Gesù sta per morire e lo sa e dice ai suoi discepoli:
“Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia
sia piena”. Com'è possibile? Non sente dolore e tristezza? Non lo dice pure: la
mia anima è triste fino alla morte? Cosa sono queste contraddizioni?
Quando Gesù, in quel contesto così difficile parla della sua gioia che è
piena, è perché contempla il Padre e il suo amore nel quale Egli rimane. Una gioia
più forte di qualunque tristezza e dolore.
È questa gioia così bella e forte che l’apostolo è chiamato ad annunciare, anzi,
a comunicare. Per questo, oltre alla scelta libera di Dio, ci sono requisiti per
essere apostolo: conoscere bene Gesù, essere stato con lui dal battesimo di
Giovanni all’Ascensione. Cioè avere una conoscenza sperimentata e completa di Gesù,
di quello che ha fatto di come reagisce di fronte alle situazioni e le persone.
Solo chi ha perseverato con lui nelle sue prove, chi ha attraversato il Calvario
con lui può annunciarlo. “Memore come voi delle sofferenze del Signore” dice
san Pietro.
La nostra conoscenza di Gesù non è mai finita. Chi
crede di conoscerlo fino in fondo si è già fermato nel cammino. Il Cardinale
Ursi diceva: “se un seminarista è esperto di Dio e dell’uomo lo posso ordinare
immediatamente”.
Chi meglio di Maria è esperta di Gesù? Impariamo da Lei, camminiamo in comunione con Lei.
Prima Lettura At 1, 15-17. 20-26
La sorte cadde su Mattia, che fu associato agli undici apostoli.
La sorte cadde su Mattia, che fu associato agli undici apostoli.
Dagli Atti degli Apostoli
In quei giorni Pietro si alzò in mezzo ai fratelli – il numero delle persone radunate era di circa centoventi – e disse: «Fratelli, era necessario che si compisse ciò che nella Scrittura fu predetto dallo Spirito Santo per bocca di Davide riguardo a Giuda, diventato la guida di quelli che arrestarono Gesù. Egli infatti era stato del nostro numero e aveva avuto in sorte lo stesso nostro ministero. Sta scritto infatti nel libro dei Salmi:
“La sua dimora diventi deserta
e nessuno vi abiti”,
e: “Il suo incarico lo prenda un altro”.
Bisogna dunque che, tra coloro che sono stati con noi per tutto il tempo nel quale il Signore Gesù ha vissuto fra noi, cominciando dal battesimo di Giovanni fino al giorno in cui è stato di mezzo a noi assunto in cielo, uno divenga testimone, insieme a noi, della sua risurrezione».
Ne proposero due: Giuseppe, detto Barsabba, soprannominato Giusto, e Mattia. Poi pregarono dicendo: «Tu, Signore, che conosci il cuore di tutti, mostra quale di questi due tu hai scelto per prendere il posto in questo ministero e apostolato, che Giuda ha abbandonato per andarsene al posto che gli spettava». Tirarono a sorte fra loro e la sorte cadde su Mattia, che fu associato agli undici apostoli.
Salmo Responsoriale Dal Salmo 112
Il Signore lo ha fatto sedere tra i prìncipi del suo popolo.
Lodate, servi del Signore,
lodate il nome del Signore.
Sia benedetto il nome del Signore,
da ora e per sempre.
Dal sorgere del sole al suo tramonto
sia lodato il nome del Signore.
Su tutte le genti eccelso è il Signore,
più alta dei cieli è la sua gloria.
Chi è come il Signore, nostro Dio,
che siede nell’alto
e si china a guardare
sui cieli e sulla terra?
Solleva dalla polvere il debole,
dall’immondizia rialza il povero,
per farlo sedere tra i prìncipi,
tra i prìncipi del suo popolo.
Canto al Vangelo Gv 15,16
Alleluia, alleluia.
Io ho scelto voi, dice il Signore,
perché andiate e portiate frutto
e il vostro frutto rimanga.
Alleluia.
Vangelo Gv 15, 9-17
Non vi chiamo più servi, ma vi ho chiamati amici.
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena.
Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi.
Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri».
Non vi chiamo più servi, ma vi ho chiamati amici.
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena.
Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi.
Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri».
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