"Delle volte noi
sentiamo: “Voi cattolici non accettate l’aborto, è il problema della vostra
fede”. No: è un problema pre-religioso. La fede non c'entra. Viene dopo,
ma non c'entra: è un problema umano. È un problema pre-religioso. Non
carichiamo sulla fede una cosa che non le compete dall’inizio. È un problema
umano. Soltanto due frasi ci aiuteranno a capire bene questo: due domande.
Prima domanda: è lecito eliminare una vita umana per risolvere un problema?
Seconda domanda: è lecito affittare un sicario per risolvere un problema? A voi
la risposta. Questo è il punto. Non andare sul religioso su una cosa che
riguarda l’umano. Non è lecito. Mai, mai eliminare una vita umana né affittare
un sicario per risolvere un problema.
L’aborto non è mai la
risposta che le donne e le famiglie cercano. Piuttosto sono la paura della
malattia e la solitudine a far esitare i genitori. Le difficoltà di ordine
pratico, umano e spirituale sono innegabili, ma proprio per questo azioni
pastorali più incisive sono urgenti e necessarie per sostenere coloro che
accolgono dei figli malati. Bisogna, cioè, creare spazi, luoghi e “reti
d’amore” ai quali le coppie si possano rivolgere, come pure dedicare tempo
all’accompagnamento di queste famiglie. A me viene in mente una storia che io
ho conosciuto nella mia altra Diocesi. C’era una ragazzina di 15 anni down che
è rimasta incinta e i genitori erano andati dal giudice per chiedere il
permesso di abortire. Il giudice, un uomo retto sul serio, ha studiato la cosa
e ha detto: “Voglio interrogare la bambina”. “Ma è down, non capisce…” “No no,
che venga”. È andata la ragazzina quindicenne, si è seduta lì, ha incominciato
a parlare con il giudice e lui le ha detto: “Ma tu sai cosa ti succede?” “Sì,
sono malata…” “Ah, e com’è la tua malattia?” “mi hanno detto che ho dentro un
animale che mi mangia lo stomaco, e per questo devono fare un intervento” “No…
tu non hai un verme che ti mangia lo stomaco. Tu sai cos’hai lì? Un bambino!” E
la ragazza down ha fatto: “Oh, che bello!”: così. Con questo, il giudice non ha
autorizzato l’aborto. La mamma lo vuole. Sono passati gli anni. È nata una
bambina. Ha studiato, è cresciuta, è diventata avvocato. Quella bambina, dal
momento che ha capito la sua storia perché gliel’hanno raccontata, ogni giorno
di compleanno chiamava il giudice per ringraziarlo per il dono della nascita.
Le cose della vita. Il giudice è morto e adesso lei è diventata promotore di
giustizia. Ma guarda che cosa bella! L’aborto non è mai la risposta che le
donne e le famiglie cercano."
Questo è una parte dell'intervento del Papa al Convegno "Yes to Life" organizzato dal Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita. per leggere tutto il testo andare a questo link:
http://w2.vatican.va/content/francesco/it/events/event.dir.html/content/vaticanevents/it/2019/5/25/yes-to-life.html
Sentendo problemi di violenza su bambini già nati, la cultura di morte che cresce in tante nazioni occidentali, comprendiamo che la fede salva letteralmente vite! Ma dobbiamo lottare con l'esempio di vita, con la solidarietà e anche , senza paura e complessi, con la ragione. La specie umana che vuole presentare come un progresso l'uccidere i suoi figli, regredisce, perde umanità e va verso il suicidio.
La nascita di una vita la cosa più preziosa che possa esistere grazie fra sereno
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