John Martin - Distruzione di Sodoma. |
Inizia la distruzione di Sodoma e Gomorra, Gesù e
i discepoli sono nella barca mentre infuria la tempesta sul lago.
Ci sono tre personaggi per la nostra istruzione. La
moglie di Lot, Lot stesso, e i discepoli.
Gli angeli hanno detto a Lot: «Fuggi, per la tua vita.
Non guardare indietro e non fermarti dentro la valle: fuggi sulle montagne, per
non essere travolto!» Ora la moglie di Lot guardò indietro e divenne una statua
di sale.
Trovo questa immagine potentissima e vera. Chi non va avanti, ancorato al
passato, chi non riesce e sopratutto chi non vuole gettarsi il passato alle spalle,
diventa come una statua di sale, prigioniero. Giovanni Paolo II diceva che non basta
stare sulla soglia della speranza ma bisogna varcarla. Tutto nella Scrittura, che
è memoria, parla però di Dio che apre le porte del futuro e invita a lasciare tutto per
seguirlo, a non lasciarci imprigionare dal passato. I vari Papi ci hanno sempre
ricordato lo stesso messaggio. Papa Francesco ci stimola continuamente in questo senso.
Lot è titubante, debole, non si affida
totalmente, ma dialoga con Dio, presenta la sua debolezza e lascia che sia Dio,
nella sua misericordia, a fissare lui un'altra meta. Non è quella che Dio pensava all’inizio
e avrebbe fatto raggiungere con la sua potenza, ma Lot si lascia comunque guidare
da Dio e ha la vita salva.
Il cristiano è, secondo il Vangelo, colui che nella
tempesta sa che anche se Gesù non fa nulla adesso, sembra disinteressato dalla
mia sorte, continua a vegliare su di me e a proteggermi, a guidarmi in mezzo alle
onde e ai pericoli. A questo punto, chi è cristiano? Forse come diceva Ignazio Silone, l’ultimo
cristiano è morto duemila anni fa?
Quello che è sicuro è che, Gesù, con la sua
presenza, con la potenza della sua grazia, ci propone una meta infinitamente più
alta di quella che era presentata a Lot. Vuole che diventiamo cristiani, uomini
e donne di fede.
Prima Lettura Gn 19, 15-29
Il Signore fece piovere sopra Sòdoma e sopra Gomorra zolfo e fuoco.
Dal libro della GènesiIl Signore fece piovere sopra Sòdoma e sopra Gomorra zolfo e fuoco.
In quei giorni, quando apparve l’alba, gli angeli fecero premura a Lot,
dicendo: «Su, prendi tua moglie e le tue due figlie che hai qui, per non essere
travolto nel castigo della città di Sòdoma». Lot indugiava, ma quegli uomini
presero per mano lui, sua moglie e le sue due figlie, per un grande atto di
misericordia del Signore verso di lui; lo fecero uscire e lo condussero fuori
della città.
Dopo averli condotti fuori, uno di loro disse: «Fuggi, per la tua vita. Non guardare indietro e non fermarti dentro la valle: fuggi sulle montagne, per non essere travolto!». Ma Lot gli disse: «No, mio signore! Vedi, il tuo servo ha trovato grazia ai tuoi occhi e tu hai usato grande bontà verso di me salvandomi la vita, ma io non riuscirò a fuggire sul monte, senza che la sciagura mi raggiunga e io muoia. Ecco quella città: è abbastanza vicina perché mi possa rifugiare là ed è piccola cosa! Lascia che io fugga lassù – non è una piccola cosa? – e così la mia vita sarà salva». Gli rispose: «Ecco, ti ho favorito anche in questo, di non distruggere la città di cui hai parlato. Presto, fuggi là, perché io non posso far nulla finché tu non vi sia arrivato». Perciò quella città si chiamò Soar.
Il sole spuntava sulla terra e Lot era arrivato a Soar, quand’ecco il Signore fece piovere dal cielo sopra Sòdoma e sopra Gomorra zolfo e fuoco provenienti dal Signore. Distrusse queste città e tutta la valle con tutti gli abitanti delle città e la vegetazione del suolo. Ora la moglie di Lot guardò indietro e divenne una statua di sale.
Abramo andò di buon mattino al luogo dove si era fermato alla presenza del Signore; contemplò dall’alto Sòdoma e Gomorra e tutta la distesa della valle e vide che un fumo saliva dalla terra, come il fumo di una fornace.
Così, quando distrusse le città della valle, Dio si ricordò di Abramo e fece sfuggire Lot alla catastrofe, mentre distruggeva le città nelle quali Lot aveva abitato.
Dopo averli condotti fuori, uno di loro disse: «Fuggi, per la tua vita. Non guardare indietro e non fermarti dentro la valle: fuggi sulle montagne, per non essere travolto!». Ma Lot gli disse: «No, mio signore! Vedi, il tuo servo ha trovato grazia ai tuoi occhi e tu hai usato grande bontà verso di me salvandomi la vita, ma io non riuscirò a fuggire sul monte, senza che la sciagura mi raggiunga e io muoia. Ecco quella città: è abbastanza vicina perché mi possa rifugiare là ed è piccola cosa! Lascia che io fugga lassù – non è una piccola cosa? – e così la mia vita sarà salva». Gli rispose: «Ecco, ti ho favorito anche in questo, di non distruggere la città di cui hai parlato. Presto, fuggi là, perché io non posso far nulla finché tu non vi sia arrivato». Perciò quella città si chiamò Soar.
Il sole spuntava sulla terra e Lot era arrivato a Soar, quand’ecco il Signore fece piovere dal cielo sopra Sòdoma e sopra Gomorra zolfo e fuoco provenienti dal Signore. Distrusse queste città e tutta la valle con tutti gli abitanti delle città e la vegetazione del suolo. Ora la moglie di Lot guardò indietro e divenne una statua di sale.
Abramo andò di buon mattino al luogo dove si era fermato alla presenza del Signore; contemplò dall’alto Sòdoma e Gomorra e tutta la distesa della valle e vide che un fumo saliva dalla terra, come il fumo di una fornace.
Così, quando distrusse le città della valle, Dio si ricordò di Abramo e fece sfuggire Lot alla catastrofe, mentre distruggeva le città nelle quali Lot aveva abitato.
Salmo Responsoriale Dal Salmo 25
La tua bontà, Signore, è davanti ai miei occhi.
Scrutami, Signore, e mettimi alla prova,
raffinami al fuoco il cuore e la mente.
La tua bontà è davanti ai miei occhi,
nella tua verità ho camminato.
Non associare me ai peccatori
né la mia vita agli uomini di sangue,
perché vi è delitto nelle loro mani,
di corruzione è piena la loro destra.
Ma io cammino nella mia integrità;
riscattami e abbi pietà di me.
Il mio piede sta su terra piana;
nelle assemblee benedirò il Signore.
raffinami al fuoco il cuore e la mente.
La tua bontà è davanti ai miei occhi,
nella tua verità ho camminato.
Non associare me ai peccatori
né la mia vita agli uomini di sangue,
perché vi è delitto nelle loro mani,
di corruzione è piena la loro destra.
Ma io cammino nella mia integrità;
riscattami e abbi pietà di me.
Il mio piede sta su terra piana;
nelle assemblee benedirò il Signore.
Canto al Vangelo Sal 129,5
Alleluia, alleluia.
Io spero, Signore.
Spera l’anima mia,
attendo la sua parola.
Alleluia.
Vangelo Mt 8, 23-27
Spera l’anima mia,
attendo la sua parola.
Alleluia.
Vangelo Mt 8, 23-27
Si
alzò, minacciò i venti e il mare e ci fu grande bonaccia.
Dal vangelo secondo Matteo
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, salito Gesù sulla barca, i suoi discepoli lo seguirono. Ed
ecco, avvenne nel mare un grande sconvolgimento, tanto che la barca era coperta
dalle onde; ma egli dormiva.
Allora si accostarono a lui e lo svegliarono, dicendo: «Salvaci, Signore, siamo perduti!». Ed egli disse loro: «Perché avete paura, gente di poca fede?». Poi si alzò, minacciò i venti e il mare e ci fu grande bonaccia.
Tutti, pieni di stupore, dicevano: «Chi è mai costui, che perfino i venti e il mare gli obbediscono?».
Allora si accostarono a lui e lo svegliarono, dicendo: «Salvaci, Signore, siamo perduti!». Ed egli disse loro: «Perché avete paura, gente di poca fede?». Poi si alzò, minacciò i venti e il mare e ci fu grande bonaccia.
Tutti, pieni di stupore, dicevano: «Chi è mai costui, che perfino i venti e il mare gli obbediscono?».
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