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giovedì 17 novembre 2022

SANTITA' E COMUNITA', CARISMA E ISTITUZIONE / Santa Elisabetta di Ungheria, 17 ottobre.

 


Oggi la Chiesa tutta è grata a Dio per il dono di santa Elisabetta di Ungheria e in particolare lo è l’Ordine francescano Secolare per la sua Patrona. Una laica. Una figlia di re, sposata ad un piccolo sovrano, Luigi IV di Turingia che, da vedova si dedicò al servizio dei poveri del suo regno, fino ad essere cacciata perché metteva in pericolo il patrimonio della famiglia. Visse solo 24 anni tra il 1207 e il 1231. San Francesco era morto appena 5 anni prima, nel 1226! Il carisma e la figura di san Francesco ha generato vari santi tra le “teste coronate” (san Luigi re di Francia, l’altro patrono dell’O.F.S., è vissuto tra il 1214 e il 1270).

I santi lo sono perché hanno incontrato Cristo, hanno seguito Cristo e il suo Vangelo. Ma quasi sempre i santi hanno incontrato altri santi, hanno visto la Chiesa aprir loro un orizzonte generoso, proporre un ideale di vita grande. Hanno visto nella Chiesa la capacità e il coraggio di riformarsi. Non si comprenderebbe santa Elisabetta di Ungheria o san Luigi re di Francia senza san Francesco d’Assisi e il suo movimento. Non si comprenderebbe (e forse non esisterebbero) sant’Ignazio di Loyola, santa Teresa d’Avila, san Carlo Borromeo, ecc., senza il Concilio di Trento. Chi non mette in pratica il Concilio Vaticano II non cammina nella santità, e molti carismi attuali non avrebbero potuto sorgere senza di esso.

Ogni carisma nuovo è come una pietra gettata nello stagno: al luogo dell’impatto c'è un forte gettito di acqua che genera onde che si allargano in cerchi concentrici. Spesso un carisma nuovo segue in tutto questo schema e cioè si allarga ma perde anche forza come le onde sono sempre più larghe ma meno alte fino a scomparire. Ci sono comunità che perdono man mano lo spirito e danno spazio sempre di più alle strutture. Ma noi non siamo acqua mossa da una pietra, siamo vivi, anzi, liberi. Già l’albero dalle sue radici – che sono sempre le stesse – fa nascere nuovi germogli. Molto di più, l’uomo può sempre ripartire da Cristo. Ma non si può negare l’importanza del clima che si respira nella comunità, o di una buona formazione iniziale, ecc.

Il curato d’Ars diceva: “parroco santo, popolo fedele, parroco fedele, popolo mediocre, parroco mediocre, popolo pagano”. Si può dire lo stesso dei genitori per i loro figli, della comunità e dei suoi membri. Allora, criticare, mormorare? No, pregare gli uni per gli altri! Santa Teresa d’Avila diceva alle sue monache: “se, grazie alle vostre preghiere, divento santo, sarete ben guidate, e quindi sarà più facile per voi diventare sante!”

 

Prima Lettura   Ap 5, 1-10
L’Agnello è stato immolato e ci ha riscattato con il suo sangue, noi uomini di ogni nazione.

Dal libro dell'Apocalisse di san Giovanni apostolo
Io, Giovanni, vidi nella mano destra di Colui che sedeva sul trono, un libro scritto sul lato interno e su quello esterno, sigillato con sette sigilli.
Vidi un angelo forte che proclamava a gran voce: «Chi è degno di aprire il libro e scioglierne i sigilli?». Ma nessuno né in cielo, né in terra, né sotto terra, era in grado di aprire il libro e di guardarlo. Io piangevo molto, perché non fu trovato nessuno degno di aprire il libro e di guardarlo. Uno degli anziani mi disse: «Non piangere; ha vinto il leone della tribù di Giuda, il Germoglio di Davide, e aprirà il libro e i suoi sette sigilli».
Poi vidi, in mezzo al trono, circondato dai quattro esseri viventi e dagli anziani, un Agnello, in piedi, come immolato; aveva sette corna e sette occhi, i quali sono i sette spiriti di Dio mandati su tutta la terra.
Giunse e prese il libro dalla destra di Colui che sedeva sul trono. E quando l’ebbe preso, i quattro esseri viventi e i ventiquattro anziani si prostrarono davanti all’Agnello, avendo ciascuno una cetra e coppe d’oro colme di profumi, che sono le preghiere dei santi, e cantavano un canto nuovo:
«Tu sei degno di prendere il libro
e di aprirne i sigilli,
perché sei stato immolato
e hai riscattato per Dio, con il tuo sangue,
uomini di ogni tribù, lingua, popolo e nazione,
e hai fatto di loro, per il nostro Dio,
un regno e sacerdoti,
e regneranno sopra la terra». 

Salmo Responsoriale   Dal Salmo 149
Hai fatto di noi, per il nostro Dio, un regno e sacerdoti.

Cantate al Signore un canto nuovo;
la sua lode nell’assemblea dei fedeli.
Gioisca Israele nel suo creatore,
esultino nel loro re i figli di Sion.

Lodino il suo nome con danze,
con tamburelli e cetre gli cantino inni.
Il Signore ama il suo popolo,
incorona i poveri di vittoria.

Esultino i fedeli nella gloria,
facciano festa sui loro giacigli.
Le lodi di Dio sulla loro bocca:
questo è un onore per tutti i suoi fedeli. 

Canto al Vangelo
   Sal 94,8
Alleluia, alleluia.

Oggi non indurite il vostro cuore,
ma ascoltate la voce del Signore.
Alleluia.

 
Vangelo  
 Lc 19, 41-44
Se avessi compreso quello che porta alla pace!

Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù, quando fu vicino a Gerusalemme, alla vista della città pianse su di essa dicendo:
«Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, quello che porta alla pace! Ma ora è stato nascosto ai tuoi occhi.
Per te verranno giorni in cui i tuoi nemici ti circonderanno di trincee, ti assedieranno e ti stringeranno da ogni parte; distruggeranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra, perché non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata».

   

 

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