “Tu sei mio padre,
mio Dio e roccia della mia salvezza”.
Gli conserverò sempre il mio amore,
la mia alleanza gli sarà fedele».
Seconda Lettura Rm 4,13.16-18.22
Egli credette, saldo nella speranza contro ogni speranza.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Fratelli, non in virtù della Legge fu data ad Abramo, o alla sua discendenza, la promessa di diventare erede del mondo, ma in virtù della giustizia che viene dalla fede.
Eredi dunque si diventa in virtù della fede, perché sia secondo la grazia, e in tal modo la promessa sia sicura per tutta la discendenza: non soltanto per quella che deriva dalla Legge, ma anche per quella che deriva dalla fede di Abramo, il quale è padre di tutti noi – come sta scritto: «Ti ho costituito padre di molti popoli» – davanti al Dio nel quale credette, che dà vita ai morti e chiama all’esistenza le cose che non esistono.
Egli credette, saldo nella speranza contro ogni speranza, e così divenne padre di molti popoli, come gli era stato detto: «Così sarà la tua discendenza». Ecco perché gli fu accreditato come giustizia.
Canto al Vangelo Sal 83,5
Gloria a te, o Cristo, Verbo di Dio.
Nel tempo pasquale: Alleluia, alleluia.
Beato chi abita nella tua casa, Signore:
senza fine canta le tue lodi.
Gloria a te, o Cristo, Verbo di Dio.
Vangelo Mt
1,16.18-21.24a
Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'angelo del Signore.
Dal vangelo secondo Matteo
Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo.
Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto.
Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore.
Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'angelo del Signore.
Dal vangelo secondo Matteo
Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo.
Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto.
Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore.
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