Continuando ad attingere dall’ottima lettera del Cardinale di Madrid, chiediamoci cosa fare per animare questo tempo di salita verso la Pasqua? Come sempre ci si accorge che è più facile la denuncia che la proposta. Prendere coscienza di ciò che non va è già un grande dono che purifica il nostro spirito, ma come fare per non rimanere solo navigatori nel porticciolo e invece “prendere il largo”? Il problema è tanto più difficile che ci si rivolge a battezzati “amorfi”, non caratterizzati da un’esperienza e di un vocabolario comuni, ma soprattutto che sono entrati nella Chiesa per motivi disparati. Cosa rappresenta davvero il battesimo per la gente? Per la seconda volta ho incontrato il caso di una madre che dice: “il padre del bimbo è battezzato, ma io no. Non è che potrei approfittare per essere battezzata anch’io assieme al mio bambino?” In quel caso il battesimo era sinceramente desiderato, ma senza nessuna coscienza di ciò che rappresenta come conversione, appartenenza a una comunità, professione di fede… Vedeva solo un rito semplice, una cosa bella ma piccola, piccola, da adempiere perché richiesta da Gesù. E noi, senza indagare, avremmo detto: “Ti impegni ad essere la catechista del vostro bambino, sei consapevole di questa responsabilità?” Chiaramente avrebbe risposto: “Sì!”.
Il Cardinale Cobo presenta l’episodio dei discepoli di Emmaus in modo stimolante: perché sono tristi? “Loro stessi rispondono: «Speravamo che liberasse Israele» (Lc 24,21). Avevano riposto le loro aspettative su questioni importanti, ma in definitiva piccole. L'incontro con il Signore trasforma tutto e quelli di Emmaus imparano poco a poco a riporre le loro “piccole speranze” nella Speranza del Signore Risorto. Senza dubbio è il Risorto che ci aiuta a mettere la Speranza dove deve essere messa e in chi deve essere messa. È la «grande speranza» di cui scrive Benedetto XVI”.
In questa Quaresima bisogna insistere sulla riscoperta del battesimo e il suo valore, preparandoci a collegarlo al Mistero Pasquale e al solenne rinnovamento delle Promesse battesimali nella Veglia della Notte. Anche se i battezzati sono tanti, non significa che il battesimo sia senza valore, banale. È come il matrimonio. Se essere sposati è una condizione comune, non per questo non ha valore. Chi comprende che lì si gioca la sua vita, cura il proprio matrimonio e questi si arricchisce attraverso i limiti e le fragilità degli sposi, e porta frutto. Il battesimo è l’unica porta attraverso la quale posso entrare nella Chiesa! Mi incorpora realmente a Cristo mi rende parte della Chiesa e della sua missione! Il mio battesimo e la mia fedeltà o meno ad esso, significa vittoria sulla morte, promessa di vita abbondante fin da adesso e di vita eterna o di dannazione. Purtroppo i nostri battezzati sono “vaccinati di Cristianesimo”, pensano di sapere e constatando che il Cristianesimo non cambia realmente la loro vita, non nasce in loro il desiderio di andare oltre. Il battesimo è una storia d’amore personale con uno Sposo capace di salvare la Chiesa sua sposa e di introdurmi in una storia d’amore infinito.
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