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mercoledì 3 febbraio 2021

INGRESSO DI DON MIMMO BATTAGLIA NELLA CATTEDRALE DI NAPOLI / 2 Febbraio, Presentazione del Signore

 



Per Napoli il 2 febbraio 2021 è stato segnato dall’inizio del ministero pastorale del suo nuovo vescovo, don Mimmo Battaglia. Lo accogliamo con gioia perché non si può essere cristiani senza camminare con il vescovo e sotto la sua guida. La comunione con il vescovo prescinde della sua personalità e dei sentimenti di simpatia o meno che può suscitare: è il vescovo di Gesù Cristo. Questa è la certezza formidabile della fede di cui ho sperimentato con gratitudine la forza nella mia vita. In questa certezza si aggiunge la personalità dell'uomo e il cammino già compiuto, il suo modo di presentarsi. Infatti don Mimmo ha dato ottima impressione.

Ieri notavo come nel Vangelo della Presentazione di Gesù al Tempio ci sono due protagonisti di cui uno solo è abitualmente messo in risalto: il vecchio Simeone; mentre dell’altrettanto anziana profetessa Anna dedicata tutta alla preghiera e al digiuno si parla poco. Non sorprende ma è un ottimo segno che il nuovo arcivescovo prima di entrare in Cattedrale sia andato a visitare un monastero di Clausura, nella consapevolezza che l’origine e la fonte di ogni azione missionaria della Chiesa è nell’incontro con l’amore sorgivo di Dio, da cui tutto nasce e a cui tutto conduce. Questa fu la prima tappa del “pellegrinaggio nelle periferie esistenziali” che ha voluto compiere. Questo pellegrinaggio è una novità e una manifestazione delle sue intenzioni di Pastore. Se vogliamo poi considerare un monastero di clausura una periferia esistenziale non abbiamo torto ed è interessante vederlo sotto questa angolatura: troppi battezzati sono estranei alla pratica assidua e profonda della preghiera e a maggior ragione non comprendono la consacrazione nella verginità al Regno di Dio per la contemplazione. Gesù stesso dice: chi può capire capisca. 

La prima omelia di don Mimmo ieri è stato un commento profondo del Vangelo e mi ha consolato. Ecco il link: SANTA MESSA DI INIZIO MINISTERO PASTORALE DI S. E. MONS. DOMENICO BATTAGLIA | 2 febbraio 2021 - YouTube. (la proclamazione del Vangelo e l’omelia sono dal minuto 53 al minuto 1h26)

 

Prima Lettura  Ml 3,1-4

Entrerà nel suo tempio il Signore, che voi cercate.

Dal libro del profeta Malachìa

Così dice il Signore Dio:
«Ecco, io manderò un mio messaggero a preparare la via davanti a me e subito entrerà nel suo tempio il Signore che voi cercate; e l’angelo dell’alleanza, che voi sospirate, eccolo venire, dice il Signore degli eserciti.
Chi sopporterà il giorno della sua venuta? Chi resisterà al suo apparire? Egli è come il fuoco del fonditore e come la lisciva dei lavandai.
Siederà per fondere e purificare l’argento; purificherà i figli di Levi, li affinerà come oro e argento, perché possano offrire al Signore un’offerta secondo giustizia.
Allora l’offerta di Giuda e di Gerusalemme sarà gradita al Signore come nei giorni antichi, come negli anni lontani».
    

Salmo Responsoriale  Dal Salmo 23
Vieni, Signore, nel tuo tempio santo.

Alzate, o porte, la vostra fronte,
alzatevi, soglie antiche,
ed entri il re della gloria.

Chi è questo re della gloria?
Il Signore forte e valoroso,
il Signore valoroso in battaglia.

Alzate, o porte, la vostra fronte,
alzatevi, soglie antiche,
ed entri il re della gloria.

Chi è mai questo re della gloria?
Il Signore degli eserciti è il re della gloria.
    

Seconda Lettura  Eb 2,14-18

Doveva rendersi in tutto simile ai fratelli.

Dalla lettera agli  Ebrei

Poiché i figli hanno in comune il sangue e la carne, anche Cristo allo stesso modo ne è divenuto partecipe, per ridurre all’impotenza mediante la morte colui che della morte ha il potere, cioè il diavolo, e liberare così quelli che, per timore della morte, erano soggetti a schiavitù per tutta la vita.
Egli infatti non si prende cura degli angeli, ma della stirpe di Abramo si prende cura. Perciò doveva rendersi in tutto simile ai fratelli, per diventare un sommo sacerdote misericordioso e degno di fede nelle cose che riguardano Dio, allo scopo di espiare i peccati del popolo.
Infatti, proprio per essere stato messo alla prova e avere sofferto personalmente, egli è in grado di venire in aiuto a quelli che subiscono la prova.

 

Canto al Vangelo  Lc 2,30.32    

Alleluia, alleluia. I miei occhi han visto la tua salvezza: luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo, Israele. Alleluia.

  

Vangelo   Lc 2,22-40 (forma breve: Lc 2,22-32)

I miei occhi hanno visto la sua salvezza.

Dal vangelo secondo Luca

[ Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore.
Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore.
Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo:
«Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo
vada in pace, secondo la tua parola,
perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza,
preparata da te davanti a tutti i popoli:
luce per rivelarti alle genti
e gloria del tuo popolo, Israele». 
]
Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima –, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori».
C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.
Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.  

 

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