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venerdì 21 aprile 2017

PACE / venerdì dell'Ottava di Pasqua

Arcobaleno sul Lago di Tiberiade
Ieri sera, nell’eucaristia qualcuno è rimasto colpito dal saluto di Gesù che appare a porte chiuse in mezzo agli apostoli: “Pace a voi!”. Abbiamo riflettuto su questo.

Una critica degli ebrei fin dai primi tempi ai cristiani è stata: il Messia deve portare la pace. Da quando è venuto Gesù di Nazareth che voi dite essere Messia e Signore, ci sono sempre guerre tra le nazioni, catastrofi, ecc. Non può essere lui il Messia.

Una seconda obiezione contro il Cristianesimo è quella dei musulmani. Almeno nel periodo di Medina, Maometto fece un deciso ricorso alle armi e le “rivelazioni discese dal cielo” confermavano che tutto questo andava bene. Anzi, dopo la morte di Maometto, dei “Califfi ben guidati”, cioè i quattro Califfi che gli succedettero immediatamente, solo il primo, Abu Bakr, morì nel suo letto. Ma era già vecchio e regnò solo due anni che impiegò a reprimere nel sangue quelle tribù che, morto Maometto, intendevano riprendere la loro libertà. Anche se “più fece la penna che la spada” per l’estensione dell’Islam, le conquiste con le armi e le divisioni interne fino all’uccisione dei contendenti e alle guerre fratricidi che hanno caratterizzato l'Islam fin dai primi anni, mettono a disagio i musulmani sopratutto quando si confrontano con Gesù e il suo insegnamento e con i primi secoli della Chiesa. In genere si difendono dicendo che Gesù viveva in un tempo e in un contesto di pace, mentre Maometto doveva difendere il Messaggio di Dio e la sua Comunità in un contesto violento.
Forse questa è anche la nostra obiezione più o meno segreta: va bene Gesù, ma i tempi di oggi sono cambiati. Non si può vivere il Vangelo fino in fondo nel mondo attuale.

Infatti nelle letture di oggi la persecuzione che subiscono gli apostoli rimane in un contesto di legalità e di confronto più verbale che fisico, garantito dalla formalità di procedure giuridiche. Ancor più il quadro evangelico ispira pace, nel silenzio e la bellezza stupende del lago di Tiberìade.
Ma sia noi, feriti ancora una volta dall’attentato di ieri sera a Parigi, che i musulmani, sbagliamo. Gesù si trovava in un contesto estremamente violento. La “Pax Romana” consolidata dalle virtù e dal genio romani, si era stabilita con la punta dei gladi, con la forza degli eserciti. Se i romani erano tolleranti per gli dèi stranieri, schiacciavano ogni ribellione con crocifissioni di massa dei rivoltosi e spesso la riduzione in schiavitù dei popoli conquistati. L’economia tutta era fondata sullo sfruttamento totale dell’uomo sull’uomo: la schiavitù. La ribellione di Spartaco, 70 anni prima di Cristo, si concluse in uno sterminio totale. I vari “Capi di Stato” nel mondo erano dittatori e l’assassinio politico era comune tra concorrenti al potere. Poco prima della nascita di Gesù regnava Erode il grande, e i suoi successori pur non raggiungendo la sua crudeltà non erano diversi dal costume generale. Lo stesso popolo ebraico che, guidato da Dio, maturava una grande Sapienza riguardo al rispetto delle persone, delle famiglie, e del dialogo, considerava però la guerra di pieno diritto come una soluzione normale dei conflitti.

Lago di Tiberiade
Foto prese durante il pellegrinaggio a marzo
La posizione di Gesù riguardo alla pace è una decisione assoluta che viene dalla fiducia nel suo Padre che è il Dio Unico e Onnipotente. Non dipende dal contesto storico. Era difficile e totalmente rivoluzionario prendere le posizioni che prese allora quanto lo può essere oggi nell’era del terrorismo di Abu Bakr el Bagdady e di Putin-Assad-Kim Jong Un-Maduro-Trump e i vari cartelli della droga messicani (per citare liberamente e sotto la mia responsabilità solo alcuni dei nomi che posso ritenere “pericolosi” per la pace).

La radice del Cristianesimo non è “politicamente corretta”. È fondata sull’incontro con Dio onnipotente e Padre. Egli può proteggere i suoi servi e non ha bisogno di chi difenda i suoi diritti e la sua causa, come dicono i musulmani. Dio ha permesso l'uccisione del suo Santo Servo Gesù, non ha lasciato che subisse la corruzione.
La nostra incapacità a mettere in pratica il Cristianesimo non viene dalle circostanze o dal fatto che si debba riaggiustare al corso della Storia. Viene solo dal fatto che non siamo pronti, non abbiamo una fede abbastanza matura. Questo non deve scoraggiare ma incitarci a camminare.

Il nostro scoraggiamento viene principalmente dall’equivoco della legge. Il Cristianesimo non è una legge. È uno Spirito, un Dinamismo che mi invita a crescere. Se io cerco la legge e la sua osservanza, o mi scoraggerò, oppure cadrò nell’ipocrisia, oppure rigetterò il Cristianesimo come una illusione (vedi gli “smarriti” di cui parla la prima Sura del Corano).

Alla critica degli ebrei possiamo rispondere solo con la verità del Cristianesimo. Il Messia non viene ad imporre un ordine mondiale perfetto. Cristo è la Pace. Chi è in Lui è giustificato gratuitamente dei suoi peccati. Più ci sono cristiani che vivono nutriti e guidati dallo Spirito di Gesù, più la pace si diffonde attorno a loro e per mezzo di loro. Ma questo è una lotta contro il Nemico. Il Nemico ci insidia in tutti i modi. Papa Francesco all’inizio del suo pontificato disse più o meno ai Cardinali che “non siamo capi di un esercito già sconfitto. Ma qualcuno preferisce essere generale di un esercito sconfitto che soldato in trincea di un esercito che lotta per estendere la vittoria del Bene sul Male”.

Prima Lettura    At 4, 1-12
In nessun altro c’è salvezza.

Dagli Atti degli Apostoli
In quei giorni, Pietro e Giovanni stavano parlando al popolo, [dopo la guarigione dello storpio,] quando sopraggiunsero i sacerdoti, il comandante delle guardie del tempio e i sadducèi, irritati per il fatto che essi insegnavano al popolo e annunciavano in Gesù la risurrezione dai morti. Li arrestarono e li misero in prigione fino al giorno dopo, dato che ormai era sera. Molti però di quelli che avevano ascoltato la Parola credettero e il numero degli uomini raggiunse circa i cinquemila.
Il giorno dopo si riunirono in Gerusalemme i loro capi, gli anziani e gli scribi, il sommo sacerdote Anna, Càifa, Giovanni, Alessandro e quanti appartenevano a famiglie di sommi sacerdoti. Li fecero comparire davanti a loro e si misero a interrogarli: «Con quale potere o in quale nome voi avete fatto questo?».
Allora Pietro, colmato di Spirito Santo, disse loro: «Capi del popolo e anziani, visto che oggi veniamo interrogati sul beneficio recato a un uomo infermo, e cioè per mezzo di chi egli sia stato salvato, sia noto a tutti voi e a tutto il popolo d’Israele: nel nome di Gesù Cristo il Nazareno, che voi avete crocifisso e che Dio ha risuscitato dai morti, costui vi sta innanzi risanato. Questo Gesù è la pietra, che è stata scartata da voi, costruttori, e che è diventata la pietra d’angolo. In nessun altro c’è salvezza; non vi è infatti, sotto il cielo, altro nome dato agli uomini, nel quale è stabilito che noi siamo salvati».

Salmo Responsoriale
   Dal Salmo 117
La pietra scartata dai costruttori è divenuta la pietra d’angolo.

Rendete grazie al Signore perché è buono,
perché il suo amore è per sempre.
Dica Israele: «Il suo amore è per sempre».
Dicano quelli che temono il Signore:
«Il suo amore è per sempre».

La pietra scartata dai costruttori
è divenuta la pietra d’angolo.
Questo è stato fatto dal Signore:
una meraviglia ai nostri occhi.
Questo è il giorno che ha fatto il Signore:
rallegriamoci in esso ed esultiamo!

Ti preghiamo, Signore: Dona la salvezza!
Ti preghiamo, Signore: Dona la vittoria!
Benedetto colui che viene nel nome del Signore.
Vi benediciamo dalla casa del Signore.
Il Signore è Dio, egli ci illumina.

SEQUENZA (Facoltativa)
Alla vittima pasquale, s'innalzi oggi il sacrificio di lode.
L'agnello ha redento il suo gregge,
l'Innocente ha riconciliato noi peccatori col Padre.

Morte e Vita si sono affrontate in un prodigioso duello.
Il Signore della vita era morto; ma ora, vivo, trionfa.

«Raccontaci, Maria: che hai visto sulla via?».
«La tomba del Cristo vivente, la gloria del Cristo risorto,
e gli angeli suoi testimoni, il sudario e le sue vesti.
Cristo, mia speranza, è risorto; e vi precede in Galilea».

Sì, ne siamo certi: Cristo è davvero risorto.
Tu, Re vittorioso, portaci la tua salvezza.


Canto al Vangelo   Sal 117,24
Alleluia, alleluia.
Questo è il giorno fatto dal Signore:
rallegriamoci ed esultiamo.
Alleluia.


Vangelo 
  Gv 21 1-14
Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce.

Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla.
Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri.
Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. Disse loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che avete preso ora». Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si spezzò. Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti.


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