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domenica 22 novembre 2020

L'ECONOMIA DI FRANCESCO: SCAMPARE AL GIUDIZIO UNIVERSALE / Solennità di Cristo Re 2020

 

Previsto per marzo l'evento è stato riportato a questi giorni.

Si sentono affermazioni tipo “questo Papa non parla mai di Dio!”. Un cardinale in pensione ha appena pubblicato un libro dal titolo “La Force de la Vérité” (la forza della verità). Nel presentarlo ripete il suo mantra: “i vescovi e i preti devono predicare soprattutto la Trinità, l’Incarnazione, i sacramenti. Soltanto dopo si può parlare di ambiente, del clima e del tema dell’immigrazione ... Gesù ha inviato gli apostoli al mondo per annunciare il Vangelo del regno di Dio e permettere a quelli che credono di essere battezzati nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, non per occuparsi di cose che sono di competenza degli Stati”.

Che dire? Chi ascolta papa Francesco sa che parla ogni giorno di Dio (in questo momento, ogni mercoledì parla della preghiera) e mette la nostra vita a confronto con il Vangelo del regno di Dio. Ma la Chiesa da sempre ha (anche) elaborato una “Dottrina Sociale”. Un nuovo impulso è venuto in particolare dall’Enciclica “Rerum Novarum” (di Cose Nuove, 1891) di Leone XIII, regolarmente ricordata e aggiornata. Citando solo le Encicliche: Pio XI “Quadragesimo anno” (a quarant’anni della Rerum Novarum, 1931), Giovanni XXIII “Mater et magistra” (la Chiesa come madre e maestra, 1961) “Pacem in terris” (la pace sulla terra, 1963), Paolo VI “Populorum Progressio” (il progresso dei popoli, 1967), Giovanni Paolo II “Laborem exercens“ (esercitando il lavoro, 1981) “Sollecitudo rei socialis”(La sollecitudine per le cose sociali, 1987), “Centesimus annus” (il centesimo anno della Rerum Novarum, 1991). Nella sua Enciclica Leone XIII denuncia “la miseria e la povertà che pesano ingiustamente sulla maggior parte della classe operaia”, il socialismo ateo ma anche gli eccessi del capitalismo e incoraggia il sindacalismo cristiano e il “cattolicesimo sociale”. I papi hanno sempre affrontato e dato una risposta ai grandi problemi sociali e umani del loro tempo.

Senza parlare dei profeti dell’Antico Testamento e le loro invettive contro le classi dirigenti, lasciamo il Vangelo di oggi rispondere a chi trova Papa Francesco troppo sociale e poco spirituale. In sostanza Gesù dice: “ero nel bisogno e sei venuto a soccorrermi oppure no. Su questo giudicherò se sei degno del paradiso o dell’inferno”. Questo Vangelo tratta del giudizio finale della mia vita senza il minimo accenno alla Trinità o ai sacramenti! Parla sì di Incarnazione, nel senso più forte: quello che hai fatto l’hai fatto a me! Saremo valutati su un'economia con le persone al centro e senza frontiere! Un grande Dottore della Chiesa, Giovanni della Croce, disse: “Alla sera della vita saremo giudicati sull’amore”. Ma questo significa fare teorie economiche e sociali? Dom Helder Camara, vescovo di Recife, diceva: “perché se faccio l’elemosina a un povero sono un santo, e se (mi) chiedo perché è povero, sono un comunista?”. Ecco, fai pure l’elemosina, ma non toccare il sistema che fa di me un (popolo) privilegiato! Questo è il Cristianesimo che vorrebbero alcuni, ma non quello che vuole Gesù, Unico Sovrano e giudice. Il metodo di Gesù non è la lotta di classe o la devastazione rabbiosa ma la sua mitezza non significa imporsi limiti. Benedetto sia papa Francesco che proprio in questi giorni invita migliaia di imprenditori, economisti, ecc., di tutto il mondo, di età inferiore ai trentacinque anni, a discutere di futuro con il convegno “L’economia di Francesco”!

 

Prima Lettura  Ez 34,11-12.15-17
Voi siete mio gregge: io giudicherò tra pecora e pecora.

Dal libro del profeta Ezechièle
Così dice il Signore Dio: Ecco, io stesso cercherò le mie pecore e le passerò in rassegna. Come un pastore passa in rassegna il suo gregge quando si trova in mezzo alle sue pecore che erano state disperse, così io passerò in rassegna le mie pecore e le radunerò da tutti i luoghi dove erano disperse nei giorni nuvolosi e di caligine.
Io stesso condurrò le mie pecore al pascolo e io le farò riposare. Oracolo del Signore Dio. Andrò in cerca della pecora perduta e ricondurrò all’ovile quella smarrita, fascerò quella ferita e curerò quella malata, avrò cura della grassa e della forte; le pascerò con giustizia.
A te, mio gregge, così dice il Signore Dio: Ecco, io giudicherò fra pecora e pecora, fra montoni e capri.  

Salmo Responsoriale  
Dal Salmo 22
Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla..

Il Signore è il mio pastore:
non manco di nulla.
Su pascoli erbosi mi fa riposare.
Ad acque tranquille mi conduce.

Rinfranca l’anima mia,
mi guida per il giusto cammino
a motivo del suo nome.

Davanti a me tu prepari una mensa
sotto gli occhi dei miei nemici.
Ungi di olio il mio capo;
il mio calice trabocca.

Sì, bontà e fedeltà mi saranno compagne
tutti i giorni della mia vita,
abiterò ancora nella casa del Signore
per lunghi giorni.

Seconda Lettura
  1 Cor 15,20-26a.28
Consegnerà il regno a Dio Padre, perché Dio sia tutto in tutti. 

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi
Fratelli, Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti. Perché, se per mezzo di un uomo venne la morte, per mezzo di un uomo verrà anche la risurrezione dei morti. Come infatti in Adamo tutti muoiono, così in Cristo tutti riceveranno la vita.
Ognuno però al suo posto: prima Cristo, che è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo. Poi sarà la fine, quando egli consegnerà il regno a Dio Padre, dopo avere ridotto al nulla ogni Principato e ogni Potenza e Forza.
È necessario infatti che egli regni finché non abbia posto tutti i nemici sotto i suoi piedi. L’ultimo nemico a essere annientato sarà la morte.
E quando tutto gli sarà stato sottomesso, anch’egli, il Figlio, sarà sottomesso a Colui che gli ha sottomesso ogni cosa, perché Dio sia tutto in tutti.

Canto al Vangelo  
 Mc 11,9.10
Alleluia, alleluia.

Benedetto colui che viene nel nome del Signore!
Benedetto il Regno che viene, del nostro padre Davide!
Alleluia.

   

Vangelo  Mt 25,31-46
Siederà sul trono della sua gloria e separerà gli uni dagli altri.

Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra.
Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”.
Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”.
Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato”.
Anch’essi allora risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?”. Allora egli risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me”.
E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna».

 

 

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