Giuseppe abitò in Egitto - James Tissot. |
Nella
prima lettura inizia il racconto del ritrovamento tra Giuseppe, diventato viceré d’Egitto, e i suoi fratelli che l’hanno venduto tanto tempo fa come schiavo
per gelosia.
Colpisce
subito il senso di colpa che riemerge. Non può
essere diversamente. La ferita delle colpe passate può guarire
solo nel perdono di Dio ed è ciò che Gesù fa istituendo i dodici che saranno
missionari della misericordia. Per questo, santa Teresina raccomandava di pregare
tanto per gli agonizzanti e le famiglie devono preoccuparsi di avvicinare i loro
anziani e malati gravi quanto prima ai sacramenti.
Ma
un’altra frase suscita una riflessione attualissima.
Dice Giuseppe ai suoi fratelli: “Se voi siete sinceri..”. Come mai? L’Egitto è
il paese più ricco e può sfamare a prezzi regolati, non solo i suoi cittadini
ma anche i popoli stranieri. Ovviamente su questo cercano di innescarsi gli speculatori.
È necessario saper distinguere chi ha veramente bisogno e chi fa il
trafficante. L’Italia e l’Europa si trovano di fronte ad un’emergenza profughi epocale. Il cambiamento climatico è causato principalmente dall’inquinamento e
l’avidità dei paesi più ricchi e cinici. I profughi fuggono da conflitti
alimentati dalla vendita di armi fabbricate in questi stessi paesi. È di ieri la
notizia che l’aiuto ufficiale allo sviluppo dell’Italia, sempre molto esiguo, è
ai minimi storici. Quindi c'è un dovere di accoglienza che è anche una
necessità per l’Italia che si è chiusa da decenni alla vita e vede la sua
popolazione diminuire drammaticamente. Pur lottando contro i trafficanti, accogliere
e integrare in modo intelligente e generoso è una necessità di sopravvivenza per
noi stessi. Perché dovrebbe creare problemi oltre misura se la “razza” italiana
è frutto da sempre di un patchwork di etnie diverse? Ma invece di dire la verità
alla gente, si preferisce andare per slogan.
Beata
la Nazione che ha come Capo del Governo un uomo timorato di Dio e intelligente come
Giuseppe, figlio di Giacobbe! Senza la sua politica moriva Giuda, figlio di Giacobbe,
e non nasceva Gesù di Nazareth, nostro Salvatore.
Prima Lettura Gn
41, 55-57; 42, 5-7. 17-24a
Su di noi grava la colpa nei riguardi di nostro fratello; per questo ci ha colpiti quest’angoscia.
Su di noi grava la colpa nei riguardi di nostro fratello; per questo ci ha colpiti quest’angoscia.
Dal libro della Gènesi
In quei giorni, tutta la terra d’Egitto cominciò a sentire la fame e il popolo gridò al faraone per avere il pane. Il faraone disse a tutti gli Egiziani: «Andate da Giuseppe; fate quello che vi dirà». La carestia imperversava su tutta la terra. Allora Giuseppe aprì tutti i depositi in cui vi era grano e lo vendette agli Egiziani. La carestia si aggravava in Egitto, ma da ogni paese venivano in Egitto per acquistare grano da Giuseppe, perché la carestia infieriva su tutta la terra. Arrivarono i figli d’Israele per acquistare il grano, in mezzo ad altri che pure erano venuti, perché nella terra di Canaan c’era la carestia.
Giuseppe aveva autorità su quella terra e vendeva il grano a tutta la sua popolazione. Perciò i fratelli di Giuseppe vennero da lui e gli si prostrarono davanti con la faccia a terra. Giuseppe vide i suoi fratelli e li riconobbe, ma fece l’estraneo verso di loro e li tenne in carcere per tre giorni.
Il terzo giorno Giuseppe disse loro: «Fate questo e avrete salva la vita; io temo Dio! Se voi siete sinceri, uno di voi fratelli resti prigioniero nel vostro carcere e voi andate a portare il grano per la fame delle vostre case. Poi mi condurrete qui il vostro fratello più giovane. Così le vostre parole si dimostreranno vere e non morirete». Essi annuirono.
Si dissero allora l’un l’altro: «Certo su di noi grava la colpa nei riguardi di nostro fratello, perché abbiamo visto con quale angoscia ci supplicava e non lo abbiamo ascoltato. Per questo ci ha colpiti quest’angoscia».
Ruben prese a dir loro: «Non vi avevo detto io: “Non peccate contro il ragazzo”? Ma non mi avete dato ascolto. Ecco, ora ci viene domandato conto del suo sangue». Non si accorgevano che Giuseppe li capiva, dato che tra lui e loro vi era l’interprete.
Allora egli andò in disparte e pianse.
Salmo Responsoriale Dal Salmo 32
Su di noi, Signore, sia il tuo amore.
In quei giorni, tutta la terra d’Egitto cominciò a sentire la fame e il popolo gridò al faraone per avere il pane. Il faraone disse a tutti gli Egiziani: «Andate da Giuseppe; fate quello che vi dirà». La carestia imperversava su tutta la terra. Allora Giuseppe aprì tutti i depositi in cui vi era grano e lo vendette agli Egiziani. La carestia si aggravava in Egitto, ma da ogni paese venivano in Egitto per acquistare grano da Giuseppe, perché la carestia infieriva su tutta la terra. Arrivarono i figli d’Israele per acquistare il grano, in mezzo ad altri che pure erano venuti, perché nella terra di Canaan c’era la carestia.
Giuseppe aveva autorità su quella terra e vendeva il grano a tutta la sua popolazione. Perciò i fratelli di Giuseppe vennero da lui e gli si prostrarono davanti con la faccia a terra. Giuseppe vide i suoi fratelli e li riconobbe, ma fece l’estraneo verso di loro e li tenne in carcere per tre giorni.
Il terzo giorno Giuseppe disse loro: «Fate questo e avrete salva la vita; io temo Dio! Se voi siete sinceri, uno di voi fratelli resti prigioniero nel vostro carcere e voi andate a portare il grano per la fame delle vostre case. Poi mi condurrete qui il vostro fratello più giovane. Così le vostre parole si dimostreranno vere e non morirete». Essi annuirono.
Si dissero allora l’un l’altro: «Certo su di noi grava la colpa nei riguardi di nostro fratello, perché abbiamo visto con quale angoscia ci supplicava e non lo abbiamo ascoltato. Per questo ci ha colpiti quest’angoscia».
Ruben prese a dir loro: «Non vi avevo detto io: “Non peccate contro il ragazzo”? Ma non mi avete dato ascolto. Ecco, ora ci viene domandato conto del suo sangue». Non si accorgevano che Giuseppe li capiva, dato che tra lui e loro vi era l’interprete.
Allora egli andò in disparte e pianse.
Salmo Responsoriale Dal Salmo 32
Su di noi, Signore, sia il tuo amore.
Lodate il Signore con la
cetra,
con l’arpa a dieci corde a lui cantate.
Cantate al Signore un canto nuovo,
con arte suonate la cetra e acclamate.
con l’arpa a dieci corde a lui cantate.
Cantate al Signore un canto nuovo,
con arte suonate la cetra e acclamate.
Il Signore annulla i disegni
delle nazioni,
rende vani i progetti dei popoli.
Ma il disegno del Signore sussiste per sempre,
i progetti del suo cuore per tutte le generazioni.
rende vani i progetti dei popoli.
Ma il disegno del Signore sussiste per sempre,
i progetti del suo cuore per tutte le generazioni.
Ecco, l’occhio del Signore
è su chi lo teme,
su chi spera nel suo amore,
per liberarlo dalla morte
e nutrirlo in tempo di fame.
Canto al Vangelo Mc 1,15
Alleluia, alleluia.
Il regno di Dio è vicino;
convertitevi e credete nel Vangelo.
Alleluia.
Vangelo Mt 10, 1-7
Rivolgetevi alle pecore perdute della casa d'Israele.
su chi spera nel suo amore,
per liberarlo dalla morte
e nutrirlo in tempo di fame.
Canto al Vangelo Mc 1,15
Alleluia, alleluia.
Il regno di Dio è vicino;
convertitevi e credete nel Vangelo.
Alleluia.
Vangelo Mt 10, 1-7
Rivolgetevi alle pecore perdute della casa d'Israele.
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, chiamati a sé i suoi dodici discepoli, Gesù diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità.
I nomi dei dodici apostoli sono: primo, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello; Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello; Filippo e Bartolomeo; Tommaso e Matteo il pubblicano; Giacomo, figlio di Alfeo, e Taddeo; Simone il Cananeo e Giuda l’Iscariota, colui che poi lo tradì.
Questi sono i Dodici che Gesù inviò, ordinando loro: «Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d’Israele. Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino».
In quel tempo, chiamati a sé i suoi dodici discepoli, Gesù diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità.
I nomi dei dodici apostoli sono: primo, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello; Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello; Filippo e Bartolomeo; Tommaso e Matteo il pubblicano; Giacomo, figlio di Alfeo, e Taddeo; Simone il Cananeo e Giuda l’Iscariota, colui che poi lo tradì.
Questi sono i Dodici che Gesù inviò, ordinando loro: «Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d’Israele. Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino».
Demografia:
faccio un esempio aritmetico puro (nella vita reale intervengono altri fattori).
Supponiamo
una popolazione composta da 8 persone, 4 uomini e 4 donne, in età fertile. Supponiamo
che formino 4 coppie e ciascuna ha un solo figlio. La generazione successiva
sarà costituita non più da 8 ma da 4 persone. Se la vita si allunga non ce ne
accorgeremo subito perché la popolazione totale sarà di 8 + 4 = 12 persone. Ma questi
4 giovani, supponendo che formino 2 coppie che abbiano solo 1 figlio, formeranno
una generazione di sole 2 persone e scomparendo gli anziani la popolazione
finale sarà di 2 persone. In tre generazioni scompare una popolazione intera. Anche
se l’ultima coppia decide di raddoppiare il numero di figli può solo mantenere
una popolazione ridotta a due. Per risalire ci vogliono più generazioni e ogni generazione
significa 30 anni! Nel frattempo cosa succede?
Nessun commento:
Posta un commento