Matthias Stom - Sarah portando Agar ad Abramo. |
Il Vangelo della casa sulla roccia e sulla sabbia è proclamato tante volte nei matrimoni. È una scelta molto opportuna ma viene il dubbio che sia sopratutto per motivi sentimentali. Matteo invece sottolinea tutta la drammaticità di questo brano. Se non ti converti nel profondo, se non entri in comunione con il Signore, con il suo cuore, anche se profetizzi, anche se fai prodigi e scacci demoni nel nome di Gesù, rimani estraneo a lui e operatore di iniquità. Notiamo che gli iniqui del Vangelo compiono solo prodigi (dunameis) nel nome del Signore, non miracoli, segni (semeion) che portano alla salvezza. Iniquità! Una parola tanto forte. La parola greca è “anomìa”, ingiustizia, ciò che è fuori dalla legge. Operatore di anomìa è quindi chi fa opere non conformi alla legge divina, chi fa opere che hanno solo la parvenza del bene. Infatti, pur essendo oggettivamente buone, manca loro il legame necessario che ci deve essere tra Dio e le opere che egli ci comanda di fare. Non sono fatte in obbedienza a lui, per piacergli, ma per altri scopi. Per esempio si fanno opere buone per fare carriera nella Chiesa, per essere ammirati, per acquistare potere anche spirituale, ecc. Possono cadere facilmente in questo proprio coloro che frequentano la chiesa e gli stessi ministri. È oggettivamente una perversione profonda del bene. Un bene che non porta a Dio ma ad altro, a sé stessi.
Abram
e Sarài cadono proprio in questo. Forse un po’ ingenuamente. Interpretano in modo
umano la promessa di Dio e cercano di risolvere il loro dolore di questa troppo
lunga attesa del figlio. Il codice di Hammurabi contiene norme su casi del
genere. La schiava incinta dal padrone partorisce figli che sono considerati figli della sua padrona. Lei ottiene uno statuto privilegiato tra
la servitù ma se non riconosce più l’autorità della sua padrona
viene castigata e riportata alla condizione precedente.
Ecco
che nasce Ismaele. È figlio dell’iniquità, non perché sia considerato peccato questo
metodo allora accettato di avere figli, ma perché è stato fatto fuori dalla Parola di Dio, fuori dalla sua
promessa. Ma nell’entusiasmo della sua nascita viene chiamato Ishma’ El, Dio ascolta,
Dio esaudisce. Sembra una risposta, una grazia da Dio, il segno che si è agito
bene! Abram e Sarài non hanno ascoltato Dio ma se stessi, e vogliono credere che
Dio li ha ascoltati! Grande illusione generata dalla soddisfazione di un
desiderio umano. Ma è stato come una casa costruita sulla sabbia e benché Dio porti
con amore questo figlio e lo benedica comunque, la sua nascita e la sua
esistenza creano moltissime sofferenze e problemi, sempre più forti, e anche lui
soffrirà molto.
Il
Signore ci aiuti a comprendere.
Prima Lettura Gn
16, 1-12. 15-16 Forma breve: (Gen 16,
6b-12.15-16)
Agar partorì ad Abram un figlio e Abram lo chiamò Ismaele.
Agar partorì ad Abram un figlio e Abram lo chiamò Ismaele.
Dal libro della Gènesi
Sarài, moglie di Abram, non gli aveva dato figli. Avendo però una schiava egiziana chiamata Agar, Sarài disse ad Abram: «Ecco, il Signore mi ha impedito di aver prole; unisciti alla mia schiava: forse da lei potrò avere figli».
Abram ascoltò l’invito di Sarài. Così, al termine di dieci anni da quando Abram abitava nella terra di Canaan, Sarài, moglie di Abram, prese Agar l’Egiziana, sua schiava, e la diede in moglie ad Abram, suo marito. Egli si unì ad Agar, che restò incinta. Ma, quando essa si accorse di essere incinta, la sua padrona non contò più nulla per lei.
Allora Sarài disse ad Abram: «L’offesa a me fatta ricada su di te! Io ti ho messo in grembo la mia schiava, ma da quando si è accorta d’essere incinta, io non conto più niente per lei. Il Signore sia giudice tra me e te!». Abram disse a Sarài: «Ecco, la tua schiava è in mano tua: trattala come ti piace». Sarài allora la maltrattò, tanto che quella fuggì dalla sua presenza.
[ La trovò l’angelo del Signore presso una sorgente d’acqua nel deserto, la sorgente sulla strada di Sur, e le disse: «Agar, schiava di Sarài, da dove vieni e dove vai?». Rispose: «Fuggo dalla presenza della mia padrona Sarài». Le disse l’angelo del Signore: «Ritorna dalla tua padrona e restale sottomessa». Le disse ancora l’angelo del Signore: «Moltiplicherò la tua discendenza e non si potrà contarla, tanto sarà numerosa».
Soggiunse poi l’angelo del Signore:
«Ecco, sei incinta:
partorirai un figlio
e lo chiamerai Ismaele,
perché il Signore ha udito il tuo lamento.
Egli sarà come un asino selvatico;
la sua mano sarà contro tutti
e la mano di tutti contro di lui,
e abiterà di fronte a tutti i suoi fratelli».
Agar partorì ad Abram un figlio e Abram chiamò Ismaele il figlio che Agar gli aveva partorito. Abram aveva ottantasei anni quando Agar gli partorì Ismaele. ]
Salmo Responsoriale Dal Salmo 105
Rendete grazie al Signore, perché è buono.
Sarài, moglie di Abram, non gli aveva dato figli. Avendo però una schiava egiziana chiamata Agar, Sarài disse ad Abram: «Ecco, il Signore mi ha impedito di aver prole; unisciti alla mia schiava: forse da lei potrò avere figli».
Abram ascoltò l’invito di Sarài. Così, al termine di dieci anni da quando Abram abitava nella terra di Canaan, Sarài, moglie di Abram, prese Agar l’Egiziana, sua schiava, e la diede in moglie ad Abram, suo marito. Egli si unì ad Agar, che restò incinta. Ma, quando essa si accorse di essere incinta, la sua padrona non contò più nulla per lei.
Allora Sarài disse ad Abram: «L’offesa a me fatta ricada su di te! Io ti ho messo in grembo la mia schiava, ma da quando si è accorta d’essere incinta, io non conto più niente per lei. Il Signore sia giudice tra me e te!». Abram disse a Sarài: «Ecco, la tua schiava è in mano tua: trattala come ti piace». Sarài allora la maltrattò, tanto che quella fuggì dalla sua presenza.
[ La trovò l’angelo del Signore presso una sorgente d’acqua nel deserto, la sorgente sulla strada di Sur, e le disse: «Agar, schiava di Sarài, da dove vieni e dove vai?». Rispose: «Fuggo dalla presenza della mia padrona Sarài». Le disse l’angelo del Signore: «Ritorna dalla tua padrona e restale sottomessa». Le disse ancora l’angelo del Signore: «Moltiplicherò la tua discendenza e non si potrà contarla, tanto sarà numerosa».
Soggiunse poi l’angelo del Signore:
«Ecco, sei incinta:
partorirai un figlio
e lo chiamerai Ismaele,
perché il Signore ha udito il tuo lamento.
Egli sarà come un asino selvatico;
la sua mano sarà contro tutti
e la mano di tutti contro di lui,
e abiterà di fronte a tutti i suoi fratelli».
Agar partorì ad Abram un figlio e Abram chiamò Ismaele il figlio che Agar gli aveva partorito. Abram aveva ottantasei anni quando Agar gli partorì Ismaele. ]
Salmo Responsoriale Dal Salmo 105
Rendete grazie al Signore, perché è buono.
Rendete grazie al Signore,
perché è buono,
perché il suo amore è per sempre.
Chi può narrare le prodezze del Signore,
far risuonare tutta la sua lode?
perché il suo amore è per sempre.
Chi può narrare le prodezze del Signore,
far risuonare tutta la sua lode?
Beati coloro che osservano
il diritto
e agiscono con giustizia in ogni tempo.
Ricòrdati di me, Signore, per amore del tuo popolo.
e agiscono con giustizia in ogni tempo.
Ricòrdati di me, Signore, per amore del tuo popolo.
Visitami con la tua
salvezza,
perché io veda il bene dei tuoi eletti,
gioisca della gioia del tuo popolo,
mi vanti della tua eredità.
Canto al Vangelo Gv 14,23
Alleluia, alleluia.
Se uno mi ama, osserverà la mia parola, dice il Signore,
e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui.
Alleluia.
Vangelo Mt 7, 21-29
La casa costruita sulla roccia e la casa costruita sulla sabbia.
perché io veda il bene dei tuoi eletti,
gioisca della gioia del tuo popolo,
mi vanti della tua eredità.
Canto al Vangelo Gv 14,23
Alleluia, alleluia.
Se uno mi ama, osserverà la mia parola, dice il Signore,
e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui.
Alleluia.
Vangelo Mt 7, 21-29
La casa costruita sulla roccia e la casa costruita sulla sabbia.
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. In quel giorno molti mi diranno: “Signore, Signore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome? E nel tuo nome non abbiamo forse scacciato demòni? E nel tuo nome non abbiamo forse compiuto molti prodigi?”. Ma allora io dichiarerò loro: “Non vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da me, voi che operate l’iniquità!”.
Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande».
Quando Gesù ebbe terminato questi discorsi, le folle erano stupite del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come i loro scribi.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. In quel giorno molti mi diranno: “Signore, Signore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome? E nel tuo nome non abbiamo forse scacciato demòni? E nel tuo nome non abbiamo forse compiuto molti prodigi?”. Ma allora io dichiarerò loro: “Non vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da me, voi che operate l’iniquità!”.
Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande».
Quando Gesù ebbe terminato questi discorsi, le folle erano stupite del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come i loro scribi.
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