Paolo e Sila nel carcere di Filippi. |
In
queste letture vediamo il tragico confronto tra la mentalità del mondo e quella di Dio. Dove il
mondo vede la fine, il fallimento senza appello, Dio ci invita a vedere che egli offre una nuova opportunità,
anzi una vita realmente piena.
Il
carceriere conosce bene le consegne: risponde con la sua vita se i prigionieri
evadono. Vive continuamente sotto questa minaccia. È il segno terribile della serietà del suo compito. È il pungiglione che gli
impedisce di essere negligente, di lasciarsi corrompere. È la sua legge. È diventato
la sua vita. Svegliato dal terremoto e vedendo le porte aperte si sente preso
dal senso di colpa (ha dormito) e dal panico. Non pensa nemmeno ad andare a verificare la
situazione, tira fuori subito la spada. La sua legge lo porta solo alla morte. Pensa al suicidio per
evitare il disonore pubblico e le torture, forse ritorsioni contro la sua
famiglia. Non considera che ci possano essere altre soluzioni. L’offerta di Dio è
troppo differente perché possa da solo immaginarla: sperimentare la salvezza, scoprire
il Dio vivente, diventare figlio amato.
Il
carceriere non conosceva ancora Gesù. Invece gli apostoli lo conoscono da tempo. Eppure
non si sono ancora liberati dalla vecchia mentalità. Quando Gesù annuncia loro che
va dal Padre si sentono invasi da tristezza. Questo è senz’altro normale, Gesù
stesso ha provato tutti i sentimenti umani come noi. Ce lo testimonia il Vangelo.
Ma quello che non va è che si lasciano paralizzare da questa tristezza. Gesù rimprovera loro di non credere che ci sia qualcosa oltre questa situazione di morte. Dice
loro: vi lasciate soggiogare dai sentimenti umani e non andate oltre, nessuno
di voi mi domanda: “Dove vai?” Dio può mai abbandonarvi? il Padre non fa tutto per
il vostro bene? Dopo la mia partenza la vostra vita sarà migliore, non perché la
mia presenza non fosse positiva, ma perché il Padre prevede tutto in funzione
della vostra crescita, della pienezza della vostra vita. Vi manderò lo Spirito Consolatore.
Ma tutti noi nasciamo come questo carceriere,
sotto la legge del mondo di cui siamo totalmente impregnati! Il demonio che è il principe del mondo
ci ha convinti profondamente che Dio non è buono, che non conviene fidarci di
lui, che l’unica legge che funziona è la sua. Per questo crediamo che a forza
di preghiere obbligheremo Dio ad esaudirci. E se non lo fa “perdiamo la fede”.
La
Madonna ci insegni invece a reagire come lei. Anche lei all’annuncio dell’angelo
è turbata profondamente. Ma la sua fiducia in Dio e il suo orecchio aperto, la sua abitudine profonda al silenzio e all'ascolto, le ha
insegnato a fare discernimento, anche di fronte a questo avvenimento che non comprende (e probabilmente non comprende subito da dove proviene). Non si lascia guidare dai suoi
sentimenti o dalle sue idee, dona spazio al nuovo, si chiede “che senso ha questo
saluto”. Se il suo progetto non è rispettato tale e quale da Dio, invece
di vedervi una contraddizione da parte sua contro la quale protestare e lottare, si fida di lui ed
entra nell’avventura.
(puoi vedere il commento sulle stesse letture di martedì 11 maggio 2021 PAOLO E SILA LIBERATI A FILIPPI)
Prima Lettura At
16, 22-34
Credi nel Signore Gesù e sarai salvato tu e la tua famiglia.
Credi nel Signore Gesù e sarai salvato tu e la tua famiglia.
Dagli Atti degli Apostoli
In quei giorni, la folla [degli abitanti di Filippi] insorse contro Paolo e Sila, e i magistrati, fatti strappare loro i vestiti, ordinarono di bastonarli e, dopo averli caricati di colpi, li gettarono in carcere e ordinarono al carceriere di fare buona guardia. Egli, ricevuto quest’ordine, li gettò nella parte più interna del carcere e assicurò i loro piedi ai ceppi.
Verso mezzanotte Paolo e Sila, in preghiera, cantavano inni a Dio, mentre i prigionieri stavano ad ascoltarli. D’improvviso venne un terremoto così forte che furono scosse le fondamenta della prigione; subito si aprirono tutte le porte e caddero le catene di tutti.
Il carceriere si svegliò e, vedendo aperte le porte del carcere, tirò fuori la spada e stava per uccidersi, pensando che i prigionieri fossero fuggiti. Ma Paolo gridò forte: «Non farti del male, siamo tutti qui». Quello allora chiese un lume, si precipitò dentro e tremando cadde ai piedi di Paolo e Sila; poi li condusse fuori e disse: «Signori, che cosa devo fare per essere salvato?». Risposero: «Credi nel Signore Gesù e sarai salvato tu e la tua famiglia». E proclamarono la parola del Signore a lui e a tutti quelli della sua casa.
Egli li prese con sé, a quell’ora della notte, ne lavò le piaghe e subito fu battezzato lui con tutti i suoi; poi li fece salire in casa, apparecchiò la tavola e fu pieno di gioia insieme a tutti i suoi per avere creduto in Dio.
Salmo Responsoriale Dal Salmo 137
Signore, il tuo amore è per sempre.
In quei giorni, la folla [degli abitanti di Filippi] insorse contro Paolo e Sila, e i magistrati, fatti strappare loro i vestiti, ordinarono di bastonarli e, dopo averli caricati di colpi, li gettarono in carcere e ordinarono al carceriere di fare buona guardia. Egli, ricevuto quest’ordine, li gettò nella parte più interna del carcere e assicurò i loro piedi ai ceppi.
Verso mezzanotte Paolo e Sila, in preghiera, cantavano inni a Dio, mentre i prigionieri stavano ad ascoltarli. D’improvviso venne un terremoto così forte che furono scosse le fondamenta della prigione; subito si aprirono tutte le porte e caddero le catene di tutti.
Il carceriere si svegliò e, vedendo aperte le porte del carcere, tirò fuori la spada e stava per uccidersi, pensando che i prigionieri fossero fuggiti. Ma Paolo gridò forte: «Non farti del male, siamo tutti qui». Quello allora chiese un lume, si precipitò dentro e tremando cadde ai piedi di Paolo e Sila; poi li condusse fuori e disse: «Signori, che cosa devo fare per essere salvato?». Risposero: «Credi nel Signore Gesù e sarai salvato tu e la tua famiglia». E proclamarono la parola del Signore a lui e a tutti quelli della sua casa.
Egli li prese con sé, a quell’ora della notte, ne lavò le piaghe e subito fu battezzato lui con tutti i suoi; poi li fece salire in casa, apparecchiò la tavola e fu pieno di gioia insieme a tutti i suoi per avere creduto in Dio.
Salmo Responsoriale Dal Salmo 137
Signore, il tuo amore è per sempre.
Ti rendo grazie, Signore,
con tutto il cuore:
hai ascoltato le parole della mia bocca.
Non agli dèi, ma a te voglio cantare,
mi prostro verso il tuo tempio santo.
hai ascoltato le parole della mia bocca.
Non agli dèi, ma a te voglio cantare,
mi prostro verso il tuo tempio santo.
Rendo grazie al tuo nome
per il tuo amore e la tua fedeltà:
hai reso la tua promessa più grande del tuo nome.
Nel giorno in cui ti ho invocato, mi hai risposto,
hai accresciuto in me la forza.
hai reso la tua promessa più grande del tuo nome.
Nel giorno in cui ti ho invocato, mi hai risposto,
hai accresciuto in me la forza.
La tua destra mi salva.
Il Signore farà tutto per me.
Signore, il tuo amore è per sempre:
non abbandonare l’opera delle tue mani.
Canto al Vangelo Gv 16,7.13
Alleluia, alleluia.
Manderò a voi lo Spirito di verità, dice il Signore;
egli vi guiderà a tutta la verità.
Alleluia.
Vangelo Gv 16, 5-11
Se non me ne vado, non verrà a voi il Consolatore.
Il Signore farà tutto per me.
Signore, il tuo amore è per sempre:
non abbandonare l’opera delle tue mani.
Canto al Vangelo Gv 16,7.13
Alleluia, alleluia.
Manderò a voi lo Spirito di verità, dice il Signore;
egli vi guiderà a tutta la verità.
Alleluia.
Vangelo Gv 16, 5-11
Se non me ne vado, non verrà a voi il Consolatore.
Dal vangelo secondo
Giovanni
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Ora vado da colui che mi ha mandato e nessuno di voi mi domanda: “Dove vai?”. Anzi, perché vi ho detto questo, la tristezza ha riempito il vostro cuore.
Ma io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Paràclito; se invece me ne vado, lo manderò a voi.
E quando sarà venuto, dimostrerà la colpa del mondo riguardo al peccato, alla giustizia e al giudizio. Riguardo al peccato, perché non credono in me; riguardo alla giustizia, perché vado al Padre e non mi vedrete più; riguardo al giudizio, perché il principe di questo mondo è già condannato».
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Ora vado da colui che mi ha mandato e nessuno di voi mi domanda: “Dove vai?”. Anzi, perché vi ho detto questo, la tristezza ha riempito il vostro cuore.
Ma io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Paràclito; se invece me ne vado, lo manderò a voi.
E quando sarà venuto, dimostrerà la colpa del mondo riguardo al peccato, alla giustizia e al giudizio. Riguardo al peccato, perché non credono in me; riguardo alla giustizia, perché vado al Padre e non mi vedrete più; riguardo al giudizio, perché il principe di questo mondo è già condannato».
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