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venerdì 5 luglio 2019

LETTURE DI CONSOLAZIONE / venerdì XIII sett. T.O.

Guido Reni - L'Apostolo Matteo e l'angelo.

Dopo la perdita di sua madre, Isacco, che non è morto nell’evento tragico del Monte Moria, trova consolazione nella moglie che il Signore gli ha riservato, ragazza bella e dal bel carattere, pronta al servizio con estrema disponibilità e gentilezza (Rebecca: Colei che unisce con grazia).
Dopo il buio convulso dei suoi tanti soldi e peccati Matteo Levi viene liberato, accolto in una comunità nuova con una missione che gli riempie il cuore. Il lasciare tutto di Matteo è una fine ma con Gesù è un inizio che si può condividere con gli amici. Matteo ha fatto tanti banchetti! Cosa c'era al centro? Questa volta  al centro c'è Gesù, c'è la speranza. Matteo ha messo decisamente Gesù al centro della sua vita. Anzi, Gesù ha scelto lui Matteo. Miserando atque eligendo: facendogli misericordia, lo elesse. Matteo non perde i suoi amici e magari saranno più amici di prima perché il loro legame sarà santificato da Gesù, potrà essere pienamente condiviso. 
Conosco una persona che mi ha confidato aver letto questo Vangelo della chiamata di Matteo da ragazzo e si è fermato al primo versetto. Quel ragazzo ha sicuramente letto il racconto secondo Luca: “Quello, lasciata ogni cosa, si alzò e lo seguì” (Lc 9,28) perché la sua reazione fu: “e come si fa a lasciare tutto?” e chiuse il Vangelo, impaurito. Solo anni dopo lesse tutto il brano: “Poi Levi gli preparò un grande banchetto in casa sua…" (Lc 9,29) e comprese che Dio vuole darci una nuova vita, non toglierci la vita. Però il banchetto con gli amici e questo nuovo spirito vengono solo dopo che ci si è alzati, lasciando ogni cosa per seguire Gesù, solo lui. Il Vangelo, o è radicale, o non è Vangelo. Ma non è moralista come vorrebbero i farisei e come tanti di noi, in fondo, pensiamo, tenendoci a distanza di sicurezza dalla conversione sincera. Senza conversione non c'è salvezza. Ma siccome Dio è amore  siccome Dio mi ama così come sono, siccome il male non può venire da Dio, cioè tutto ciò che non mi piace non può venire da Dio ecc.… non c'è bisogno di cambiamento radicale – dicono in tanti –. Questi discorsi sono totalmente fuorvianti!

Prima Lettura  Gn 23, 1-4. 10. 19; 24, 1-8. 62-67
Isacco amò Rebecca e trovò conforto dopo la morte della madre.

Dal libro della Gènesi
Gli anni della vita di Sara furono centoventisette: questi furono gli anni della vita di Sara. Sara morì a Kiriat Arbà, cioè Ebron, nella terra di Canaan, e Abramo venne a fare il lamento per Sara e a piangerla.
Poi Abramo si staccò dalla salma e parlò agli Ittiti: «Io sono forestiero e di passaggio in mezzo a voi. Datemi la proprietà di un sepolcro in mezzo a voi, perché io possa portar via il morto e seppellirlo». Abramo seppellì Sara, sua moglie, nella caverna del campo di Macpela di fronte a Mamre, cioè Ebron, nella terra di Canaan.
Abramo era ormai vecchio, avanti negli anni, e il Signore lo aveva benedetto in tutto. Allora Abramo disse al suo servo, il più anziano della sua casa, che aveva potere su tutti i suoi beni: «Metti la mano sotto la mia coscia e ti farò giurare per il Signore, Dio del cielo e Dio della terra, che non prenderai per mio figlio una moglie tra le figlie dei Cananei, in mezzo ai quali abito, ma che andrai nella mia terra, tra la mia parentela, a scegliere una moglie per mio figlio Isacco».
Gli disse il servo: «Se la donna non mi vuol seguire in questa terra, dovrò forse ricondurre tuo figlio alla terra da cui tu sei uscito?». Gli rispose Abramo: «Guàrdati dal ricondurre là mio figlio! Il Signore, Dio del cielo e Dio della terra, che mi ha preso dalla casa di mio padre e dalla mia terra natia, che mi ha parlato e mi ha giurato: “Alla tua discendenza darò questa terra”, egli stesso manderà il suo angelo davanti a te, perché tu possa prendere di là una moglie per mio figlio. Se la donna non vorrà seguirti, allora sarai libero dal giuramento a me fatto; ma non devi ricondurre là mio figlio».
[Dopo molto tempo] Isacco rientrava dal pozzo di Lacai Roì; abitava infatti nella regione del Negheb. Isacco uscì sul far della sera per svagarsi in campagna e, alzando gli occhi, vide venire i cammelli. Alzò gli occhi anche Rebecca, vide Isacco e scese subito dal cammello. E disse al servo: «Chi è quell’uomo che viene attraverso la campagna incontro a noi?». Il servo rispose: «È il mio padrone». Allora ella prese il velo e si coprì. Il servo raccontò a Isacco tutte le cose che aveva fatto. Isacco introdusse Rebecca nella tenda che era stata di sua madre Sara; si prese in moglie Rebecca e l’amò. Isacco trovò conforto dopo la morte della madre.  

Salmo Responsoriale
   Dal Salmo 105
Rendete grazie al Signore, perché è buono.


Rendete grazie al Signore, perché è buono,
perché il suo amore è per sempre.
Chi può narrare le prodezze del Signore,
far risuonare tutta la sua lode?

Beati coloro che osservano il diritto
e agiscono con giustizia in ogni tempo.
Ricòrdati di me, Signore, per amore del tuo popolo.

Visitami con la tua salvezza,
perché io veda il bene dei tuoi eletti,
gioisca della gioia del tuo popolo,
mi vanti della tua eredità.  

Canto al Vangelo 
 Mt 11,28
Alleluia, alleluia.

Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi,
e io vi darò ristoro, dice il Signore.
Alleluia.

Vangelo  
 Mt 9, 9-13
Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Misericordia io voglio e non sacrifici.

Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù, vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì.
Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?».
Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: “Misericordia io voglio e non sacrifici”. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori».


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