Una bellissima testimonianza ripresa dal Blog de La Communauté de l'Emmanuel (Comunità laica cattolica internazionale riconosciuta). (Merci Nathalie !) La traduzione dal francese è mia.
Grazie Nathalie!
14 novembre 2022
Nathalie dormiva per strada da più di 8 anni. Non aveva più documenti, nessuna tessera sanitaria, non aveva la pensione. Un’anonima, un’indigente. Eppure, ha segnato la vita di molte persone intorno a lei. All'indomani della Giornata Mondiale dei Poveri, Flore ci consegna la sua testimonianza.
Due anni fa ci siamo fermati, come famiglia, con Nathalie. Gli abbiamo portato dei dolci al cioccolato. Quando gliele abbiamo offerti, lei ci ha risposto di botto: “Molto gentile, ma io odio il cioccolato! ". Grande Nathalie! Lo avremmo scoperto più tardi, non aveva peli sulla lingua.
Ammetto che ho pensato che stesse esagerando a mandarci a quel paese quando ci eravamo dati la pena di farle un dolce. E poi, mi sono resa all’evidenza: non è perché viveva per strada che doveva assolutamente amare il cioccolato! Con mio figlio, che aveva 17 anni, ci siamo seduti accanto a lei e abbiamo iniziato a chiacchierare. Ci siamo resi conto che la domanda giusta da porre era "come possiamo aiutarti?". La risposta è stata istantanea: “Permettendomi di fare una doccia a casa tua. " Ahia! Non avevo previsto questo. Più facile portarle dei dolci che darle il benvenuto a casa mia… Ma il contatto è stato stabilito, si è fidata di noi. Perché sì, non ero solo io che dovevo darle la mia fiducia invitandola a casa nostra. Mi sono resa conto di quanto anche lei si fosse abbandonata andando da qualcuno che non conosceva. Penso che sia questo che mi ha toccata e convinta: ha dovuto accettare di essere vulnerabile per lasciarsi aiutare.
I primi tempi furono semplici e pudichi. Ci siamo addomesticate a vicenda. Ho scoperto il suo mondo. L'orrore dei centri di accoglienza in cui si è rifiutata di andare. La realtà di una donna che dorme fuori e cerca di mantenere la sua dignità.
Ha conosciuto i bambini, mio marito, è entrata nelle nostre vite. E poi ci siamo parlate. Ricordo ancora il giorno in cui mi fece domande sui bambini, e quando le risposi come si risponde a un’amica. Non eravamo più in una relazione di aiuto, ma in una relazione di amicizia. Mi ha dato anche i suoi panni sporchi. Ho letto nei suoi occhi che non era banale. Un altro segno di fiducia.
Di lei, invece, non sapevo molto. Ha cercato di mantenere il suo anonimato, a volte era confusa. Intere sezioni della sua vita ci rimangono sconosciute… in particolare i veri legami con i suoi 4 figli di cui ci parlava tanto e che non sapevano che lei viveva per strada. Cosa può averla portata lì? Non lo sapremo mai.
E poi è venuta a passare il Natale a casa. L'abbiamo accolta a dormire con noi. Eravamo un po' preoccupati, combattuti tra la voglia di fare bene e la paura delle sue reazioni. Alla fine è stata una serata molto semplice. Abbiamo giocato a Scrabble e lei ha stravinto su tutti noi!
Una cosa tirando l'altra, altri vicini hanno accolto Nathalie nella loro casa. Attorno a lei si è creata una catena di solidarietà. Durante l'inverno particolarmente rigido del 2021, una famiglia l'ha accolta nella propria casa per 3 mesi. Che generosità!
Per 2 anni, con altre tre famiglie, ci siamo alternati ad accogliere Nathalie per una doccia, una notte o un fine settimana. Non si è persa il compleanno di uno dei nostri figli! Ha trovato un regalo, un mazzo di fiori, ha avuto un'attenzione. Penso che le piacessero particolarmente. Aveva anche un bel carattere! Non mandava a dire le cose quando non era contenta. Se arrivavo in ritardo a prenderla per una doccia, mi faceva la parte! Lei mi ha sgridata, non c'è altra parola, poi si è scusata per avermi parlato male. Era così, Nathalie. Vulcanica! Ma così tenera!
"Se vogliamo che la vita prevalga sulla morte e la dignità sia liberata dall'ingiustizia, la via è la sua: consiste nel seguire la povertà di Gesù Cristo, condividere la vita per amore, spezzare il pane della propria esistenza con i fratelli e le sorelle, cominciare dagli ultimi, coloro che mancano del necessario, affinché si realizzi l'uguaglianza, affinché il povero sia liberato dalla miseria e il ricco dalla vanità, entrambe senza speranza”,
Papa Francesco in occasione della VI Giornata Mondiale dei Poveri.
Qualche mese fa, ha perso molto peso. Abbiamo cercato di convincerla ad andare in ospedale per curarsi. Ma non avendo tessera sanitaria, e rifiutandosi di andare allo sportello per gli irregolari, ha rifiutato la nostra proposta. Sempre più preoccupati, abbiamo contattato un amico medico di base che è venuta a trovarla “a casa sua”, cioè per strada. La auscultò e la interrogò con grande delicatezza. Ha accettato di fare un esame del sangue e una radiografia (ha insistito per pagare tutto!). Poi, a fine ottobre, è caduto il verdetto: probabile cancro ai polmoni in fase avanzata. Bisognava fare altri esami.
Mercoledì 2 novembre io e un amico ci siamo alternati per portarla da un anestesista per un esame esplorativo il 10 novembre. Aveva paura. Era irritabile. In macchina, sulla via del ritorno, mi ha detto, con un groppo in gola "Sono orribile, sono antipatica con Christophe, con Camille, con il dottore, con te, quando siete tutti così carini con me...". Le ho detto che ne aveva il diritto. Che doveva digerire la notizia, che era comprensibile che fosse abbattuta. È scoppiata in lacrime. Era la prima volta che la vedevo in questo stato. Non voleva venire a fare la doccia a casa nostra. Voleva essere lasciata sola. L'ho lasciata davanti a "casa sua". Non sapevo che quella sarebbe stata l'ultima volta che l'avrei vista.
Mercoledì 9 novembre è andata a dormire da amici. Durante la notte, è morta nel sonno. Stava al caldo, in una famiglia dove si sentiva bene e apparentemente non ha sofferto. Ringrazio Dio per questo.
Da giovedì scorso le manifestazioni di affetto per Nathalie sono arrivate da ogni parte. Biglietti, mazzi di fiori, disegni di bambini sono collocati dove eravamo sicuri di vederla ogni giorno, "a casa sua". I passanti si fermano a leggere i biglietti, dicono quanto hanno apprezzato il suo sorriso e le discussioni con lei. Ieri, mercoledì 16 novembre 2022, più di 150 persone del quartiere si sono riunite nella chiesa di Sainte-Thérèse, dove si è svolta una celebrazione in suo ricordo. 150 persone per la nostra Nathalie, che gioia immensa!
Nathalie sarebbe potuta morire sola, disprezzata e abbandonata.
Il Signore ha permesso che fosse circondata da amici e che la sua vita avesse valore fino alla fine. Ha segnato profondamente le nostre quattro famiglie, e un intero quartiere. E forse con queste righe, Nathalie ha toccato anche te. Questo è il loro scopo, darci l'opportunità di amare. Perché, ne siamo certi, Nathalie ha aperto una breccia nei nostri cuori. Una breccia per amare ancora meglio e ancora di più.
Grazie Nathalie, non ti dimenticheremo mai.
“È giunto il momento della misericordia. Ogni giorno del nostro cammino è segnato dalla presenza di Dio che guida i nostri passi con la forza della grazia che lo Spirito riversa nel cuore per plasmarlo e renderlo capace di amare.
È giunto il tempo della misericordia per tutti e ognuno, perché nessuno possa pensare di essere estraneo alla vicinanza di Dio e alla potenza della sua tenerezza.
Questo è il tempo della misericordia perché quanti sono deboli e indifesi, lontani e soli, accolgano la presenza di fratelli e sorelle che li tirano fuori dal bisogno.
È giunto il tempo della misericordia perché i poveri possano sentire lo sguardo rispettoso ma attento di chi, vinta l'indifferenza, scopre l'essenziale della vita.
È giunto il tempo della misericordia perché ogni peccatore non si stanchi mai di chiedere perdono e senta la mano del Padre che sempre lo accoglie e lo stringe a sé »
Papa Francesco
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