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lunedì 17 aprile 2017

MORTE E VITA SI SONO AFFRONTATE IN UN MIRABILE DUELLO / lunedì in Albis

Nelle due letture di questo secondo giorno di Pasqua, sia Pietro che le donne annunciano la Risurrezione di Cristo.

Qualche giorno fa dicevo che la Passione del Signore è un racconto insopportabile. Solo a pensare alle sofferenze di un uomo trattato in questo modo siamo sconsolati. Se contempliamo il fatto che quest’uomo è Dio, entrato liberamente in quei tormenti, si aprono delle dimensioni che sconvolgono tutti i nostri punti di riferimento.

Ma il Signore stesso non vuole colpevolizzarci né rattristarci. Gli ebrei guidati da lui hanno imparato a ricordare tutto, a non passare sotto silenzio nulla, ma a celebrare ad uno ad uno gli eventi gioiosi e invece raggruppati gli eventi luttuosi.
È chiaro che essere diretto “testimone delle sofferenze di Cristo” non è qualcosa che si può più dimenticare. Ma Pietro aggiunge subito “e partecipe della gloria che deve manifestarsi” (1 Pietro 5,1).
Riconosco che, io per primo, sono ancora terribilmente abitato dal giudizio, dal pessimismo, dalla pigrizia di trovare in ogni cosa la prospettiva positiva e di incoraggiare concretamente a percorrerla.

Il vero cristiano però è diverso. Non è superficiale. Ha in sé la forza della speranza. A tutte le tentazioni di chiusura e di scoraggiamento oppone la forza della sua fede e la promessa di Dio. Il Signore è già risorto. Ci accompagna e ci prenderà con sé.
Il Cristianesimo incontra così tutta la forza e vitalità della vita stessa, della meraviglia del bambino che scopre, sperimenta qualcosa di nuovo, l’esuberanza dei giovani che vogliono ballare e divertirsi, le capacità dell’umanità di fare festa e crescere nelle arti e nella bellezza.

Però il cristiano è anche aiutato ad evitare due pericoli: quello della chiusura nella tristezza appunto, ma anche quella dell’evasione nel divertimento fine a sé stesso, fino allo stordimento o alla fuga stabile dalla realtà.
Questo rischio di evasione esiste anche nella Chiesa che porta a confondere gioia cristiana e divertimento profano, rimuovendo dal Mistero di Cristo la sua passione e l’obbligo della conversione.

Cristo non è risorto per condannarci ma per farci uscire dai nostri sepolcri. Certo questo non potrà avvenire senza prendere coscienza della morte dalla quale abbiamo bisogno di essere liberati.
Ma tutto nelle parole di Gesù, nei suoi gesti e nei sacramenti che ci ha lasciati, indica questa volontà che sovrabbondi la grazia sul peccato e sulla coscienza del peccato.
Non dimentichiamo mai di guardare Cristo in questo modo e di credere che se Dio ci perdona i peccati, veramente li ha cancellati, ci ha ridonato l’innocenza che avevamo perduto. E usciamo anche noi ad annunciare questa Buona Notizia a chiunque incontreremo.

Prima Lettura   At 2, 14. 22-32
Questo Gesù, Dio lo ha risuscitato e noi tutti ne siamo testimoni.

Dagli Atti degli Apostoli
[Nel giorno di Pentecoste,] Pietro con gli Undici si alzò in piedi e a voce alta parlò così:
«Uomini di Giudea, e voi tutti abitanti di Gerusalemme, vi sia noto questo e fate attenzione alle mie parole: Gesù di Nàzaret – uomo accreditato da Dio presso di voi per mezzo di miracoli, prodigi e segni, che Dio stesso fece tra voi per opera sua, come voi sapete bene –, consegnato a voi secondo il prestabilito disegno e la prescienza di Dio, voi, per mano di pagani, l’avete crocifisso e l’avete ucciso. Ora Dio lo ha risuscitato, liberandolo dai dolori della morte, perché non era possibile che questa lo tenesse in suo potere.
Dice infatti Davide a suo riguardo: “Contemplavo sempre il Signore innanzi a me; egli sta alla mia destra, perché io non vacilli. Per questo si rallegrò il mio cuore ed esultò la mia lingua, e anche la mia carne riposerà nella speranza, perché tu non abbandonerai la mia vita negli ínferi né permetterai che il tuo Santo subisca la corruzione. Mi hai fatto conoscere le vie della vita, mi colmerai di gioia con la tua presenza”.
Fratelli, mi sia lecito dirvi francamente, riguardo al patriarca Davide, che egli morì e fu sepolto e il suo sepolcro è ancora oggi fra noi. Ma poiché era profeta e sapeva che Dio gli aveva giurato solennemente di far sedere sul suo trono un suo discendente, previde la risurrezione di Cristo e ne parlò: questi non fu abbandonato negli ínferi, né la sua carne subì la corruzione.
Questo Gesù, Dio lo ha risuscitato e noi tutti ne siamo testimoni. Innalzato dunque alla destra di Dio e dopo aver ricevuto dal Padre lo Spirito Santo promesso, lo ha effuso, come voi stessi potete vedere e udire».

Salmo Responsoriale   Dal Salmo 15
Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio. 

Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio.
Ho detto al Signore: «Il mio Signore sei tu,
solo in te è il mio bene».
Il Signore è mia parte di eredità e mio calice:
nelle tue mani è la mia vita.

Benedico il Signore che mi ha dato consiglio;
anche di notte il mio animo mi istruisce.
Io pongo sempre davanti a me il Signore,
sta alla mia destra, non potrò vacillare.

Per questo gioisce il mio cuore
ed esulta la mia anima;
anche il mio corpo riposa al sicuro,
perché non abbandonerai la mia vita negli ínferi,
né lascerai che il tuo fedele veda la fossa.

Mi indicherai il sentiero della vita,
gioia piena alla tua presenza,
dolcezza senza fine alla tua destra. 

SEQUENZA (Facoltativa)
Alla vittima pasquale, s'innalzi oggi il sacrificio di lode.
L'agnello ha redento il suo gregge,
l'Innocente ha riconciliato noi peccatori col Padre.

Morte e Vita si sono affrontate in un prodigioso duello.
Il Signore della vita era morto; ma ora, vivo, trionfa.

«Raccontaci, Maria: che hai visto sulla via?».
«La tomba del Cristo vivente, la gloria del Cristo risorto,
e gli angeli suoi testimoni, il sudario e le sue vesti.
Cristo, mia speranza, è risorto; e vi precede in Galilea.

Sì, ne siamo certi: Cristo è davvero risorto.
Tu, Re vittorioso, portaci la tua salvezza».

Canto al Vangelo   Sal 117,24
Alleluia, alleluia.
Questo è il giorno fatto dal Signore:
rallegriamoci ed esultiamo.
Alleluia. 


Vangelo 
  Mt 28, 8-15
Andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno.

Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annuncio ai suoi discepoli. Ed ecco, Gesù venne loro incontro e disse: «Salute a voi!». Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono. Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno».
Mentre esse erano in cammino, ecco, alcune guardie giunsero in città e annunciarono ai capi dei sacerdoti tutto quanto era accaduto. Questi allora si riunirono con gli anziani e, dopo essersi consultati, diedero una buona somma di denaro ai soldati, dicendo: «Dite così: “I suoi discepoli sono venuti di notte e l’hanno rubato, mentre noi dormivamo”. E se mai la cosa venisse all’orecchio del governatore, noi lo persuaderemo e vi libereremo da ogni preoccupazione». Quelli presero il denaro e fecero secondo le istruzioni ricevute. Così questo racconto si è divulgato fra i Giudei fino a oggi.


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