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mercoledì 3 luglio 2019

TOMMASO, COME POTEVA CREDERE? / 3 luglio 2019

Incredulità di san Tommaso - Caravaggio.

S. Tommaso è spesso preso in esempio. Molte persone dicono: “Padre io sono un po’ come san Tommaso, devo toccare con mano, e non ho toccato …”. Inoltre Tommaso era una persona schietta, e con tante altre qualità. Ma Gesù lo rimprovera. Certamente vale di più il parere di Gesù del nostro. Allora Tommaso doveva credere senza prove? Gesù non ci vuole creduloni. Le persone che credono senza motivi solidi sono poco impegnate nella vita di fede, proprio perché la loro “fede” non ha basi solide.
Qual era dunque il peccato di Tommaso? (perché si deve parlare di peccato). Su quali basi solide poteva appoggiare la sua fede, lui che non aveva visto a differenza degli altri apostoli? La risposta è che poteva credere, perché gli altri erano credibili, non perché fossero perfetti, ma perché compagni che conosceva da tempo e CONCORDI NELLA TESTIMONIANZA.
Ma noi chi abbiamo come testimoni? Spesso quando si entra in contatto con una comunità cristiana si percepisce se c'è o meno la presenza viva del Signore. Ma, inevitabilmente, col tempo, conoscendo meglio questa comunità, i suoi membri, appaiono i difetti. E spesso la fiducia viene meno, il cuore si chiude. Tommaso si trova in una situazione ancora più difficile: deve superare doppiamente lo scandalo della croce. Infatti Gesù è stato arrestato, condannato alla croce ed è morto abbandonato da Dio. E gli altri discepoli, suoi compagni, di cui conosceva già i difetti, hanno rivelato allora tutta la loro pochezza. Come fare fiducia?
Ragionando Tommaso avrebbe pensato: come potevano questi miei compagni di strada, distrutti dal fallimento del Maestro e dal fallimento loro proprio, cambiare tutti insieme in questo modo, annunciando la Risurrezione? Ma in momenti come questi non è tanto la ragione che può convincere. È proprio la disponibilità del cuore che percepisce la presenza del Signore aldilà dei fantasmi della morte e della delusione. S. Tommaso aveva il cuore chiuso e Gesù si aspetta non credulità ma che il nostro cuore sia sempre disponibile alla fede. Per questo lo rimprovera.
Rimprovererebbe anche noi? Credo di sì. Eppure se il nostro cuore è aperto abbiamo tutti i mezzi per credere. Se non incontriamo testimoni particolarmente santi abbiamo come testimonianza la perseveranza di queste comunità e i loro membri. Ma sopratutto abbiamo i Santi che la Chiesa ci mostra come modelli. Ma difficilmente riflettiamo sulla loro vita per comprendere che solo Cristo risorto può trasformare così vite di uomini e donne come noi.
Anche annunciare la Risurrezione è difficile. Perché mentre l’annunci con serietà, una voce dentro di te dice: ma se Cristo è risorto, perché non ci hai creduto tu?, cioè, perché non ti sei convertito pienamente, perché continui a voler imporre a Dio la tua volontà, le tue vedute, e non ti abbandoni pienamente a Lui? Solo una umiltà abissale ci mette nella verità e nella gioia della fiducia in Dio, e quindi la gioia della Risurrezione, concittadini dei santi e familiari di Dio.

Prima Lettura   Ef 2, 19-22
Edificati sopra il fondamento degli apostoli.
Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesini
Fratelli, voi non siete più stranieri né ospiti, ma siete concittadini dei santi e familiari di Dio, edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, avendo come pietra d’angolo lo stesso Cristo Gesù.
In lui tutta la costruzione cresce ben ordinata per essere tempio santo nel Signore; in lui anche voi venite edificati insieme per diventare abitazione di Dio per mezzo dello Spirito.

Salmo Responsoriale 
  Dal Salmo 116
Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo.
Genti tutte, lodate il Signore,
popoli tutti, cantate la sua lode. 
Perché forte è il suo amore per noi
e la fedeltà del Signore dura per sempre.
  
Canto al Vangelo 
  Gv 20,29
Alleluia, alleluia.

Perché mi hai veduto, Tommaso, tu hai creduto;
beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!
Alleluia.
 
Vangelo   Gv 20, 24-29
Mio Signore e mio Dio!
Dal Vangelo secondo Giovanni
Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».
Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!». 


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