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mercoledì 12 ottobre 2016

GALATI: IL PICCOLO DAVIDE E IL FRUTTO DELLO SPIRITO

Questo è l’ultimo brano dalla lettera ai Galati alla Messa quotidiana. È una lettera molto importante e conviene ritornare un po’ sulle parti che non abbiamo commentato.

Intanto il brano stesso di oggi è una chiave fondamentale per la nostra vita.
Appare infatti il terzo attore essenziale della nostra vita spirituale: la “Carne” che giustamente la Traduzione in Lingua Corrente (TILC) della Bibbia traduce con “egoismo”. Carne è l’uomo lasciato a se stesso nella fragilità della sua condizione fisica, psicologica e morale. Tutto in lui dice che è limitato e mortale e quindi si difende contro la morte. Difendendosi contro la morte pensa prima a se stesso e quindi è inevitabilmente egoista. Non è l’egoismo come scelta in ribellione a Dio e ai valori, ma è piuttosto una condanna: l’uomo, da solo, non può non essere egoista.

I tre attori della nostra vita spirituale sono dunque la Carne, la Legge e lo Spirito.


San Paolo finora ha esposto la dialettica tra Legge e Spirito di Dio. Ha svelato la seduzione che la Legge può esercitare anche su chi ha fatto una prima esperienza dello Spirito perché appare concreta, limitata e controllabile dall’uomo, esaltante perché indica un traguardo allo sforzo umano e gliene da il merito se lo raggiunge. 
Lo Spirito dà libertà ma obbliga all’ascolto del cuore, e non pone più nessun limite se non Dio. “La misura dell’Amore è l’Amore senza misura”. Bisogna consegnarsi totalmente allo Spirito. Chi non accetta di “perdersi” in Dio, “si sente perso” di fronte allo Spirito. 
Ma bisogna prendere posizione: non si può scegliere di essere giustificati dalla Legge e dallo Spirito insieme. Non si può essere giustificati dalla Fede in Cristo e dalla Circoncisione insieme. Questo ultimo atteggiamento indica sempre la volontà di controllare, di donarsi in modo limitato. 
Da noi, dove non si pone il problema della circoncisione, questo atteggiamento di non scelta si ritrova, purtroppo in modo diffuso, con la presenza nella vita e nelle case dei nostri battezzati di immagini e simboli di superstizione accanto a simboli che esprimono la fede cristiana. 
Chi dice: “come esiste il Bene esiste anche il Male” vuol dire: “Gesù non è il Signore!”. Per lui Gesù è buono, è probabilmente una figura importante ma non è quello che afferma la fede cristiana. Per lui Gesù non basta per affrontare tutti i problemi della vita, non è il Salvatore. Se è vero invece che Gesù è il Signore, l’Unico, Unico Salvatore, Unico Mediatore tra Dio e gli Uomini, ci rendiamo conto quale catastrofe rappresenta sul piano della fede, e quindi della salvezza, la presenza così diffusa nelle nostre case di porta fortuna di vario genere.
Come abbiamo potuto permettere che nel popolo cattolico sia accettato come normale la presenza di segni di superstizione nelle case di battezzati?
O ti giustifica la Legge (o la superstizione), oppure ti giustifica l’Amore di Dio attraverso la Fede.

Ma allora Legge e Fede si oppongono, come si oppongono superstizione e Fede?

No!: infatti se la Carne è l’uomo degli istinti in balia della paura della morte e che, quindi, si difende, “pensa a sé stesso”, è egoista, la Legge è lo sforzo sapiente di ragionare e di definire indicazioni giuste per la vita umana nel suo rapporto con Dio e con gli uomini. 
Per esempio "occhio per occhio, dente per dente", è la volontà di risarcire chi ha ricevuto un torto, arginando la sua collera e impedendogli di cedere alla vendetta. E questa norma, nello Spirito di Dio autore della Legge, deve essere applicata con misericordia e bontà: piuttosto un risarcimento in soldi per il danno ricevuto che un’altra violenza. Infatti sta scritto nella Legge che se il padrone colpisce suo schiavo e gli fa perdere un dente, dovrà rendergli la libertà!
Lo Spirito invece viene come complemento dell’opera compiuta dalla Legge. La Legge è il pedagogo a Cristo, al dono dello Spirito: indica l’orizzonte, fa fare i primi passi, fa scoprire che con lo sforzo l’uomo non è capace di fare ciò che scopre essere giusto. L’uomo sottomesso alla Legge scopre di essere un peccatore, un ingiusto, per quanto si possa sforzare: egli ha bisogno di un Salvatore.

Lo Spirito viene come compimento non come opposizione. L’opposizione nasce quando dopo aver conosciuto lo Spirito voglio ritornare alla Legge, oppure voglio mantenere le due logiche mentre la logica della Legge è di compiersi nello Spirito.

Quindi, “Fratelli (che avete conosciuto Cristo e avete creduto in Lui), se vi lasciate guidare dallo Spirito, non siete sotto la Legge”.
Ma questo san Paolo lo dice nel contesto di un’opposizione reale: quella tra l’egoismo, la Carne, e lo Spirito. Perché?
Come la Legge si oppone alla Carne-egoismo e cerca di disciplinare gli istinti, così lo Spirito Santo permette di vincerli. Ma i cristiani scoprono un altro pericolo: nell’uomo è presente l’egoismo che rimane sempre. Se in nome della Nuova Alleanza in Cristo si mette da parte la Legge e suoi mille precetti grandi e piccoli, ma non ci si lascia guidare dallo Spirito Santo, alla fine rimane solo la Carne-egoismo. La libertà portata da Cristo in assenza di vera conversione lascia campo al capriccio, al disordine, all’appiattimento sull’egoismo puro e semplice. E questo si vede talvolta nella Chiesa, in singoli o in alcuni gruppi mal guidati. 
La Legge compiuta dal dono dello Spirito rimane quindi come base e, dunque, come richiamo a chi si allontana da una vita spirituale realmente fervente. Rimane come testimone che sto seguendo lo Spirito Santo e non il mio egoismo mascherato da spiritualità: se l’importante è amare ma è stato scritto: “Non commettere adulterio” e “i sodomiti non erediteranno il regno di Dio”, non è vero che “Ogni amore è uguale” come predicano molti nella società attuale.

San Paolo da un altro criterio per sapere se seguiamo lo Spirito di Dio oppure la Carne-egoismo: dai frutti che vengono nella nostra vita.
Le opere della carne sono ben note dice san Paolo nella prima lettura. Alcune ci sembrano lontane da noi (stregonerie, orge) altre molto vicine (inimicizia, invidia). Se accettiamo di guardare alla radice nel nostro cuore, riconosceremo che siamo toccati da tutte queste opere della Carne.
Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé. 
Ecco un bellissimo criterio, orizzonte e stimolo del nostro cammino spirituale. Impariamo a memoria questo elenco e viviamo nella sua luce! 
Notiamo che san Paolo non parla di frutti ma di frutto. Uno solo. Perché, pur dando carismi particolari ad ognuno lo Spirito Santo è Uno e si dona intero. Diceva san Francesco che chi possiede realmente una virtù le possiede tutte, chi manca di una virtù non ne possiede nessuna. Questo ci aiuta a non chiamare dono dello Spirito una qualità naturale, oppure un difetto mascherato da virtù (se sei pigro, non dire che sei prudente diceva in un elenco di esempi il cardinale Biffi). Questo ci aiuta a lavorare ad una vera conversione e non a scegliere in modo ipocrita, come fanno i farisei denunciati da Gesù nel Vangelo di oggi.

LA STORIA DEL PICCOLO DAVIDE.
Tanti anni fa sono stato mandato in una famiglia che era visitata dai testimoni di Geova. Le vie del Signore! Tramite i Testimoni di Geova è stata annunciato loro l’esistenza di un Dio che prometteva il paradiso se ci si comportavano in modo onesto ed è stata loro aperta la Bibbia. Chiaramente i Testimoni di Geova li avrebbero portati non esattamente alla fede cristiana, però ciò che la parrocchia non aveva fatto come primo annuncio, lo hanno fatto loro. 
E una cosa mi ha colpito tanto: c'era in quella famiglia un bambino di tre anni, Davide, e la mamma che si era messa a leggere la Scrittura aveva scoperto e gli aveva insegnato il frutto dello Spirito!
Davide qual è il frutto dello Spirito Santo? – e Davide rispondeva alzando il suo visino verso di me: A-mo-re, gio-ia, pa-ce, ma-gna-ni-mi-tà, … Conosceva tutto l’elenco con “l’aiutino” della mamma quando necessario. Lì, ho visto che Dio era entrato in quella famiglia. Che dono conoscere a tre anni il frutto dello Spirito! Papà e mamme che avete promesso al battesimo di educare i vostri figli nella Fede, cosa insegnate loro?
Davide e la sua mamma sono tuttora impegnati in un sincero e forte cammino di fede.



Prima Lettura
   Gal 5, 18-25
Quelli che sono di Cristo Gesù hanno crocifisso la carne con le sue passioni.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Gàlati
Fratelli, se vi lasciate guidare dallo Spirito, non siete sotto la Legge.
Del resto sono ben note le opere della carne: fornicazione, impurità, dissolutezza, idolatria, stregonerie, inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, invidie, ubriachezze, orge e cose del genere. Riguardo a queste cose vi preavviso, come già ho detto: chi le compie non erediterà il regno di Dio. 
Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé; contro queste cose non c’è Legge.
Quelli che sono di Cristo Gesù hanno crocifisso la carne con le sue passioni e i suoi desideri. Perciò se viviamo dello Spirito, camminiamo anche secondo lo Spirito.   

Salmo Responsoriale  
 Dal Salmo 1 
Chi ti segue, Signore, avrà la luce della vita. 


Beato l’uomo che non entra nel consiglio dei malvagi,
non resta nella via dei peccatori
e non siede in compagnia degli arroganti,
ma nella legge del Signore trova la sua gioia,
la sua legge medita giorno e notte.

È come albero piantato lungo corsi d’acqua,
che dà frutto a suo tempo:
le sue foglie non appassiscono
e tutto quello che fa, riesce bene.

Non così, non così i malvagi,
ma come pula che il vento disperde;
poiché il Signore veglia sul cammino dei giusti,
mentre la via dei malvagi va in rovina. 
  
Canto al Vangelo 
  Gv 10,27
Alleluia, alleluia.

Le mie pecore ascoltano la mia voce, dice il Signore,
e io le conosco ed esse mi seguono.
Alleluia.

Vangelo   Lc 11, 42-46
Guai a voi, farisei; guai a voi dottori della legge.

Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, il Signore disse: «Guai a voi, farisei, che pagate la decima sulla menta, sulla ruta e su tutte le erbe, e lasciate da parte la giustizia e l’amore di Dio. Queste invece erano le cose da fare, senza trascurare quelle. Guai a voi, farisei, che amate i primi posti nelle sinagoghe e i saluti sulle piazze. Guai a voi, perché siete come quei sepolcri che non si vedono e la gente vi passa sopra senza saperlo».
Intervenne uno dei dottori della Legge e gli disse: «Maestro, dicendo questo, tu offendi anche noi». Egli rispose: «Guai anche a voi, dottori della Legge, che caricate gli uomini di pesi insopportabili, e quei pesi voi non li toccate nemmeno con un dito!». 

1 commento:

  1. Mi dice qualcuno: anch'io ho da bambina ho appreso delle nozioni di catechismo, ho ricevuto i sacramenti mi è stato di andare a Messa ma non è bastato.
    Questa persona, che conosco, sta oggi in un serio cammino di fede, quindi la semina non è forse stata così cattiva, avrà messo più tempo a germogliare... Non so.
    Certamente non basta ai genitori per trasmettere la fede ai figli insegnare delle formule comuni nel proprio ambiente e senza che il cuore le viva veramente. Nel caso di Davide, la mamma guidata dallo Spirito Santo aveva scoperto da sola tesori nella Scrittura e li comunicava con gioia al suo bambino. Non è così comune!
    Quanto facilmente le verità di fede passano dal cuore delle mamme al cuore dei figli, diceva il Santo Curato d'Ars, ricordando la sua propria esperienza di bambino e le sue osservazioni di Pastore attento. fra' Sereno

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