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mercoledì 5 maggio 2021

LOTTARE PER LA VERITA' / mercoledì V sett. Pasqua

 


Il Vangelo si diffonde e cresce rapidamente ma non senza lotte. Ci sono difficoltà e disagi fisici, ma soprattutto la lotta è per la verità della fede. San Paolo infatti parla di “Viaggi innumerevoli, pericoli di fiumi, pericoli di briganti, pericoli dai miei connazionali, pericoli dai pagani, pericoli nella città, pericoli nel deserto, pericoli sul mare, pericoli da parte di falsi fratelli;” (2 Cor 11:26). Ci sono persecuzioni e ostruzioni da ebrei contrari all’annuncio evangelico, da adepti dei culti pagani, ma anche dai falsi fratelli, membri delle comunità che si comportano da avversari per motivi diversi. Se la Carità, che è la vita divina e  la vita del cristiano, fosse solo un sentimento soggettivo (basta che ci sia amore, ogni amore vale, ecc.) perché questa lotta per la Verità?

Quando Paolo rischia la vita ogni giorno per il Vangelo, nel mondo non manca la religiosità. Anzi, il mondo è pieno di culti e di religioni, di preghiere e di cerimonie nei templi, e il popolo ebraico stesso, che è la radice santa di Iesse, possiede grazia e verità, ma non compiute! San Paolo lotta perché sia conosciuto e accettato il compimento delle promesse di Dio in Gesù Cristo: è questo il tesoro, la potenza che bisogna preservare a tutti i costi. Il pericolo che può insidiare e vanificare il Vangelo viene da due lati e si gioca tutto sulla libertà. Ci sono quelli che vogliono affermare una libertà a modo loro, sganciata dalla verità di Dio, dalla vera Vite, e ci sono quelli che vogliono ridimensionare la libertà portata da Cristo, imponendo pratiche e  precetti come necessari per la salvezza, mentre sono solo mezzi (prima lettura).

Paolo e Barnaba dissentono e discutono animatamente contro questi perché sta in gioco l’essenziale: solo Cristo salva e la salvezza si ottiene tramite la fede in lui. La vita del popolo ebraico è una scuola, un ambiente nel quale c'è una ricchezza impressionante di mezzi e tradizioni per esprimere la fede in Dio. Ma mentre molti confondono questi mezzi con la fede, ritenendoli essenziali, i pagani hanno bisogno di mezzi e tradizioni nuovi per esprimere la fede in Cristo, adatti alle loro culture .

I pericoli che insidiano la vera libertà in Cristo sono sempre presenti nella Chiesa. Anche oggi. Nei Concili dei primi secoli erano le discussioni sulla Verità della fede a caratterizzare le discussioni, spesso quasi violente. Dall’attenzione a non lasciar distorcere la fede dei Padri, la Chiesa ha coniato definizioni fondamentali (i dogmi), scrivendo le verità essenziali in testi (il Credo) che proclamiamo ogni domenica in Assemblea. Il credere la fede della Chiesa è infatti la condizione necessaria perché un battezzato sia ammesso alla parte della Liturgia riservata ai soli “fedeli”: la liturgia eucaristica. Agendo in questo modo, la Chiesa non ingabbia la ricerca spirituale dei credenti, la pone sulla roccia. Infatti esiste questa frase tradizionale che esprime molto bene cosa è la fedeltà alla verità della fede: "In necessariis unitas, in dubiis libertas, in omnibus caritas" (unità nelle cose necessarie, libertà in quelle dubbie, carità in tutte) è una frase latina comunemente ed erroneamente attribuita a Sant'Agostino d'Ippona, e citata da Giovanni XXIII nell'enciclica Ad Petri Cathedram (Cathopedia). E il Concilio Vaticano II ha ricordato che esiste una gerarchia delle verità, senza cancellare la necessità dell'unità in quelle essenziali. Questo giova particolarmente a chi è in formazione.

 

Prima Lettura   At 15, 1-6
Fu stabilito che salissero a Gerusalemme dagli apostoli e dagli anziani per tale questione.

Dagli Atti degli Apostoli
In quei giorni, alcuni, venuti [ad Antiòchia] dalla Giudea, insegnavano ai fratelli: «Se non vi fate circoncidere secondo l’usanza di Mosè, non potete essere salvati».
Poiché Paolo e Bàrnaba dissentivano e discutevano animatamente contro costoro, fu stabilito che Paolo e Bàrnaba e alcuni altri di loro salissero a Gerusalemme dagli apostoli e dagli anziani per tale questione. Essi dunque, provveduti del necessario dalla Chiesa, attraversarono la Fenìcia e la Samarìa, raccontando la conversione dei pagani e suscitando grande gioia in tutti i fratelli.
Giunti poi a Gerusalemme, furono ricevuti dalla Chiesa, dagli apostoli e dagli anziani, e riferirono quali grandi cose Dio aveva compiuto per mezzo loro. Ma si alzarono alcuni della setta dei farisei, che erano diventati credenti, affermando: «È necessario circonciderli e ordinare loro di osservare la legge di Mosè».
Allora si riunirono gli apostoli e gli anziani per esaminare questo problema. 

Salmo Responsoriale   Dal Salmo 121
Andremo con gioia alla casa del Signore.

Quale gioia, quando mi dissero:
«Andremo alla casa del Signore!».
Già sono fermi i nostri piedi
alle tue porte, Gerusalemme!

Gerusalemme è costruita
come città unita e compatta.
È là che salgono le tribù,
le tribù del Signore.

Là sono posti i troni del giudizio,
i troni della casa di Davide.
Chiedete pace per Gerusalemme:
vivano sicuri quelli che ti amano.

Canto al Vangelo   Gv 15,4-5
Alleluia, alleluia.
Rimanete in me ed io in voi, dice il Signore;
chi rimane in me porta molto frutto.

Vangelo 
  Gv 15, 1-8
Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto.

Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato.
Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano.
Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli».

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