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mercoledì 15 febbraio 2017

Mercoledì VI° settimana T. O. / SEDERE ALLA MENSA DELLA CREAZIONE RICONCILIATA

Aurelio Luini -
Chiesa di san Maurizio al Monastero Maggiore  Milano
Possa il Signore aprirci gli occhi, come al cieco del Vangelo, anche progressivamente ma fino a completa guarigione! Oggi questo episodio è associato alla prima lettura che racconta la fine del Diluvio Universale mandato da Dio per distruggere il Creato e i suoi abitanti totalmente degradati dal peccato. Dio stringe una nuova alleanza con l’uomo peccatore attraverso la Creazione che Egli promette di non devastare più.

Infatti da Adamo ed Eva in poi il peccato non aveva fatto che progredire. La Bibbia costata con desolazione che il timore di Adamo dopo la colpa non ha fermato il peccato che, anzi, raggiunge il grado assoluto dell’omicidio. Anche la quasi disperazione di Caino: “il mio peccato è troppo grande” e il suo terrore per la vendetta del sangue, non porta ad un rinsavimento della sua posterità. Discendente di Caino, Lamech dice: “Sette volte sarà vendicato Caino ma Lamech settantasette”.
Quasi che l’uomo abusasse della misericordia di Dio per adagiarsi nel peccato.
Dalla discendenza di Set però alcuni si distinguono per il loro “camminare con Dio”. Curiosamente il padre di Noè che “trovò grazia presso Dio” si chiama anch’esso Lamech.

L’alleanza che Dio stringe con Noè e la sua discendenza dopo il Diluvio ci conforta proprio perché nasce in un contesto di disillusione. “Il Signore disse in cuor suo: “Non maledirò più il suolo a causa dell’uomo, perché ogni intento del cuore umano è incline al male fin dall’adolescenza; né colpirò più ogni essere vivente come ho fatto”. Dio si arrende nella sua pretesa di perfezione ma non nella sua misericordia!

Non abusiamo della misericordia di Dio ma imitiamola!
Siamo invitati ad  imitare la bontà gratuita di Dio, non a farci forte del limite che Lui stesso ha posto alla sua collera per infierire sul nostro simile e sul Creato!
Riguardo al Creato in particolare, ma non solo, sembra che abbiamo proprio bisogno di essere guariti da una grande cecità. Questa guarigione progressiva deve però diventare completa.

Imitiamo Dio che usa il Creato, “seme e mèsse” per il pane, vite e uva per il vino, per fare attraverso di loro il Sacramento della Comunione con Lui.
Sediamoci degnamente a questa mensa per rinnovare l’Alleanza con Dio e promettiamo di usare con rispetto e gratitudine del Creato, impiegando ogni suo elemento sempre e solo per un fine positivo a gloria di Dio e a servizio della dignità dell’uomo.



Prima Lettura   Gn 8, 6-13.20-22
Ecco, la superficie del suolo era asciutta.

Dal libro delle Gènesi
Trascorsi quaranta giorni, Noè aprì la finestra che aveva fatto nell’arca e fece uscire un corvo. Esso uscì andando e tornando, finché si prosciugarono le acque sulla terra. 
Noè poi fece uscire una colomba, per vedere se le acque si fossero ritirate dal suolo; ma la colomba, non trovando dove posare la pianta del piede, tornò a lui nell’arca, perché c’era ancora l’acqua su tutta la terra. Egli stese la mano, la prese e la fece rientrare presso di sé nell’arca. 
Attese altri sette giorni e di nuovo fece uscire la colomba dall’arca e la colomba tornò a lui sul far della sera; ecco, essa aveva nel becco una tenera foglia di ulivo. Noè comprese che le acque si erano ritirate dalla terra. Aspettò altri sette giorni, poi lasciò andare la colomba; essa non tornò più da lui.
L’anno seicentouno della vita di Noè, il primo mese, il primo giorno del mese, le acque si erano prosciugate sulla terra; Noè tolse la copertura dell’arca ed ecco, la superficie del suolo era asciutta. Allora Noè edificò un altare al Signore; prese ogni sorta di animali puri e di uccelli puri e offrì olocausti sull’altare. Il Signore ne odorò il profumo gradito e disse in cuor suo: 
«Non maledirò più il suolo a causa dell’uomo, perché ogni intento del cuore umano è incline al male fin dall’adolescenza; né colpirò più ogni essere vivente come ho fatto.
Finché durerà la terra,
seme e mèsse,
freddo e caldo,
estate e inverno,
giorno e notte
non cesseranno».

Salmo Responsoriale  
 Dal Salmo 115 
A te, Signore, offrirò un sacrificio di ringraziamento. 


Che cosa renderò al Signore,
per tutti i benefici che mi ha fatto?
Alzerò il calice della salvezza
e invocherò il nome del Signore.

Adempirò i miei voti al Signore,
davanti a tutto il suo popolo.
Agli occhi del Signore è preziosa
la morte dei suoi fedeli.

Adempirò i miei voti al Signore
davanti a tutto il suo popolo,
negli atri della casa del Signore,
in mezzo a te, Gerusalemme. 

Canto al Vangelo 
  Ef 1,17-18
Alleluia, alleluia.

Il Padre del Signore nostro Gesù Cristo
illumini gli occhi del nostro cuore
per farci comprendere a quale speranza ci ha chiamati.
Alleluia.

Vangelo   Mc 8, 22-26
Il cieco fu guarito e da lontano vedeva chiaramente ogni cosa.

Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli giunsero a Betsàida, e gli condussero un cieco, pregandolo di toccarlo. 
Allora prese il cieco per mano, lo condusse fuori dal villaggio e, dopo avergli messo della saliva sugli occhi, gli impose le mani e gli chiese: «Vedi qualcosa?». Quello, alzando gli occhi, diceva: «Vedo la gente, perché vedo come degli alberi che camminano». 
Allora gli impose di nuovo le mani sugli occhi ed egli ci vide chiaramente, fu guarito e da lontano vedeva distintamente ogni cosa. E lo rimandò a casa sua dicendo: «Non entrare nemmeno nel villaggio».

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