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giovedì 13 giugno 2019

E' GIUSTO ESSERE UMILI DI FRONTE ALLE OFFESE? / Sant'Antonio 13 giugno



Certe parole di Gesù sembrano non aver bisogno di commento talmente sono chiare e incontestabili. Ma certamente hanno bisogno dello sguardo giusto. Nel Vangelo di oggi Gesù dice: “se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli”. Più chiaro di così! E precisa: “avete inteso … ma io vi dico”. E giù con “Mosè al quadrato”: “chiunque si adira con il fratello dovrà essere sottoposto al giudizio”. Perché? Perché chi si adira con il fratello lo uccide… Bisogna prenderne coscienza. Quello che è giusto è quello che Gesù ci propone. E io non ho amore. Ma neppure esiste l’ “amore oltre misura”, l’ “amore esagerato”. Ciò che è esagerato non è più giusto. Molti pensano che vivono l’amore giusto, che sono giusti e quindi certi discorsi sono esagerati. Da lì vengono fuori le conseguenze più varie. Per qualcuno – l’ho sentito con i miei orecchi – il Signore non può chiedere di rinunciare alla partita del Napoli per una riunione in Chiesa. È esagerato! Questa affermazione ci fa probabilmente sorridere. Ma se cominciamo a mettere noi stessi (la mia famiglia, l’opinione comune o il modo di vivere del gruppo di appartenenza, ecc.) come criterio di giustizia, tutto è possibile e Gesù è annullato, non serve a nulla. Ognuno avrà la sua giustizia. E anche i valori più grandi vengono vanificati. Non sarà giusto rimanere fedele ad un matrimonio che fa soffrire, non sarà giusto preservare la vita del bambino che deve ancora nascere se si teme un handicap o arriva in un momento difficile, forse solo inopportuno, se solo potrebbe dare una brutta immagine di sé perché è la figlia minorenne che è incinta. Poi si arriva a ciò che consideriamo non esagerato ma proprio ingiusto: essere umili e misericordiosi di fronte all’offesa. Il Vangelo di oggi parla specificamente delle liti. Raccomando a coloro che si rendono conto di aver qualche screzio con qualcuno e vogliono essere discepoli di Gesù, coloro che credono che la strada che egli ci indica è quella della Giustizia, di leggere con attenzione questo brano del Vangelo.
Ma, come vivere questa Parola? Quando ho cominciato a leggere il Vangelo avevo uno sguardo molto legalista e, soprattutto, pensavo che il cristiano dovesse essere una persona coerente, che si sforza e raggiunge la perfezione a forza di sacrifici. Chiaramente, man mano che mi si toglieva l’ignoranza profonda che avevo del Vangelo sono entrato in uno scoraggiamento crescente che mi portava a una vera disperazione. Altro che Buona Notizia! Invidiavo sant’Agostino che se la era spassata fino a trent’anni! Mi sembrava allora una età così elevata che uno aveva potuto godere di tutti  i piaceri della vera vita e ormai sazio le sue passioni si estinguevano da sole, e poteva passare a cose più serie. Avevo un velo sul cuore.
“Sono uno sventurato! Chi mi libererà da questo corpo votato alla morte? Siano rese grazie a Dio per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore! Io dunque, con la mente, servo la legge di Dio, con la carne invece la legge del peccato.” (Romani 7,24-25). La lettera ai Romani è il migliore testo per comprendere il piano di Dio dal peccato originale in poi, passando per la Legge e il vero posto della Grazia.
Per riprendere coraggio leggiamo attentamente la prima lettura di oggi. E interroghiamoci: ho veramente capito, nella volontà di Dio su di me, nella mia vita quotidiana, cosa significa la Salvezza per Grazia?

Prima Lettura   2 Cor 3, 15 -4, 1. 3-6
Dio rifulse nei nostri cuori, per far risplendere la conoscenza della gloria di Dio.

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi
Fratelli, fino ad oggi, quando si legge Mosè, un velo è steso sul cuore dei figli d’Israele; ma quando vi sarà la conversione al Signore, il velo sarà tolto.
Il Signore è lo Spirito e, dove c’è lo Spirito del Signore, c’è libertà. E noi tutti, a viso scoperto, riflettendo come in uno specchio la gloria del Signore, veniamo trasformati in quella medesima immagine, di gloria in gloria, secondo l’azione dello Spirito del Signore.
Perciò, avendo questo ministero, secondo la misericordia che ci è stata accordata, non ci perdiamo d’animo.
E se il nostro Vangelo rimane velato, lo è in coloro che si perdono: in loro, increduli, il dio di questo mondo ha accecato la mente, perché non vedano lo splendore del glorioso vangelo di Cristo, che è immagine di Dio.
Noi infatti non annunciamo noi stessi, ma Cristo Gesù Signore: quanto a noi, siamo i vostri servitori a causa di Gesù. E Dio, che disse: «Rifulga la luce dalle tenebre», rifulse nei nostri cuori, per far risplendere la conoscenza della gloria di Dio sul volto di Cristo.

Salmo Responsoriale   Dal Salmo 84
Donaci occhi, Signore, per vedere la tua gloria.

Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore:
egli annuncia la pace.
Sì, la sua salvezza è vicina a chi lo teme,
perché la sua gloria abiti la nostra terra.

Amore e verità s’incontreranno,
giustizia e pace si baceranno.
Verità germoglierà dalla terra
e giustizia si affaccerà dal cielo.

Certo, il Signore donerà il suo bene
e la nostra terra darà il suo frutto;
giustizia camminerà davanti a lui:
i suoi passi tracceranno il cammino. 

Canto al Vangelo
    Gv 13, 34
Alleluia, alleluia.

Vi do un comandamento nuovo, dice il Signore:
come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri.
Alleluia.
Alleluia.

 
 
Vangelo   
Mt 5, 20-26
Chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. 

Dal vangelo secondo Matteo
«Io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.
Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai”; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna.
Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono.
Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!».


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