"Ora, ecco, io presento le primizie dei frutti del suolo che tu, Signore, mi hai dato”
Vediamo oggi una frenesia insensata di appropriarsi delle risorse della terra e di sfruttarle, senza nessun riguardo per le popolazioni di oggi e le generazioni che verranno e gli equilibri del vivente plasmati da milioni di anni di evoluzione e da millenni di lavoro paziente dell’uomo nella natura. L’ebreo invece è grato a Dio e riconosce che la terra è sua e deve essere coltivata in obbedienza al suo legittimo proprietario e creatore, come deve essere tutta la sua vita personale famigliare, la vita della sua comunità, di quel popolo in mezzo a quale abita Dio stesso con la sua saggezza.
C'è un particolare. “Ci condusse in questo luogo e ci diede questa terra, dove scorrono latte e miele!” Certo uscendo dal deserto la terra di Canaan poteva sembrare un paradiso. Ma sappiamo che Giacobbe mandò i suoi figli in Egitto per la forte carestia che portava tutta la tribù alla fame. Abramo stesso, a parte la valle del Giordano che era irrigata ed era gelosamente difesa da contadini locali, doveva cercare l’erba per le sue pecore correndo nella steppa. Nel Delta del Nilo in Egitto scorreva latte e miele. Nella terra tra i due fiumi, la Meso Potamia, da dove proveniva, si era sviluppata una civiltà prospera perché abbondava l’acqua e il limo. Dio, se voleva dare una terra ricca doveva dare al suo popolo il possesso di quelle zone. E invece l’ebreo è grato, benedice il dono di Dio. E … ne fa un paradiso. La saggezza della Legge, le qualità che l’obbedienza a Dio sviluppa nell’uomo e nelle tradizioni di un popolo, fanno che dove le capre distruggono tutto sotto l’occhio passivo del pastore, l’ebreo fa “fiorire il deserto”.
Le devastazioni della guerra per impossessarsi delle ricchezze degli altri popoli, l’avidità che tutto inaridisce, sono il segno di un ateismo profondo, di una mancanza di comunione con il Dio della Vita. Il nostro trasformare poco a poco le nostre terre in discariche diffuse e sterili, sono il segno della nostra profonda disobbedienza a Dio, anche se facciamo tanti gesti religiosi. Questi gesti non vengono da Dio ma dal grande spirito di Distruzione e di Inganno.
Dal libro del Deuteronòmio Dt 26,4-10
Mosè parlò al popolo e disse: «Il sacerdote prenderà la cesta dalle tue mani e la deporrà davanti all’altare del Signore, tuo Dio, e tu pronuncerai queste parole davanti al Signore, tuo Dio: “Mio padre era un Araméo errante; scese in Egitto, vi stette come un forestiero con poca gente e vi diventò una nazione grande, forte e numerosa. Gli Egiziani ci maltrattarono, ci umiliarono e ci imposero una dura schiavitù. Allora gridammo al Signore, al Dio dei nostri padri, e il Signore ascoltò la nostra voce, vide la nostra umiliazione, la nostra miseria e la nostra oppressione; il Signore ci fece uscire dall’Egitto con mano potente e con braccio teso, spargendo terrore e operando segni e prodigi. Ci condusse in questo luogo e ci diede questa terra, dove scorrono latte e miele. Ora, ecco, io presento le primizie dei frutti del suolo che tu, Signore, mi hai dato”. Le deporrai davanti al Signore, tuo Dio, e ti prostrerai davanti al Signore, tuo Dio».
Salmo Responsoriale Dal Salmo 90 (91)
R. Resta con noi, Signore, nell'ora della prova.
Chi abita al riparo dell’Altissimo passerà la notte all’ombra dell’Onnipotente. Io dico al Signore: «Mio rifugio e mia fortezza, mio Dio in cui confido». R.
Non ti potrà colpire la sventura, nessun colpo cadrà sulla tua tenda. Egli per te darà ordine ai suoi angeli di custodirti in tutte le tue vie. R.
Sulle mani essi ti porteranno, perché il tuo piede non inciampi nella pietra. Calpesterai leoni e vipere, schiaccerai leoncelli e draghi. R.
«Lo libererò, perché a me si è legato, lo porrò al sicuro, perché ha conosciuto il mio nome. Mi invocherà e io gli darò risposta; nell’angoscia io sarò con lui, lo libererò e lo renderò glorioso. R.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani Rm 10,8-13
Fratelli, che cosa dice [Mosè]? «Vicino a te è la Parola, sulla tua bocca e nel tuo cuore», cioè la parola della fede che noi predichiamo. Perché se con la tua bocca proclamerai: «Gesù è il Signore!», e con il tuo cuore crederai che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvo. Con il cuore infatti si crede per ottenere la giustizia, e con la bocca si fa la professione di fede per avere la salvezza.
Dice infatti la Scrittura: «Chiunque crede in lui non sarà deluso. Poiché non c’è distinzione fra Giudeo e Greco, dato che lui stesso è il Signore di tutti, ricco verso tutti quelli che lo invocano. Infatti: «Chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato».
Acclamazione al Vangelo Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria! Non di solo pane vivrà l'uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio. (Mt 4,4) Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!
Dal Vangelo secondo Luca Lc 4,1-13
In quel tempo, Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano ed era guidato dallo Spirito nel deserto, per quaranta giorni, tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni, ma quando furono terminati, ebbe fame. Allora il diavolo gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ a questa pietra che diventi pane». Gesù gli rispose: «Sta scritto: "Non di solo pane vivrà l’uomo"».
Il diavolo lo condusse in alto, gli mostrò in un istante tutti i regni della terra e gli disse: «Ti darò tutto questo potere e la loro gloria, perché a me è stata data e io la do a chi voglio. Perciò, se ti prostrerai in adorazione dinanzi a me, tutto sarà tuo». Gesù gli rispose: «Sta scritto: "Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto"».
Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù di qui; sta scritto infatti: "Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo affinché essi ti custodiscano"; e anche: "Essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra"». Gesù gli rispose: «È stato detto: "Non metterai alla prova il Signore Dio tuo"».
Dopo aver esaurito ogni tentazione, il diavolo si allontanò da lui fino al momento fissato.
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