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martedì 9 marzo 2021

OLTRE IL CORAGGIO: LA GRAZIA DEL PERDONARE / Martedì

 



Distruzione e rinascita in Iraq.


Nel Vangelo di oggi Gesù comanda a Pietro e a tutti i cristiani di perdonare “settanta volte sette”, ossia sempre, in qualunque circostanza. Ieri la Parola di Dio ci presentava il coraggio dell’umiltà, la sfida veramente grande dell’uomo, del vero eroe. L ‘umiltà è grazia e coraggio ma più ancora il perdono è innanzitutto grazia e anche coraggio.

Nel volo di ritorno dall’Iraq papa Francesco ha detto rispondendo ad una giornalista:

“Io non immaginavo le rovine di Mosul, di Qaraqosh, non immaginavo davvero... Sì, avevo visto le cose, avevo letto il libro, ma questo tocca, è toccante. E poi, quello che più mi ha toccato è la testimonianza di una mamma a Qaraqosh. Ha dato la testimonianza un prete che davvero conosce la povertà, il servizio, la penitenza; e una donna che nei primi bombardamenti di Daesh ha perso il figlio. Lei ha detto una parola: perdono. Io sono rimasto commosso. Una mamma [che dice]: io perdono e chiedo perdono per loro. E mi è venuto alla memoria il viaggio in Colombia, quell’incontro a Villavicencio, dove tante persone, donne soprattutto, madri e spose, dicevano la loro esperienza dell’assassinio dei figli e del marito e dicevano: “Perdono, io perdono”. Ma questa parola l’abbiamo persa, sappiamo insultare alla grande, sappiamo condannare alla grande, io per primo, questo lo sappiamo bene. Ma perdonare! Perdonare i nemici: questo è Vangelo puro. Questo è quello che più mi ha colpito a Qaraqosh.”

E io che di fronte alle offese che ho ricevuto, sempre piccole nei confronti dell’uccisione di un figlio, mi tengo il punto e dico: “però, capisci, mi ha fatto questo, mi ha fatto quello, come posso perdonare una cosa così grave?...”. Chiediamo la grazia della Santa Vergogna per tutti i nostri peccati, in particolare per la nostra tiepidezza.

 

Prima Lettura  Dn 3, 25. 34-45
Accoglici, Signore, con il cuore contrito e con lo spirito umiliato.

Dal libro del profeta Daniele
In quei giorni, Azarìa si alzò e fece questa preghiera in mezzo al fuoco e aprendo la bocca disse:
«Non ci abbandonare fino in fondo,
per amore del tuo nome,
non infrangere la tua alleanza;
non ritirare da noi la tua misericordia,
per amore di Abramo, tuo amico,
di Isacco, tuo servo, di Israele, tuo santo,
ai quali hai parlato, promettendo di moltiplicare
la loro stirpe come le stelle del cielo,
come la sabbia sulla spiaggia del mare.
Ora invece, Signore,
noi siamo diventati più piccoli
di qualunque altra nazione,
oggi siamo umiliati per tutta la terra
a causa dei nostri peccati.
Ora non abbiamo più né principe
né profeta né capo né olocàusto
né sacrificio né oblazione né incenso
né luogo per presentarti le primizie
e trovare misericordia.
Potessimo essere accolti con il cuore contrito
e con lo spirito umiliato,
come olocàusti di montoni e di tori,
come migliaia di grassi agnelli.
Tale sia oggi il nostro sacrificio davanti a te e ti sia gradito,
perché non c’è delusione per coloro che confidano in te.
Ora ti seguiamo con tutto il cuore,
ti temiamo e cerchiamo il tuo volto,
non coprirci di vergogna.
Fa’ con noi secondo la tua clemenza,
secondo la tua grande misericordia.
Salvaci con i tuoi prodigi,
da’ gloria al tuo nome, Signore».

Salmo Responsoriale
   Dal Salmo 24
Ricòrdati, Signore, della tua misericordia.

Fammi conoscere, Signore, le tue vie,
insegnami i tuoi sentieri.
Guidami nella tua fedeltà e istruiscimi,
perché sei tu il Dio della mia salvezza.

Ricòrdati, Signore, della tua misericordia
e del tuo amore, che è da sempre.
Ricòrdati di me nella tua misericordia,
per la tua bontà, Signore.

Buono e retto è il Signore,
indica ai peccatori la via giusta;
guida i poveri secondo giustizia,
insegna ai poveri la sua via. 

Canto al Vangelo 
 Gl 2,12-13 
Gloria e lode a te, o Cristo!

Ritornate a me con tutto il cuore, dice il Signore,
perché sono misericordioso e pietoso.
Gloria e lode a te, o Cristo!


Vangelo 
  Mt 18, 21-35
Se non perdonerete di cuore al vostro fratello, il Padre non vi perdonerà.

Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette.
Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa”. Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito.
Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: “Restituisci quello che devi!”. Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò”. Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito.
Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?”. Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto.
Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello». 

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