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martedì 11 maggio 2021

PAOLO E SILA LIBERATI A FILIPPI / martedì VI sett. Pasqua.

"Allora il carceriere chiese un lume..."

 

Ormai san Luca, più che “degli apostoli”, racconta “gli Atti di Paolo”. Non è una scelta di amicizia ma un discernimento: la Buona Notizia è fatta per tutti gli uomini e la Chiesa esiste per essere missionaria. Dopo aver annunciato il Vangelo al Popolo eletto, deve andare verso i pagani che sono l’immensa maggioranza dell’umanità.

In ogni città, ebrei e pagani accettano l’Annuncio ma sono una piccola minoranza. A Filippi la folla insorge contro Paolo e Sila. Per quale motivo? I soldi. Una schiava aveva uno spirito di divinazione e la gente pagava molto per sapere da lei le cose più diverse, come oggi si fa leggere le carte. Ora questa schiava si mette per giorni a seguire Paolo e i suoi, gridando: “questi uomini sono servi del Dio altissimo e vi annunciano la via della salvezza” (Atti 16,17). Che fa Paolo? Caccia lo spirito dalla schiava nel nome di Gesù. Non è forse illogico? Questa schiava portava gente ad ascoltare la Buona Notizia! Dobbiamo riflettere su questo, sull’importanza della purezza della fede, sull’importanza di non accettare collaborazioni, preghiere, forme di culto, ambigue o interessate, di non tollerare  la superstizione tra i fedeli… Il demonio non desidera certamente che la gente si converta, ma cerca in tutti i modi di inquinare la fede.

I padroni della schiava vedono perdersi la loro fonte di guadagno, e aizzano la folla contro Paolo e Sila che finiscono in carcere. Lì, pieni di ferite, cantano inni di lode, ringraziano Dio. Non chiedono la grazia della libertà. Anche questo potrebbe sembrare illogico. Ma essi sanno che tutto è nelle mani del Signore che fa bene ogni cosa. Egli li libera tramite un terremoto che però non distrugge, apre solo le porte e fa cadere le catene dai piedi.  Questi vari segni colpiscono il carceriere che chiede come avere la salvezza. La risposta è molto semplice: «Credi nel Signore Gesù e sarai salvato tu e la tua famiglia».

- Tu credi nel Signore Gesù? - Certo! – nella Chiesa, nel Papa? – un po’ di meno… Ho una mia fede personale… Ognuno la pensa come vuole … Sentiamo molte risposte. Le difficoltà nella fede sono esistite fin dal primo giorno ma la Chiesa non cessa di annunciare la verità. Infatti il carceriere è pronto a credere quello che si vuole pur di essere salvato ma non si può credere a ciò che non si conosce e bisogna cambiare mentalità, quindi Paolo e Sila “proclamarono la parola del Signore a lui e a tutti quelli della sua casa”. San Luca conclude che “fu pieno di gioia insieme a tutti i suoi per avere creduto in Dio”. Credere in Dio e in Gesù Cristo è la stessa cosa, perché Gesù rivela il Volto del Padre, la sua Natura. Dio è Amore puro, quindi Misericordia infinita e crocifissa, che infonde la Vita, vince il Male e la Morte.

Il PECCATO è non credere in Cristo, non accettarlo in tutto. Vi uccideranno credendo di rendere culto a Dio perché non hanno conosciuto né il Padre né me, dice Gesù (vedi Gv 16,3).

(Forse ti può interessare il commento che ho scritto su queste stesse letture, partendo dalla mentalità del carceriere,  il 28 maggio 2019 "LO SCONTRO TRA LA MENTALITA' DEL MONDO E QUELLA DI DIO).

 

Prima Lettura   At 16, 22-34
Credi nel Signore Gesù e sarai salvato tu e la tua famiglia.

Dagli Atti degli Apostoli
In quei giorni, la folla [degli abitanti di Filippi] insorse contro Paolo e Sila, e i magistrati, fatti strappare loro i vestiti, ordinarono di bastonarli e, dopo averli caricati di colpi, li gettarono in carcere e ordinarono al carceriere di fare buona guardia. Egli, ricevuto quest’ordine, li gettò nella parte più interna del carcere e assicurò i loro piedi ai ceppi.
Verso mezzanotte Paolo e Sila, in preghiera, cantavano inni a Dio, mentre i prigionieri stavano ad ascoltarli. D’improvviso venne un terremoto così forte che furono scosse le fondamenta della prigione; subito si aprirono tutte le porte e caddero le catene di tutti.
Il carceriere si svegliò e, vedendo aperte le porte del carcere, tirò fuori la spada e stava per uccidersi, pensando che i prigionieri fossero fuggiti. Ma Paolo gridò forte: «Non farti del male, siamo tutti qui». Quello allora chiese un lume, si precipitò dentro e tremando cadde ai piedi di Paolo e Sila; poi li condusse fuori e disse: «Signori, che cosa devo fare per essere salvato?». Risposero: «Credi nel Signore Gesù e sarai salvato tu e la tua famiglia». E proclamarono la parola del Signore a lui e a tutti quelli della sua casa.
Egli li prese con sé, a quell’ora della notte, ne lavò le piaghe e subito fu battezzato lui con tutti i suoi; poi li fece salire in casa, apparecchiò la tavola e fu pieno di gioia insieme a tutti i suoi per avere creduto in Dio. 

Salmo Responsoriale 
  Dal Salmo 137 
La tua destra mi salva, Signore.

Ti rendo grazie, Signore, con tutto il cuore:
hai ascoltato le parole della mia bocca.
Non agli dèi, ma a te voglio cantare,
mi prostro verso il tuo tempio santo.

Rendo grazie al tuo nome per il tuo amore e la tua fedeltà:
hai reso la tua promessa più grande del tuo nome.
Nel giorno in cui ti ho invocato, mi hai risposto,
hai accresciuto in me la forza.

La tua destra mi salva.
Il Signore farà tutto per me.
Signore, il tuo amore è per sempre:
non abbandonare l’opera delle tue mani. 

Canto al Vangelo  
Gv 16,7.13
Alleluia, alleluia.

Manderò a voi lo Spirito di verità, dice il Signore;
egli vi guiderà a tutta la verità.
Alleluia.

Vangelo
    Gv 16, 5-11
Se non me ne vado, non verrà a voi il Consolatore.

Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Ora vado da colui che mi ha mandato e nessuno di voi mi domanda: “Dove vai?”. Anzi, perché vi ho detto questo, la tristezza ha riempito il vostro cuore.
Ma io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Paràclito; se invece me ne vado, lo manderò a voi.
E quando sarà venuto, dimostrerà la colpa del mondo riguardo al peccato, alla giustizia e al giudizio. Riguardo al peccato, perché non credono in me; riguardo alla giustizia, perché vado al Padre e non mi vedrete più; riguardo al giudizio, perché il principe di questo mondo è già condannato».

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