Silenziosamente, sotto papa Benedetto, il Vaticano (certo uno Stato piccolissimo e senza produzione
industriale) è diventato ad “emissioni zero di CO2”. Cioè, oltre alla riduzione
delle emissioni in sé, anche grazie all’installazione di pannelli solari, il
Vaticano ha piantato foreste su terreni di sua competenza al punto di
compensare le sue emissioni di CO2.
Ma non si è fermato lì. La raccolta
differenziata dei rifiuti è passata dal 35% nel 2016 al 55% di oggi con l’obiettivo
di arrivare al 70-75% da qui a tre anni. Per quanto riguarda i rifiuti speciali
invece si è creato nel 2016 un’isola ecologica all’interno delle mura vaticane che
oggi raccoglie in modo differenziato il 98% di questi rifiuti, con l’obiettivo
di arrivare praticamente al 100% nel 2020.
Da cinque mesi è partito il trattamento dell’umido avviando catene di economia circolare. In pratica
si fa il terriccio da compost che viene riutilizzato come concime di buona qualità
nei giardini stessi del Vaticano o a Castel Gandolfo.
Oggi si sta per raggiungere
un altro traguardo: diventare totalmente Plastic Free. Entro fine anno non si
venderà più plastica monouso in Vaticano.
Dopo lo stop delle vendite
di sigarette (con relativa perdita economica importante per le casse dello
Stato del Vaticano) ecco altre buone notizie che ci rallegrano e ci stimolano a un impegno maggiore. Molti mi chiedono in quale anno sarà eliminata per legge
la plastica monouso in Italia. Veramente non lo so di preciso. So che possiamo
fare molto di più fin da adesso è che è necessario farlo senza aspettare che ce
lo imponga la legge.
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