Andando qualche giorno fa in una libreria cattolica ho trovato il libro di Mons. Ganswein in bella mostra. Il dipendente laico della libreria, un cattolico praticante e un amico, mi ha detto: “secondo me queste cose fanno male alla Chiesa. Io vedo che chi compra il libro lo fa soprattutto per il gusto del pettegolezzo e della critica, non per essere edificato nella fede e cercare Cristo”.
Abbiamo una conferma ancora più forte di ciò che sentivo dall’inizio nelle parole del Cardinale Christoph Schoenborn. Per lui questo libro è “una indiscrezione indecorosa”. E il sito web della sua diocesi di Vienna riporta questa sua dichiarazione: “Non credo che sia corretto pubblicare cose tanto confidenziali, specialmente da parte del segretario personale”. (Cardenal critica libro de secretario sobre Benedicto XVI | AP News. Cardinal says book by Benedict XVI's secretary 'unseemly' | AP News)
Credo che possa bastare per chiudere le nostre riflessioni su questo libro e tanti altri discorsi e personaggi che attaccano la Chiesa e il Papa. Non attirano alla fede i pagani, casomai li allontanano, dando loro motivi per attaccare la Chiesa, e dividono e turbano molti credenti, specie i più fragili.
Amare il Papa e amare Gesù Cristo è la stesa cosa
RispondiEliminaSostenitore convinto di ogni papa: Pio IX, Leone XIII, Pio X, Benedetto XV, Pio XI e Pio XII fu san Luigi Orione (1872-1940), fondatore della congregazione alla quale appartengo. Sin da giovane aveva pensato a creare un’associazione che avrebbe voluto chiamare “la Compagnia del Papa” con lo scopo di stare accanto ai vescovi e soprattutto al papa per amare, difendere, servire la Chiesa e persino soffrire per essa. I suoi scritti sono un florilegio appassionato di fedeltà e di dedizione alla causa della Chiesa e il suo carisma appare attuale in quest’epoca e nel prossimo futuro. “Il nostro Credo – egli scrive a più riprese - è il Papa, la nostra morale è il Papa; la nostra via è il Papa; il nostro amore, il nostro cuore, la ragione della nostra vita è il Papa; per noi il Papa è Gesù Cristo: amare il Papa e amare Gesù è la stessa cosa; ascoltare e seguire il Papa è ascoltare e seguire Gesù Cristo; servire il Papa è servire Gesù Cristo; dare la vita per il Papa è dare la vita per Gesù Cristo! “. E, parlando della congregazione da lui fondata, affermava che “non potrà vivere, non dovrà vivere che per Lui; dev’essere una forza nelle mani di Lui, dev’essere uno straccio ai piedi di Lui o sotto ai piedi di Lui; basta amarlo, basta vivere e morire per lui! Vivere, operare e morire d’amore per il Papa: ecco, questa, e solo questa, è la Piccola Opera della Divina Provvidenza”. Non fu facile la sua esistenza, ma anche nei momenti di più grande buio, mai venne meno in lui la fedeltà nella Chiesa e l’amore per il papa e per i vescovi.
E’ capitato in passato e succede in ogni epoca che per divergenze di vedute, per sensibilità differenti o per evidenti contrasti, alcuni come Lutero e molti altri nei secoli e anche oggi, pur mossi da retta intenzione e denunciando mali veramente esistenti nella Chiesa, finiscano per abbandonarla: ecco un rischio sempre in agguato e da evitare, pur avendo sempre la parresia della verità nella carità. Amministrando il battesimo ad alcuni bambini nella Cappella Sistina l’8 gennaio 2006, Benedetto definì la Chiesa “compagnia di amici, famiglia di Dio” che mai ci abbandona, ed aggiunse “Nessuno di noi sa che cosa succederà sul nostro pianeta, nella nostra Europa, nei prossimi cinquanta, sessanta, settanta anni, ma su un punto siamo sicuri: la famiglia di Dio sarà sempre presente e chi appartiene a questa famiglia non sarà mai solo, avrà sempre l’amicizia di Colui che è la vita”.
La Chiesa è la nostra famiglia, la Madre da amare anche quando mostra nei suoi figli le rughe della fragilità e persino del peccato. Per questo il vero cristiano è disposto a dare per essa la vita. In definitiva, solo in questa luce di passione e di amore, si capiscono le consegne che papa Benedetto ci ha consegnato nel suo testamento spirituale: “Rimanete saldi nella fede! Non lasciatevi confondere! “
giovannidercole
“Che cos’è il cristianesimo. Quasi un testamento spirituale”.
RispondiEliminaEsce proprio oggi, 20 gennaio, l’ultimo libro di Benedetto XVI che egli ha voluto fosse pubblicato dopo la sua morte. Può essere considerato un dono per credenti e per inquieti ricercatori della verità da parte di un pastore teologo che ha iniziato la sua missione immediatamente negli anni dopo il Concilio Vaticano II pubblicando “Introduzione al cristianesimo”, un volume indispensabile a mio avviso per inoltrarsi in tutto l’insegnamento di Benedetto XVI che non pochi considerano già Dottore della Chiesa. Cuore del libro, che ora ci lascia come testamento spirituale, è la misericordia di Dio che nasce da una passione d’amore verso ogni creatura.
Di quanto lui scrive sulla misericordia trovate piccola traccia anche in queste mie considerazioni che vogliono esser un omaggio a un Papa capace di spiegare alti concetti di teologia in modo profondo che
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